Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi: risparmio degli italiani ai minimi storici

Secondo il dossier, con la crisi cambiano anche le motivazioni del risparmio. Scende l’acquisto della casa: valeva il 25,7 per cento nel 2004, il 16,2 nel 2007, il 12,7 nel 2011 e si contrae fino ad appena il 5,5 per cento nel 2012. Toccano invece il massimo le motivazioni ereditarie o di trasferimento di parte della ricchezza ai figli: il 19,5 per cento risparmia per aiutarli, pagar loro gli studi o lasciare un’eredità. Si conferma in lenta crescita negli anni la motivazione a integrare la pensione (12,8 per cento nel 2012 e 9,3 nel 2005). Crisi e riforma previdenziale fanno scendere anche dal 26 al 20,5 per cento il saldo sulle aspettative di sufficienza e insufficienza delle entrate al momento della pensione. La riforma è compresa (il 49,5 per cento pensa che sia giusto lavorare più a lungo) ma il 48,9 dichiara che è sbagliato cambiare le regole troppo spesso. I giudizi positivi, peraltro, sono piu’ frequenti tra i giovani. Il 43,1 per cento si aspetta una pensione pari o inferiore a 1.000 euro e solo il 9,6 ritiene che sarà superiore a 1.500 euro. Nonostante questa consapevolezza, la quota di sottoscrittori di un fondo pensione, negoziale o aperto, è ancora solo del 10,5 per cento.

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