Ivass: assicurazioni, reclami +19% nel I semestre 2024. Crisi climatica ha fatto salire del 26% le procedure delle imprese italiane

Ivass LogoNel 1° semestre 2024 le imprese di assicurazione italiane ed estere che operano in Italia hanno ricevuto dai consumatori 62.330 reclami, con un incremento del 18,9% rispetto all’analogo periodo del 2023. Lo ha reso noto oggi l’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni). Il 44,1% dei reclami ha riguardato la r.c. auto, il 41% gli altri rami danni e il 14,9% i rami vita.

L’incremento è dovuto principalmente ai reclami ricevuti dalle imprese italiane (51.782, + 20,5%); in aumento, seppure più contenuto (+12,1%), anche i reclami verso le imprese estere.

Respinto il 60% dei reclami

Quanto all’esito, è stato accolto il 33% dei reclami, l’8% si è concluso con una transazione e il 59% è stato respinto, in linea con il corrispondente semestre 2023. Il tempo medio di risposta è stato di 22 giorni, ben al di sotto della soglia normativamente prevista di 45 giorni.

Crisi climatica fa aumentare del 25% i reclami nel ramo altri danni

Più in dettaglio, con riguardo ai diversi comparti:

  • la rc auto registra un incremento del 18,7% per un numero complessivo di 27.519 reclami. L’aumento ha interessato in misura prevalente le imprese estere (+25,2%) e in misura minore le imprese italiane (+16,9%);
  • gli altri rami danni, pari a 25.540, subiscono la maggior variazione in aumento nel semestre (+23,7% rispetto al 1° sem. 2023). In questo caso l’aumento ha interessato in larga prevalenza le imprese italiane (+25,9%), per causali riferite in molti casi all’eccezionalità degli eventi atmosferici del 2023, alla anomala concentrazione di sinistri in un ristretto arco temporale e ai conseguenti impatti sui processi liquidativi; decisamente più contenuto l’incremento dei reclami per le imprese estere (+9%, rispetto al -16,4% rilevato per il 1°sem. 2023/1° sem. 2022);
  • più contenuto l’aumento dei reclami riguardanti i rami vita (+8,2% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente), ascrivibile alle sole imprese italiane (+15,6%), a fronte di una sensibile diminuzione (-26,2%) per le imprese estere.