Infatti, in occasione delle presentazione dei risultati relativi al terzo trimestre dell’anno, Passera ha annunciato la decisione del gruppo di portare da 3000 a 5000 il numero degli esuberi. Non solo: al 30 settembre l’esposizione dell’istituto verso il rischio sovrano dell’Italia ammontava a 63,39 miliardi, seppur in linea con i 64,47 miliardi del 30 giugno.
L’esposizione al rischio sovrano di Intesa Sanpaolo verso i Paesi Ue è pari a 73,7 miliardi di euro: oltre all’Italia e alla Grecia (446 milioni di euro), l’esposizione è di 2,8 miliardi verso la Germania, a 1,23 verso l’Ungheria, a 2,45 miliardi verso la Slovacchia e a 722 milioni verso la Spagna. In Nord-Africa, vi sono 1,08 miliardi di esposizione verso l’Egitto.
“Noi non cambiamo la nostra politica – ha dichiarato Passera – ma continueremo a investire gran parte della nostra liquidità in titoli di Stato italiani che non riteniamo a rischio. Ho fiducia nei fondamentali dell’Italia ma non molto nel modo in cui l’Italia è gestita ora”.
Intanto Intesa Sanpaolo ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto pari a 527 milioni di euro, in aumento del +3,3% rispetto allo stesso trimestre del 2010. Altri dati riportano calo del 12,3% del risultato netto nei primi nei nove mesi del 2011: 1,92 miliardi contro i 2,2 miliardi del 2010, “un andamento coerente con il piano di impresa 2011-2013/2015, che si pone l’obiettivo prioritario di garantire una redditività sostenibile nel medio periodo”, si legge nella nota del gruppo.
“Siamo soddisfatti di essere riusciti a realizzare risultati solidi anche nel terzo trimestre – ha commentato Passera –. Intesa Sanpaolo continua a reagire con efficacia a condizioni di mercato negative e peggiori del previsto. I primi nove mesi dell’anno sono in linea con i nostri obiettivi”.