Al termine del consiglio direttivo il presidente della Bce Mario Draghi ha sottolineato che l’attività economica nell’Eurozona ”resta debole” e che la ripresa ”sarà graduale”, con ”un’elevata incertezza” collegata all’elevata disoccupazione.
In questo quadro, ha continuato l’ex governatore della Banca d’Italia, l’inflazione tendenziale dovrebbe ”scendere sotto il 2% nel 2013”, con la possibilità di un rallentamento entro fine anno collegato “all’evoluzione dell’andamento del petrolio”.
Draghi ha comunque espresso un giudizio positivo sui risultati del vertice europeo, sottolineando che “i fondi salva Stati Efsf e Esm sono appropriati rispetto ai rischi e agli avvenimenti che possiamo prevedere”.
Per il presidente “è essenziale che gli istituti rafforzino la propria resistenza dove è necessario”, perché “la solidità del bilancio delle banche è un fattore chiave per il finanziamento alle imprese”.
Quanto alla crisi in corso Draghi si è detto ocnvinto che la situazione attuale “non è peggiore di quella del 2008 e del 2009”.
Le reazioni dei mercati alla mossa della Bce è stata comunque negativa. La Borsa valori ha chiuso in netto ribasso: l’indice Ftse Mib ha segnato un calo del 2,03%, a 14.088 punti, dopo aver toccato un minimo del -3,6%, mentre l’All Share ha ceduto l’1,79%.