Al 31 dicembre 2019, secondo quanto si legge nella relazione annuale dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), le imprese autorizzate a esercitare l’attività assicurativa e riassicurativa in Italia, sottoposte alla vigilanza prudenziale dell’istituto, sono 101 (100 nel 2018), di cui 98 nazionali e 3 rappresentanze di imprese estere con sede legale in paesi non appartenenti al See. A queste si aggiungono 113 imprese con sede legale in un altro Stato del See operanti con stabilimenti in Italia e 1.049 imprese autorizzate a operare in l.p.s., soggette alla vigilanza prudenziale dell’autorità del paese di provenienza.
Dal 2009 non sono più presenti imprese nazionali specializzate nell’offerta di riassicurazione per i rami vita e danni. Nel 2019, nessuna impresa nazionale ha cessato l’esercizio dell’attività assicurativa e una impresa danni è stata autorizzata all’esercizio. Tra il 2009 e il 2019, le imprese SEE autorizzate a operare in Italia in regime di stabilimento e l.p.s. sono aumentate rispettivamente del 30% (+25 unità) e del 9% (+90).
Il 78% delle rappresentanze sul territorio italiano ha sede legale in Francia, Germania, Irlanda, nel Regno Unito e nel Lussemburgo.
Nel 2019 sono state ammesse a operare in Italia in regime di stabilimento 13 imprese SEE: tre dall’Irlanda e dal Lussemburgo, due dalla Francia, due dalla Germania, una dalla Croazia, dalla Romania e dalla Spagna. Il numero delle rappresentanze di imprese riassicuratrici specializzate con sede nello SEE è sceso a sei unità (sette nel 2018), tutte multiramo. Inoltre,sono state abilitate a operare in l.p.s. 83 imprese o stabilimenti di imprese con sede legale in un altro Stato SEE (119 nel 2018), dei quali 14 provenienti dalla Germania, 12 dall’Irlanda, 10 dalla Francia, 8 dai Paesi Bassi, 5 dal Regno Unito e 5 dalla Svezia (tav. I.8). Le imprese con sede legale in uno Stato SEE che hanno effettivamente operato in Italia raccogliendo premi tramite l.p.s. sono state 367 (ultimo dato EIOPA riferito al 2018).
I PRINCIPALI NUMERI DELLE IMPRESE VIGILATE DALL’IVASS NEL 2019
La raccolta in Italia delle imprese estere e l’attività internazionale delle imprese italiane
Nel 2018, la raccolta vita e danni per il 2018 da parte di tutte le imprese, qualunque sia la nazionalità, presso la clientela italiana, ammontava a 160,7 miliardi, in lieve aumento (+1,3%) rispetto al 2017, ma al di sotto dei valori del biennio 2014-2015. È in crescita rispetto al 2017 il valore dei premi raccolti in Italia da imprese estere (68,9 miliardi rispetto ai precedenti 61,4). L’espansione delle imprese estere è avvenuto soprattutto nei rami vita.
Il 71% della raccolta estera in Italia è effettuata da imprese con sede legale in Italia vigilate dall’Ivass, percentuale in crescita nei 5 anni considerati. Le imprese di proprietà estera effettuavano una raccolta diretta in Italia per un ammontare di 52,5 miliardi di euro nei rami vita (+16,6% rispetto al 2017). Di questa raccolta, 14,2 miliardi erano riconducibili a operatività in regime di stabilimento o in l.p.s., per la gran parte da imprese con sede legale in Irlanda e Lussemburgo.
Resta rilevante (seppur in flessione del -35% rispetto al 2017), la raccolta sul territorio nazionale in l.p.s. da parte di compagnie estere controllate da soggetti italiani, che ammonta a 5,9 miliardi di euro, in prevalenza per la collocazione di prodotti index e unit-linked. Nei rami danni la raccolta diretta in Italia delle imprese di proprietà estera era pari nel 2018 a 16,4 miliardi di euro (+2,7% rispetto all’anno precedente), effettuata per un ammontare di 6 miliardi tramite stabilimento o l.p.s. Le imprese estere a controllo italiano operano nel nostro paese in misura marginale. Il 62% della raccolta è stata effettuata da imprese britanniche o irlandesi, il resto è principalmente attribuibile a imprese con sede legale in Germania o in Francia.
