Legge3: 2 imprenditori su 3 non sanno che esiste una legge per liberarsi dal sovraindebitamento

Legge3.it LogoA nove anni dalla sua emanazione la legge 3/2012 sembra essere sconosciuta al 62% degli imprenditori. A sostenerlo è un’indagine condotta dal Legge3, società italiana specializzata nella risoluzione di casi da sovraindebitamento, su 480 intervistati. In particolare, quasi 2 imprenditori su 3 (62%) non sanno dell’esistenza della legge e delle opportunità che questa ha introdotto. Di questi, circa il 21% si è trovato o si trova a dover far fronte a situazioni di indebitamento e il 3% di sovraindeditamento, ma nessuno di loro aveva mai sentito parlare della Legge 3/2012 prima del sondaggio, neanche dal proprio commercialista o avvocato.

Il 74% degli imprenditori intervistati ha accusato un peggioramento economico a causa della crisi portata dal covid, il 25% è stato costretto a chiedere dei prestiti per far fronte alle spese, soldi che ancora non è riuscito a restituire completamente (88%). 

Credo sia davvero inconcepibile che nel nostro paese esista uno strumento che potrebbe aiutare milioni di persone, e non venga promosso in misura adeguata – commenta Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3 -. Addirittura, in molti casi non ne sono a conoscenza neanche i commercialisti, oppure, alcuni credono sia qualcosa riservato esclusivamente alle aziende. Non è assolutamente così. Si tratta di strumenti accessibili anche ai privati, che possono portare allo stralcio di una parte, anche importante, del monte di debiti, purché si rispettino determinati parametri, pagando poi la parte restante con un piano di rateizzazione che sia realmente sostenibile e consenta all’indebitato di vivere una vita dignitosa e onorare l’impegno preso con i creditori. Credo che in Italia ci sia bisogno di una maggior educazione finanziaria, magari introducendola anche nelle scuole. Questo non solo permetterebbe di diffondere una maggior conoscenza degli strumenti normativi previsti dal nostro sistema di leggi, ma anche di imparare a gestire meglio il denaro, riuscendo a capire quali siano gli investimenti da fare o da evitare, i prestiti che possono aiutare la ripresa e quelli che, al contrario, non faranno altro che peggiorare la situazione”.