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Mediazione creditizia e vino: punti di contatto e possibili contaminazioni tra due comparti solo all’apparenza distanti
Nel mondo della mediazione creditizia, come in quello del vino, anticipare gusti e tendenze del mercato può essere la chiave del successo. Il fil rouge da seguire per vedere sotto una nuova luce i due comparti è dunque quello dell’innovazione. Tratto distintivo del 2020 nel comparto dell’intermediazione del credito, l’innovazione è stata declinata almeno in tre modi: digitalizzazione, diversificazione e formazione online. Cambiamenti che sono destinati a rappresentare il new normal anche in questo 2021.
Due mondi in bilico tra innovazione e tradizione
La mediazione creditizia e il mondo del vino vivono entrambi in bilico tra innovazione e tradizione. Una società di mediazione si trova oggi a dover far funzionare una macchina complessa, fatta di norme, a volte complicate e contraddittorie. È chiamata a conciliare le esigenze del mercato con i prodotti degli istituti di credito e con le loro policy creditizie, le skill professionali dei propri collaboratori con le esigenze di clienti sempre più consapevoli o spaesati.
Allo stesso modo, la viticoltura per ottenere un risultato eccellente e rispondente ai gusti di mercato, deve conciliare le soft skill del vitigno con il terroir, tenendo in considerazione il rapporto con l’ambiente circostante, il microclima e le caratteristiche minerali del suolo, nonché con la variabile del clima. E deve, ovviamente, conoscere e utilizzare specifiche tecniche di cantina.
Si tratta in entrambi i casi di un sistema di ingranaggi articolato che vive di equilibri delicati, in bilico tra rinnovamento e rispetto delle norme e delle consuetudini.
L’intermediazione del credito? Oggi somiglia alla Ribolla Gialla di Josko Gravner
Una società di mediazione creditizia guidata da autorevole ceo, con una visione moderna della professione, che vuole differenziarsi investendo in nuove soluzioni tecnologiche, lo fa per offrire al mercato, alla sua clientela e ai propri collaboratori nuove modalità di approccio alla professione.
Si può paragonare a un vino nuovo, di rottura, ma con radici nella tradizione e che al principio è risultato incompreso: la Ribolla Gialla di Josko Gravner. Colore giallo aranciato con riflessi ambrati, è un orange wine, un mondo di complessità, eleganza e intensità che si concretizzano in profumi di frutta a polpa gialla disidratata, corteccia e soprattutto erbe aromatiche come salvia e origano. Sorso ricco di energia, consistente, con una lieve tannicità, che entra a far parte di un gioco di sensazioni in cui freschezza, sapidità e trama gustativa sembrano rincorrersi in un sorso lunghissimo di notevole bevibilità.
Un vino che guarda al passato per proiettarsi nel futuro e che oggi è un cult; una disciplina enologica, quella della vinificazione in anfora, ripresa da parecchie cantine italiane con ottimi risultati.
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