Aurora Borselli, product specialist di Genio Diligence: “IA, antifrode e due diligence, le novità per banche e mediatori. E le possibili applicazioni per gli utenti”

Aurora BorselliNell’era digitale la sicurezza dei dati e la protezione contro le frodi derivanti da alterazioni documentali rappresentano una delle sfide più pressanti per il settore creditizio, impegnato a ridurre al minimo i casi di insolvenza. Come ci si può tenere al passo con i tempi e, se possibile, anticipare le tendenze in atto nella gestione delle nuove minacce? Lo abbiamo chiesto ad Aurora Borselli, product specialist di Genio Diligence, esperta in antifrode e processi di istruttoria bancaria per mutui, prestiti e cessioni del quinto.

La società, nata nel 2009 con l’obiettivo di certificare i dati e di azzerare il rischio di credito derivante da azioni fraudolente, lavora con banche, istituti finanziari e mediatori creditizi con uno sguardo sempre rivolto al futuro. Tanto che si sta già preparando a dialogare con il cittadino e nella gestione delle identità anche in vista dell’implementazione dell’It Wallet, il sistema di portafoglio digitale che consente di conservare documenti digitali come tessera sanitaria e patente sull’app Io.

Siamo stati pionieri in questo campo e, per mantenere la nostra posizione, abbiamo unito tecnologie all’avanguardia con l’esperienza di personale altamente qualificato, in grado di risolvere le sfide più complesse nella convalida documentale. Abbiamo anche investito nella formazione e nell’implementazione di sistemi robusti per garantire un’adozione efficace delle nuove tecnologie senza compromettere la sicurezza e la qualità del servizio”, racconta la Aurora Borselli, che lavora in Genio Diligence dal 2010.

Che impatto hanno avuto l’automazione e le innovazioni tecnologiche sui servizi antifrode?
L’innovazione digitale ha rivoluzionato anche il settore del credito e dei servizi di antifrode. L’automazione dei processi e l’uso di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, permettono di migliorare l’efficienza dei processi di verifica e riducono il rischio di errore umano, consentendo agli operatori di concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto, come gli approfondimenti su pratiche lacunose o che presentano criticità particolari. Tutto questo migliora complessivamente l’esperienza del cliente e riduce tempi di erogazione dei servizi, aprendo anche la strada a nuovi prodotti e prestazioni.

Quanto è importante che gli operatori nel settore del credito e dell’antifrode sviluppino competenze avanzate in questo contesto digitale?
È fondamentale. La trasformazione digitale richiede nuove competenze, come la capacità di interpretare e utilizzare i dati generati dalle piattaforme tecnologiche. Gli operatori oggi sono chiamati ad adattarsi rapidamente ai cambiamenti in atto e a prendere decisioni strategiche. Per supportarli in questo ci impegniamo a fornire informazioni e strumenti preziosi ai nostri clienti attraverso programmi dedicati. Siamo molto affezionati al nostro progetto di ‘Knowledge Up’, un percorso formativo che ha preso forma da alcuni mesi e che in un futuro prossimo andrà esattamente in questa direzione: condividere con tutti gli operatori, interni ed esterni, i continui aggiornamenti su piattaforme e servizi e, contestualmente, raccogliere dalle reti input sempre nuovi per apportare miglioramenti.

Cosa fa Genio Diligence mantenersi all’avanguardia?
La certificazione Genio Diligence vanta uno storico ultra decennale e presenta degli standard di affidabilità altissimi, ciò nonostante la società investe da anni in ricerca e sviluppo, con lo scopo di migliorare l’efficienza del processo di onboarding delle pratiche e facilitare la firma digitale attraverso soluzioni come lo Spid e la licenza Ais tramite Psd2.

A proposito di certificazione, di cosa parliamo quando ci riferiamo alla certificazione documentale due diligence?
La certificazione documentale è un report che contiene dati verificati, anagrafici e reddituali, relativi a una persona fisica ed è legata a richieste di mutuo, prestito personale o cessione del quinto.