La raccolta complessiva all’estero delle compagnie con sede legale in Italia e vigilate dall’IVASS, effettuata quasi esclusivamente tramite controllate estere, è rimasta stazionaria, con una lieve crescita nel vita (+1%) e una moderata flessione nei rami danni (-1,5%). Tra il 2014 e il 2018 la crescita della raccolta all’estero è stata superiore nei rami vita rispetto a quelli danni (+9,8% contro +4,9%). Complessivamente, le imprese vigilate dall’IVASS di proprietà italiana raccolgono nel 2018 all’estero 46,1 miliardi di euro di premi (di cui 30,5 miliardi nel vita e 15,6 nel danni), corrispondenti a un terzo della loro raccolta totale. La quota è in crescita di 4 punti percentuali rispetto al 2014.
La concentrazione del mercato
La raccolta premi in Italia dei primi cinque e dieci gruppi assicurativi rispetto al totale del mercato assicurativo italiano rappresenta una quota significativa, pari nel ramo vita al 59,5% per i primi cinque gruppi e al 79,4% per i primi dieci; nel ramo danni la quota dei primi cinque gruppi è pari al 67,6% e all’84,2% per i primi dieci.
Con riferimento alla raccolta premi delle imprese individuali, le quote di mercato si modificano nel decennio considerato sia a causa di operazioni straordinarie (fusioni per incorporazione, trasferimenti di portafoglio, cessioni di rami di azienda), sia in conseguenza di sviluppi del portafoglio conseguenti al lancio di nuovi prodotti. Nel 2019, le prime cinque imprese operanti nel vita hanno raccolto il 43,3% (46,0% nel 2018) dei premi; nel mercato danni la quota è stata pari al 55,5% (56,2% nel 2018).
Il quadro sintetico
Nel 2019 la raccolta premi lordi contabilizzati del portafoglio italiano ed estero delle imprese vigilate dall’Ivass è pari a 144,2 miliardi di euro, con un incremento del +3,9% rispetto all’anno precedente. I premi del portafoglio del lavoro italiano diretto e indiretto sono pari a 141,2 miliardi di euro (+3,7%).
I PREMI DEI RAMI VITA
Andamento generale della raccolta vita
I prodotti di ramo I (assicurazioni sulla durata della vita umana) sono in crescita per il secondo anno consecutivo (+5,5% nel 2018 e +9,7% nel 2019), dopo tre anni di calo nel periodo 2015 – 2017; per contro, quelli di ramo III (index e unit-linked), sono in diminuzione del -6,6% (-4,5% nel 2018), in contrapposizione all’andamento fortemente positivo del 2017.
Nel complesso, la raccolta nei rami I e III ammonta per il 2019 a 100,5 miliardi di euro (94,8% della raccolta complessiva del vita). Per quanto riguarda gli altri rami, il ramo V è in flessione (-32,9%), dopo la sostenuta crescita del 2018, mentre continua a crescere, per il sesto anno consecutivo, il ramo VI (fondi pensione) che rappresenta una quota di mercato contenuta (2,6% della raccolta vita).
La raccolta netta (saldo tra premi e oneri relativi ai sinistri) ha mostrato nel 2019 una crescita rispetto all’anno precedente, dovuta all’incremento dei premi superiore all’aumento degli oneri relativi ai sinistri. Il rapporto sinistri su premi nel 2019 è rimasto stabile al 71,8%, mentre il rapporto dei riscatti (una componente degli oneri relativi ai sinistri) rispetto ai premi ha manifestato una flessione, passando dal 44,3% nel 2018 al 39,9% nel 2019.
I premi dei prodotti vita individuali
Nel 2019 la raccolta premi per le polizze individuali rappresenta il 93,8% della raccolta complessiva. La composizione dei prodotti vita tra prodotti tradizionali di ramo I e V (rispettivamente assicurazioni sulla durata della vita umana e operazioni di capitalizzazione) e prodotti di ramo III si è lievemente modificata: a fine anno, i primi si attestano al 69,7% del complesso dei prodotti individuali (66,4% nel 2018) mentre i secondi incidono per il 28,0% (31,4% nel 2018).
I premi delle polizze vita multiramo
Una evidenza della raccolta premi a fine 2018 relativa a polizze multiramo del settore vita è rilevabile dalle segnalazioni in materia di autovalutazione dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. Le polizze multiramo sono particolarmente rilevanti per le imprese italiane con il 31,5% della raccolta vita, seconda solo alle polizze tradizionali di ramo I (46,5%).
