Nata 21 anni fa dalla volontà di Confcommercio e Confesercenti, quella di Cofiter è una realtà che ha saputo evolversi in maniera costante nel corso del tempo, senza rivoluzioni ma adeguandosi alle nuove esigenze del mercato e cercando di mantenere ai massimi livelli la propria autorevolezza. Due sono stati i momenti fondamentali di questo percorso: nel 2011 la società è diventata un intermediario sottoposto alla vigilanza di Banca d’Italia; nel 2014 ha ottenuto l’accreditamento al Fondo europeo per gli investimenti per l’attività di microcredito. “Un filone, quest’ultimo, che come confidi siamo stati i primi, in Italia, a praticare e che ci ha consentito di distribuire ricchezza sul territorio negli anni di crisi e post terremoto – precisa il presidente Marco Amelio -. Su questa strada abbiamo proseguito con soddisfazione, in linea anche con le direttive europee in termini di rispetto ambientale, implementazione infrastrutturale viaria e digitale, inclusione sociale”. Con l’aiuto di Amelio guardiamo più da vicino come è strutturato e come lavora oggi il confidi.
Quali sono oggi le vostre principali attività?
Nati esclusivamente per “garantire” le aziende che chiedevano credito alle banche, per fare dunque da cuscinetto, siamo ora, grazie ad accordi con Fei e Bei, anche erogatori di microcredito (fino a 25.000 euro) per interventi tesi ad ampliamenti, ristrutturazioni, nascita di nuove attività. Selezioniamo le aziende, non credendo nei contributi a pioggia. Verifichiamo i piani industriali e in assenza le supportiamo nella realizzazione. Stesso discorso per business plan e calcolo del rischio. Di recente abbiamo sottoscritto un accordo con Simest grazie a cui rilasciamo garanzie a favore delle imprese che beneficiano dei finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione che la stessa Simest gestisce per conto del Ministero dello Sviluppo Economico (Fondo rotativo, legge 348/81). Per noi, al centro, c’è il cliente. Che non è uno slogan: è proprio il cliente nelle sue peculiarità, che non sono necessariamente standard, ad essere la cosa più importante. Abbiamo una cosiddetta hub di servizi, sfida del presente e del futuro. Per elencarne alcuni: strumenti di consulenza per conoscere il cliente e valutare insieme le opportunità finanziarie idonee a soddisfare esigenze di investimento e liquidità aziendale; strumenti di agevolazioni che consentono alla Pmi di verificare la possibilità di accedere a contributi in conto interesse e capitale che si traducono un beneficio economico tangibile; strumenti di internazionalizzazione per accompagnare la Pmi all’accreditamento nei mercati esteri, come con Simest. Abbiamo puntato moltissimo sulla comunicazione digitale, per essere più smart, con un utilizzo appropriato dei social, a partire da Linkedin, così da intercettare un’utenza sempre più variegata e generando curiosità verso di noi ed essere immediatamente riconoscibili. Oltre al tradizionale sito, di recente rinnovato, in cui si possono trovare informazioni dettagliate.
A livello territoriale come siete strutturati?
Il quartier generale di Cofiter è a Bologna, in via Brini 45. Il nostro staff è composto da una quarantina di professionisti, cui si aggiungono i commerciali. Operiamo per missione su tutta l’Emilia Romagna, ma ci stiamo espandendo e consolidando anche in altre regioni, soprattutto del Centro piuttosto che del Nord, quindi Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio, Abruzzo e Marche. Diciamo che siamo un confidi collaudato, con una visione e capacità di intervento nazionale.
Come è andato il 2018?
Il bilancio è assolutamente positivo. Cofiter è diventata a tutti gli effetti un’’azienda’ giovane e dinamica. Un obiettivo affatto scontato. Andremo ad elezioni in primavera, certi di avere fatto un buon lavoro.