Come si arriva al rilascio del report due diligence?
La richiesta di certificazione viene inoltrata su nostra piattaforma o tramite proprio CRM integrato, nella prima fase i nostri reparti back office e antifrode procedono a una verifica formale e sostanziale della documentazione, attraverso una serie di riscontri su banche dati pubbliche ed enti preposti. Una volta verificato che i documenti forniti non siano stati alterati o contraffatti e che i dati rilevati corrispondano alla posizione attuale del soggetto, il report viene rilasciato per essere scaricato e messo a disposizione dell’ente erogante e del cliente finale.

Che esito può avere il report due diligence e cosa accade nel momento in cui viene rilevata una frode?
L’esito può essere “conforme” o “non conforme”. Non si deve dare per scontato che la “non conformità” sia dettata esclusivamente dalla presenza di una frode, legata, ad esempio, alla presenza di documenti contraffatti, posizione lavorativa non correttamente dichiarata, redditi alterati, etc. Accade infatti che si rilevino discrepanze o disallineamenti nella posizione lavorativa del soggetto che non dipendono dalla volontà del richiedente – uno tra tutti la contribuzione non in regola per omissioni imputabili al datore di lavoro – e che determinano un risultato non conforme. Il report riporta, laddove utile o necessario, delle note esplicative sulla causa della non conformità.

Quante sono, statisticamente, le pratiche non conformi?
Il numero delle pratiche non conformi è inferiore all’1%. Si tratta, in numeri assoluti, di centinaia di richieste che annualmente, grazie alla preventiva certificazione, non si sono concretizzate in pratiche erogate.

La certificazione due diligence rappresenta quindi un valore aggiunto per l’istituto erogante e per il mediatore. Ma lo è anche per il cliente finale?
Certamente, i benefici per il cliente sono molteplici. Una due diligence completa, soprattutto se presentata nella fase iniziale del processo di richiesta di credito, aumenta significativamente le possibilità di approvazione di un mutuo o di un prestito, riducendo i tempi di attesa della delibera e fornendo una panoramica chiara della situazione reddituale e lavorativa del richiedente. Inoltre, un dossier ben preparato consente al cliente di andare a negoziare condizioni più vantaggiose con la banca, forte di una posizione anagrafico reddituale validata e certificata. Non da ultimo, accade spesso che il cliente non sia effettivamente consapevole di alcune criticità che possono rilevarsi in sede di verifica della sua posizione lavorativa, come ad esempio mancati adempimenti da parte del proprio datore di lavoro che potrebbero creare difficoltà per l’accesso al credito. Effettuando una verifica tramite la due diligence, ogni persona potrà porre rimedio e far regolarizzare la propria posizione.

Al momento però il servizio è disponibile per i clienti solo al termine della verifica da parte della banca o del mediatore. Pensate di renderlo fruibile anche per i privati che ne faranno richiesta?
Il nostro intento, nel futuro prossimo, è quello di ampliare la nostra offerta, customizzando il prodotto DD Genio Diligence affinché il cliente finale possa autonomamente, e per gli usi più svariati, richiedere la certificazione della propria posizione anagrafico reddituale: una sorta di passepartout utile in ogni ambito quotidiano.

Che valore avrà la due diligence in un contesto sempre più innovativo e digitale, anche in vista dell’implementazione dell’It Wallet?
I paradigmi attuali cambieranno, il nostro obiettivo è creare un ecosistema digitale che faciliti la gestione delle identità, aumenti la sicurezza dei dati e migliori l’efficienza dei processi, offrendo un servizio innovativo e sicuro, migliorando notevolmente l’esperienza degli utenti, incrementando la fiducia nelle tecnologie digitali e contribuendo a una digitalizzazione efficace e inclusiva del settore pubblico e privato.