La settimana scorsa Paolo Righi è intervenuto nel dibattito sulla incompatibilità tra agenti immobiliari e collaboratori di mediatori creditizi, che ha preso il via dopo che, l’8 settembre scorso, la 14esima Commissione permanente (Politiche dell’Unione europea) del Senato ha approvato un emendamento al testo del disegno di Legge Europea 2019-2020 (Aa 2169), introducendo il divieto di svolgere entrambi i ruoli. Lo ha fatto con una serie di post su Facebook, nei quali ha chiarito la sua posizione, diametralmente opposta a quella espressa dai rappresentanti della Fimaa, la Federazione italiana mediatori agenti d’affari.
“Sia ben chiaro, il mio non è e non vuole essere un intervento contro la Fimaa – precisa Righi -. In passato sono stato premiato con la stella al merito della Fimaa, un riconoscimento al quale sono molto legato. Il mio è un modo per esprimere la mia personale opinione nell’ambito di un dibattito più ampio, che tocca il senso più profondo del fare associazione, e cioè tutelare le categorie. Personalmente credo che il modo in cui alcuni rappresentanti della Fimaa stanno portando avanti certe politiche vada contro gli interessi delle categorie che l’associazione rappresenta”.
Come mai ha deciso di far sentire la sua voce usando Facebook?
Leggere delle dichiarazioni nelle quali alcuni imprenditori, in qualità di rappresentanti della Fimaa, affermavano di intravedere la possibilità del compimento del reato di elusione fiscale da parte di un’intera categoria, quella degli agenti immobiliari, mi ha procurato molto fastidio. È stata la negazione di quello che ho fatto per tutta la vita: rappresentare gli agenti immobiliari e i consulenti del credito. Quindi ho deciso di espormi al di là delle cariche che rivesto, attraverso un mezzo che consente di rivolgersi alle persone con cui si è in contatto, esponendo i concetti in maniera più allargata.
Nei suoi post ha criticato a più riprese la visione di fondo espressa dai rappresentanti dell’associazione…
Da un lato, c’è una mancanza di visione che mi atterrisce, perché un’associazione che rappresenta due categorie non può esprimere un parere a discapito di una delle due. Cosa accadrebbe se i due ruoli venissero resi incompatibili per legge? L’associazione dovrebbe rinunciare a rappresentare una delle due? Si deve inoltre considerare che viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti. I cittadini in questo periodo hanno bisogno di servizi. Per tale motivo il sistema economico della maggior parte dei Paesi europei sta andando verso le aziende multiservizi. Proporre la chiusura di un mercato mi sembra, oltre che antistorico, antieconomico. Dobbiamo ragionare piuttosto in termini di “mediatorato” e pensare che agenti e mediatori abbiano lo stesso scopo e rivestano una stessa posizione di terzietà nel mercato. Credo inoltre che i consulenti del credito debbano essere inseriti nella filiera immobiliare.
A suo avviso quali vantaggi possono trarre i mediatori dalla compatibilità dei due ruoli?
L’eliminazione della incompatibilità, nel 2019, ha consentito a molte società di mediazione creditizia di lavorare con gli agenti immobiliari nella massima trasparenza, di fornire un servizio coordinato e una consulenza specializzata e, non da ultimo, di aiutare molte famiglie a coronare il sogno dell’acquisto di una casa. È il caso, ad esempio, di Auxilia Finance e di Credipass, che grazie alla collaborazione reciproca hanno avuto anche modo di crescere e hanno sostenuto a loro volta la crescita delle agenzie immobiliari.
Cosa avrebbero invece da temere sia gli agenti che i mediatori in caso di approvazione dell’emendamento?
L’incompatibilità fra il ruolo di agente immobiliare e quello di collaboratore di società di mediazione creditizia danneggerebbe i mediatori in primis. Il mercato della mediazione creditizia è relativamente giovane, è nato nel 2010, ed è molto piccolo, considerato che, ad esempio, le prime cinque società non presentano un fatturato all’altezza della grande industria. Si tratta dunque di un mercato che è facile chiudere e normare separatamente. Con conseguenze negative. L’incompatibilità rischia di modificare un modello che ha consentito a molte attività di andare avanti anche nei momenti di crisi. Agenti immobiliari e collaboratori non possono certo diventare degli azzeccagarbugli che svolgono una moltitudine di professioni. Vietare però a quei pochi che offrono con successo un servizio multidisciplinare nella propria agenzia immobiliare significa bloccare imprese e fatturato, influendo negativamente sul sistema economico generale. Senza contare che anche un consulente del credito, se vorrà, potrà fare l’agente immobiliare. C’è inoltre il pericolo che si interrompa un flusso e un coordinamento di attività che ha dimostrato di funzionare, con un aumento della trasparenza e a beneficio dei clienti, che sono riusciti a ridurre i tempi per l’ottenimento del mutuo.