Sono quasi assenti, invece, le suddette tipologie contrattuali nei portafogli delle imprese estere (1,3% per i prodotti di ramo I e 1,1% per i prodotti multiramo) specializzate, soprattutto, nella commercializzazione di unit-linked di ramo III (65,8%).
I premi dei rami danni
La produzione dei rami danni (lavoro diretto italiano) cresce nel 2019 del +3,2%, rafforzando la variazione positiva del 2018 (+2,3%). La ripresa della raccolta è dovuta prevalentemente ai comparti salute (+3,5 nel 2018 e +7,5% nel 2019) e property (+3,7% e +4,5%) che rappresentano nel 2019 il 36,7% della produzione dei rami danni nel lavoro diretto italiano. Sono in crescita anche i comparti della tutela legale e assistenza (+10%), del credito e cauzione (+6,9%), dell’r.c. generale (+5,9%). Il comparto auto cresce, seppur lievemente, per il secondo anno consecutivo (+0,1% rispetto al 2018) dopo sei anni consecutivi di decrementi. Il comparto trasporti torna a crescere (+3%), dopo il calo (-4,6%) del 2018.
Nell’ambito del ramo r.c. generale, la r.c. sanitaria assume particolare importanza per il ruolo sociale di tutela del paziente danneggiato in conseguenza di errori nei protocolli di cura. I premi raccolti in Italia per la copertura di questo rischio ammontano a 613,3 milioni di euro (in crescita rispetto ai 585,5 milioni del 2017). Si riscontra un incremento del numero di unità assicurate nell’ambito delle strutture sanitarie private e dei professionisti sanitari mentre continua la diminuzione del numero di strutture pubbliche assicurate, che sempre più tendono ad affiancare all’assicurazione le misure di auto-ritenzione del rischio (gli accantonamenti a tal fine ammontavano nel 2017 a 592,4 milioni di euro, +16% rispetto all’anno precedente).
LA DISTRIBUZIONE
La distribuzione della produzione vita
Nel 2019 rimane costante la quota delle vendite tramite gli sportelli bancari e postali (60,7% a fronte del 60,8% del 2018) che costituiscono il canale maggiormente utilizzato nel settore vita. Risulta in crescita la quota relativa al canale agenziale, dal 22,8% del 2018 al 23,8%, mentre si riduce il peso dei promotori finanziari, dal 14,3% al 13,6%.
La distribuzione della produzione danni
Nel 2019 prosegue l’andamento osservato negli anni precedenti nella distribuzione delle polizze danni, con una progressiva riduzione della quota intermediata dal canale agenziale, che resta comunque prevalente. Si incrementano la quote intermediate tramite vendita diretta e sportelli bancari (inclusi i promotori finanziari), passate rispettivamente dal 5,7% del 2018 al 6,0% e dal 6,7% al 7,7%.
LA VIGILANZA ISPETTIVA
Nel 2019 sono stati condotte 30 ispezioni, di cui 24 presso imprese e sei presso intermediari
iscritti al Rui; altre cinque verifiche avviate nel 2019, di cui tre presso imprese, sono state
concluse nel 2020. Cinque ispezioni su imprese sono state disposte al di fuori del piano; negli altri casi, 22 soggetti ispezionati erano classificati a priorità alta. L’impegno complessivo è stato di 3.149 giorni uomo.
Quasi l’80% degli accertamenti presso le compagnie ha avuto a oggetto profili di vigilanza
prudenziale; gli esiti – soprattutto in materia di BEL danni – hanno innescato una proficua
dialettica con la vigilanza off-site allo scopo di individuare le aree sulle quali l’Istituto ritiene
necessario sensibilizzare le imprese vigilate. Attenzione è stata riservata alla robustezza dei
processi di stima delle riserve. Da rimarcare l’effettuazione della prima verifica in materia di rischi Ict, area di rilevanza strategica per l’industria e per la stessa supervisione.
In materia di antiriciclaggio (sei ispezioni), sono state consolidate le metodologie inserite nel
percorso di analisi ispettivo, in particolare con riguardo alle tecniche di campionamento adottate per esaminare il processo di adeguata verifica della clientela e per assicurare il rispetto dell’obbligo di collaborazione attiva.
Nel quadro del potenziamento delle metodologie ispettive, previsto dal vigente Piano
strategico, è stata avviata la redazione di cinque percorsi di analisi ispettiva, con il coinvolgimento della quasi totalità delle risorse. Infine, possibili affinamenti sono stati individuati con riferimento all’attuale guida ispettiva, alla luce dell’esperienza maturata nel primo anno di applicazione.