Ivass: Relaziona annuale 2023, l’andamento dei rami vita e danni

Ivass LogoIn Italia operano 85 imprese di assicurazione nazionali e 4 rappresentanze di imprese extra See (85% dei premi totali). Sono autorizzati 234.713 intermediari di assicurazione (agenti, broker, etc.).

Nel 2023 la raccolta premi del lavoro diretto italiano delle imprese vigilate dall’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) si è attestato a 129,2 miliardi di euro, pari al 6,2% del Pil; i rami vita rappresentano il 71% della raccolta complessiva. Sono alcuni dei dati diffusi oggi nel corso della presentazione del Relazione sull’attività svolta dall’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) nell’anno 2023.

Secondo quanto illustrato nel rapporto, la situazione patrimoniale delle società assicuratrici è solida. Alla fine del 2023 l’indice di solvibilità medio delle compagnie italiane era del 258% (+12 punti rispetto al 2022) e in linea con la media europea; è rimasto sostanzialmente stabile nei primi mesi del 2024. Negli ultimi anni i movimenti dell’indice di solvibilità sono stati in generale relativamente limitati, nonostante le forti oscillazioni dei tassi di interesse.

Il risultato di esercizio e il Roe, rispettivamente pari a 8 miliardi di euro e al 10,5 per cento, sono tornati su valori prossimi a quelli pre-pandemici. Il comparto vita, che l’anno scorso aveva registrato una leggera perdita, quest’anno è tornato a produrre un utile significativo.

Anche per il 2023 il Mef ha concesso la facoltà di sterilizzare temporaneamente in bilancio le minusvalenze del portafoglio investimenti non durevoli e di tener conto, per la distribuzione dei dividendi, della quota delle minusvalenze sospese delle gestioni separate, che da contratto dovrebbero essere ribaltate sui sottoscrittori delle polizze. L’esercizio di tale facoltà ha consentito di sterilizzare minusvalenze per circa 7 miliardi, per la gran parte nel ramo vita.

Il ricorso ripetuto a deroghe temporanee mette in discussione la capacità dei principi contabili vigenti di rappresentare correttamente la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato di esercizio delle compagnie – ha dichiarato il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini -. Sarebbero preferibili interventi più sistematici e ponderati. Alla fine dell’anno scorso abbiamo prospettato alle autorità di Governo una modifica alla normativa nazionale che consentirebbe di definire un impianto prudente, trasparente e ragionevolmente stabile, in attesa dei progetti più ampi di revisione previsti nel lungo periodo, in armonia con i principi contabili internazionali”.

Rami vita

Il rialzo dei tassi ha continuato a incentivare nel 2023 i riscatti delle polizze vita. I riscatti sono cresciuti del 63%, la raccolta premi è diminuita del 3% circa. La redditività del comparto è stata del 12,6%, beneficiando anche del recupero delle quotazioni di mercato degli attivi.

La dinamica delle estinzioni anticipate è stata influenzata dalla natura dei canali distributivi usati da ciascuna compagnia, e varia a seconda del valore delle polizze.

I riscatti hanno acceso il faro sulla liquidità e, dietro anche la spinta dell’Ivass, le compagnie hanno posto in essere soluzioni nel complesso efficaci – ha aggiunto Signorini -. Tuttavia, l’esperienza degli ultimi due anni ha messo in evidenza i rischi connessi ad alcuni modelli di business vita. In presenza di rendimenti garantiti e facoltà di riscatto senza penalità, non possono che crearsi tensioni quando mutano le condizioni di mercato”.

L’Istituto evidenzia la necessità di correttivi e sottolinea come le compagnie dovranno ripensare l’offerta di prodotti, calibrando meglio la struttura delle garanzie offerte, i connotati di liquidità delle polizze, gli incentivi ai distributori.

Dal canto nostro, continueremo a riflettere sugli strumenti, anche normativi, che possono contribuire ad accrescere la stabilità e il valore per i clienti dei prodotti Vita, valorizzando il contenuto di protezione tipico del rapporto assicurativo – ha precisato il presidente dell’Ivass -. Quest’ultimo, tra l’altro, ne giustifica il regime legale di favore: un aspetto su cui si è soffermata di recente la giurisprudenza. In alcuni paesi europei, i benefici fiscali previsti per i prodotti assicurativi vengono calibrati in funzione della durata dell’impegno contrattuale assunto, dell’importo del premio o del tipo di prestazione. Solleciteremo un confronto con l’industria, gli intermediari e i consumatori, con l’obiettivo di mettere le nostre valutazioni a disposizione del Governo e del Parlamento”.

Rami danni

La raccolta è aumentata per il terzo anno consecutivo (6,6%), raggiungendo i 38 miliardi di euro. Crescono le coperture per i rischi diversi dall’ r.c. auto. Tra il 2014 e il 2023 l’incidenza complessiva dei comparti salute (malattia e infortuni) e property (incendio ed elementi naturali, nonché altri danni ai beni) è salita dal 32% al 40%, un valore ormai prossimo a quello del comparto auto (42%); all’interno di quest’ultimo, nello stesso periodo la quota della copertura obbligatoria è scesa di oltre 10 punti percentuali, al 75%. Una tendenza alla riduzione del gap rispetto agli altri paesi europei.

Nel 2023, il Roe del comparto danni è diminuito dal 9% all’8%, ma rimane pressoché in linea con la media dell’ultimo decennio.

L’aumento del costo dei risarcimenti dovuto all’inflazione e l’infittirsi dei danni legati a eventi climatici hanno avuto un impatto significativo sull’onere dei sinistri. Dato che i premi si adeguano con ritardo, è salito di 14 punti percentuali il rapporto tra sinistri e premi (dal 62% al 76%); il combined ratio è appena sotto al 100 solo grazie alla riassicurazione.

Dopo dieci anni di diminuzioni, dalla seconda metà del 2022 l’inflazione ha cominciato a spingere verso l’alto i premi della r.c. auto e si sono affievoliti gli effetti di alcune riforme. Alla fine del 2023 i prezzi delle polizze erano cresciuti del 7,9% rispetto al 2022. La crescita, proseguita nei primi mesi del 2024, sta ora rallentando. A maggio il premio medio è stato di 400 euro. E l’Ivass prevede che la tendenza al rallentamento prosegua nei prossimi mesi.

In audizione ha suggerito la possibilità di introdurre nuovi strumenti per tornare a comprimere i prezzi, accrescendo la concorrenza e incentivando l’adozione di comportamenti di mitigazione del rischio. “Chi sceglie di installare la scatola nera ottiene sconti notevoli dalla propria compagnia; ma si possono creare effetti di lock-in che riteniamo si possano superare attraverso norme che prevedano lo scambio di alcuni dati chiave fra le compagnie”, ha concluso Signorini.