Stando agli addetti ai lavori l’entità del taglio potrebbe essere di un quarto di punto o di mezzo punto. In entrambi i casi il tasso di politica monetaria (Refi) dell”Eurozona è destinato a scendere sotto la soglia dell’1%, con effetti diretti su altri due parametri controllati dalle Bce: quello sui prestiti marginali alle banche, attualmente all’1,75%, e quello sui depositi che l’istituo europeo paga alle banche che “parcheggiano” overnight la propria liqudità presso Francoforte.
Dopo il taglio dei tassi la remunerazione derivante d queste operazioni, attualmente allo 0,25%, dovrebbe diminuire e attestarsi a pochi centesimi sopra lo zero. Scopo di questa manovra sarebbe quello di scoraggiare la tendenza delle banche commerciali a ridepositare a Francoforte la liquidità ricevuta dalle stessa Bce piuttosto che metterla a disposizione dell’economia reale.
Non tutti gli esperti però sono dell’avviso che il taglio sulla remunerazione dei depositi si rivelerà efficace, considerato che attualmente solo le banche della zona settentrionale di Eurolandia continuano a ridepositare il proprio denaro presso la Bce, avendo liquidità in eccesso che preferiscono non prestare agli isitituti della zona meridionale, considerati a rischio.