Nell’ambito della sua sezione di ricerche di mercato SimplyBiz ha realizzato una nuova indagine dal titolo: “Intermediari creditizi tra presente e futuro”.
Il campione dell’indagine è costituito da 460 soggetti, di cui il 50% sono agenti in attività finanziaria, il 31% mediatori creditizi, il 7% fornitori di software e il restante 12% suddiviso in assicurazioni, istituti finanziari e confidi 106.
Nella prima parte della ricerca è stato chiesto agli intervistati di fare un resoconto su tre mesi del 2014: luglio, agosto e settembre.
Alla domanda come è andato il mese di luglio il 56% del campione ha dichiarato che si è trattato di un mese positivo, mentre per il 15% è stato un mese stabile e per il restante 29% un mese negativo.
Per il mese di agosto, come mostra il grafico sottostante, il 43% ha espresso un giudizio positivo, il 13% stabile e il 44% negativo.
L’ultimo mese monitorato è settembre, in merito al quale il 48% ha espresso un giudizio positivo, il 22% stabile e il 30% negativo.
Il grafico sottostante mostra il trend dei primi nove mesi del 2014. Dopo una costante crescita nei primi tre mesi dell’anno vi sono state due battute d’arresto, la prima nel mese di aprile, con una percentuale del 50% e la seconda nel mese di agosto con una percentuale del 43%. Nel mese si Settembre si nota una lieve ripresa con il 48%.
Nella seconda parte della ricerca sono state poste agli intervistati domande sulla propria situazione specifica e sul genere di investimenti necessari per crescere e migliorare.
Alla prima domanda, “In base alle dimensioni della sua attività, ritiene di utilizzare strumenti adeguati per la gestione delle attività di controllo e business?”, il 67% ha risposto sì, il 22% in parte e l’11% no.
Alla successiva domanda, “Quanto incidono in termini di costi sul business le aree di inefficienza nella sua struttura? Il 50% del campione ha risposto “per nulla”, il 41% “abbastanza” e il 9% “molto”.
Come si evince dal grafico successivo, il 41% degli intervistati ritiene che è molto importante oggi investire in infrastrutture tecnologiche, mentre per il 39% è abbastanza importante e per il 20% non lo è affatto.
Osservando i due prossimi grafici è facile notare che gran parte del campione (78%) ritiene che se dovesse investire in una nuova tecnologia lo farebbe per migliorare le performance del suo business e non per gli obblighi imposti dal D.Lgs. 141/10, come farebbe invece il 44%.
Su
Successivamente è stato chiesto agli intervistati se oggi nel mercato del credito essere un operatore medio o piccolo offra un vantaggio competitivo rispetto alle società più strutturate. Per il 48% non c’è alcun vantaggio, per il 28% sì e per il 24% in parte.
L’ultima parte della ricerca si è concentrata sul fatturato dell’azienda, su quanto i prodotti assicurativi hanno inciso in termini provvisionali e su quale prodotto assicurativo è stato venduto maggiormente.
Il 36% del campione ritiene che il fatturato del 2014 risulta essere simile a quello del 2013, per il 33% c’è stato un aumento e per il 31% una riduzione.
Il 70% dei rispondenti ritiene che la vendita dei prodotti assicurativi abbia inciso tra lo 0 e il 10%; per un 18% degli intervistati essa ha pesto tra l’11 e il 30%; per un 8% tra il 31% e il 50% e per il restante 4% tra il 71% e l’80%.
Il CPI è stato il prodotto assicurativo maggiormente venduto, seguito da prodotti riguardanti auto, danni e vita e in ultimo prodotti sui mutui.
Da ultimo è stato chiesto quali fossero le aspettative per il 2015: per il 44% del campione sarà un anno stabile, per il 41% in crescita e per il 15% in declino.