Antonio Lafiosca, co-founder Opyn: “BorsadelCredito si è evoluto. Il cambio di nome segna il passaggio definitivo”

Il 7 settembre scorso BorsadelCredito ha annunciato di aver cambiato il suo nome in Opyn, per segnare un momento di rottura rispetto al passato e abbracciare l’allargamento delle attività che l’accelerazione della digitalizzazione ha portato con sé. Ne parliamo con Antonio Lafiosca, co-founder e coo di Opyn, che ci raccontra i retroscena della scelta.

BorsadelCredito.it nacque da un’idea avuta insieme ad Alessandro Andreozzi e Ivan Pellegrini: avevamo poco meno di trent’anni e facevamo i consulenti per le banche, alle quali proponevamo progetti volti a rendere più efficienti le piattaforme di erogazione del credito delle pmi – racconta Lafiosca. In questo contesto abbiamo avuto un’illuminazione: perché non creare uno strumento completamente online e friendly e che consentisse alle imprese di trovare credito in maniera alternativa? E così nell’ottobre 2013 BorsadelCredito.it sorse prima come piattaforma digitale di brokeraggio per il credito alle aziende, poi, nel settembre 2015, come primo operatore di p2p lending per le aziende in Italia, in qualità di istituto di pagamento autorizzato da Banca d’Italia. A settembre abbiamo scelto di chiamarci Opyn, un nome che riflette un ulteriore ampliamento del nostro business: al servizio di digital lending affianchiamo quello di embedded finance, strutturandoci cioè sempre più come abilitatori tecnologici per la finanza tradizionale e per le aziende non finanziarie attraverso la licenza d’uso del nostro software a terzi”.

Com’è nata l’esigenza di cambiare anche il nome?
L’esigenza di cambiare nome è nata dalla necessità di segnare in modo chiaro il passaggio definitivo della società. Il nuovo brand name, Opyn, prende forma dalle parole inglesi “open” e “pin” (personal identification number) e rispecchia sia l’identità tecnologica e finanziaria della società sia i suoi valori fondanti: inclusività, accessibilità, democratizzazione. Il nome, inoltre, rimanda simbolicamente alla mission: abbattere le barriere della burocrazia finanziaria per dare vita al cambiamento, semplificare e velocizzare il sistema finanziario così da accompagnare imprese e banche nella trasformazione digitale, attraverso la diffusione di una tecnologia intuitiva e all’avanguardia.

Avete pensato che potesse essere rischioso, vista la riconoscibilità del marchio e la reputazione consolidata?
Cambiare brand dopo tanti anni è sicuramente un’attività che presenta dei rischi, ma quando abbiamo valutato la nuova strategia di comunicazione ci siamo resi conto che le opportunità sarebbero state di gran lunga superiori. Opyn infatti ci permette di raccontare in maniera semplice e chiara la nostra essenza tecnologica a tutti i partner e di rendere la comunicazione con altri Paesi più efficace e incisiva. Siamo sempre stati aperti al cambiamento e all’innovazione e, anche in questo caso, non abbiamo voluto tirarci indietro, scegliendo di innovare per avvicinare la finanza tecnologica a pmi, banche, istituti finanziari, investitori e corporate.

BorsadelCredito.it ha avuto 6 milioni di ricavi nel I semestre del 2021, rispetto ai 4 dell’intero 2020. Con Opyn vi aspettate di raggiungere la cifra di 100 milioni tra 3/5 anni. Su cosa punterete per raggiungerla?
Sicuramente su quello che sappiamo fare meglio, cioè il credito alle imprese italiane, il cui mercato è in forte crescita sia a livello internazionale sia nel nostro Paese: secondo il Centro per l’Alternative Finance dell’Università di Cambridge, nel 2020 i prestiti alle pmi hanno toccato in Europa 4,4 miliardi. In questo contesto, l’Italia appare essere il mercato più vigoroso dell’Europa continentale: secondo il report “Il fintech dalla a alla z” realizzato dal Politecnico di Milano, Unioncamere e Innexta, il volume di erogato realizzato dal direct lending nel 2020 in Italia è di oltre 1,6 miliardi, in aumento di 4,5 volte rispetto all’anno prima. Una crescita che sta anche accelerando: secondo l’ultimo report di P2P Market Data relativo al mese di luglio, da inizio 2021 le società del lending hanno già prestato oltre 2 miliardi. Ma non solo, anche per quanto riguarda il settore dell’embedded finance, le opportunità di sviluppo sono notevoli. Un recente report di McKinsey parla di un mercato potenziale del valore di oltre 7 trilioni di dollari, pari a circa il doppio del valore di mercato attuale delle prime trenta banche del mondo. Per farlo intendiamo consolidare il percorso di collaborazione con il mondo della finanza tradizionale già avviato negli ultimi due anni come BorsadelCredito.it, che ha visto la società stringere accordi industriali e operazioni finanziarie con primari istituti finanziari quali Azimut, Intesa Sanpaolo, Banca Valsabbina, Banca Ifis. Ma non solo: attraverso l’adozione di un nome internazionale, inoltre, Opyn prepara il terreno per una strategia di espansione europea che avrà inizio nel prossimo biennio.

Le società di mediazione creditizia verranno coinvolte in qualche modo nella vostra strategia di crescita? E, se sì, come?
Certo, le società di mediazione creditizia sono da sempre nostri partner sul territorio e ci aiutano ad arrivare in maniera capillare alle pmi. Senza il loro aiuto non potremmo perseguire quello che continua ad essere il nostro obiettivo principale, ovvero rendere inclusivo, rapido e smart il credito alle imprese.

Con BorsadelCredito.it avevate un vostro blog nel quale esaminavate il mercato della finanza tecnologica sotto diversi punti di vista ed eravate ormai degli opinion leader. Riprenderete questa attività?
Certo, l’attività non si è mai interrotta, anzi, anche questa si è ampliata: accanto alla sezione più legata a temi di attualità e di scenario sulle evoluzioni di fintech e finanza tradizionale, ne abbiamo aperta un’altra che vuole parlare direttamente alle aziende: un luogo in cui gli imprenditori possono trovare consigli finanziari, leggere le storie di chi ha già chiesto un finanziamento tramite la nostra piattaforma, scoprire come migliorare il proprio business tramite spunti e consigli.