“Bisogna fare attenzione – ha sottolineato Edoardo Bacis, fresco di nomina alla carica di presidente per il triennio 2013-2016 – a non incorrere nell’errore di considerare queste flessioni come il segnale della crisi del leasing come strumento di finanziamento che, anzi, per modalità e semplicità resta fra i preferiti da parte delle imprese che hanno necessità di investire. La crisi è economica e negli investimenti tout court. Da qui le flessioni anche per il leasing, che ha mostrato più sofferenze in alcuni settori, ma meno in altri rispetto a differenti modalità di finanziamento”.
L’arresto peggiore è stato registrato dal leasing “strumentale”, con un meno 7,1% su base annua nel numero dei contratti e un meno 21,4% nel valore dello stipulato, che con 5,7 miliardi si è confermato il principale target di chi si rivolge a questa forma di finanziamento.
Al secondo posto per valore di finanziamenti c’è il leasing auto (4,9 miliardi) che per la prima volta, dopo molti anni, ha superato per importanza il comparto del leasing immobiliare, vittima per il quinto anno consecutivo di una flessione, con uno stipulato di 3,6 miliardi.
In contrazione anche il leasing di impianti e centrali di generazione di elettricità da fonti rinnovabili: meno 25,5% nel numero dei contratti e meno 46,4% nello stipulato.
Del tutto secondario, poi, il peso del comparto aeronavale e ferroviario che, pur vedendo una crescita nel sottocomparto del navale commerciale, ha visto ridursi ancora il proprio peso sullo stipulato complessivo: meno 50,8% nel valore dello stipulato e addirittura meno 67,6% fra 2012 e 2011 nel numero dei contratti siglati, per un importo totale che si è attestato al di sotto dei 400 milioni di euro.
Per il 2013 l’Assilea prevede “migliori aspettative sul comparto auto e, dopo anni di flessione, si potrebbe assistere a una debole ripresa anche del leasing immobiliare”, con attese di un ulteriore ridimensionamento nel comparto Energy e una leggera del comparto strumentale.
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