Mediatori creditizi: come stanno reagendo all’emergenza i big del settore?

Di sicuro al momento c’è solo il fatto che il settore dell’intermediazione creditizia uscirà da questa emergenza cambiato. L’isolamento sociale imposto dal covid-19 ha determinato un’accelerazione verso l’utilizzo di strumenti tecnologici e digitali che continueranno a essere utilizzati anche una volta cessata la pandemia, incidendo in maniera sensibile sul modo in cui fino a poche settimane fa i professionisti del comparto erano abituati a lavorare. A fronte di questa certezza, sono ancora tante le domande senza risposta. SimplyBiz ha posto alcune domande ai principali mediatori creditizi, chiedendo di raccontare come stanno gestendo la situazione dal punto di vista dell’operatività e quali sono le loro previsioni per il prossimo futuro.

Grassi, AffidaAffida
Stefano Grassi, presidente

Operatività
In questo momento per noi, come per molti altri, la parola d’ordine è smart working. Per garantire la possibilità di lavorare a distanza e in sicurezza abbiamo prontamente deciso di anticipare alcuni investimenti che erano comunque in programma, dotandoci di strumenti tecnologicamente avanzati, tra cui la firma a distanza. Stiamo avendo riscontri molto positivi sul fronte cessioni del quinto e prestiti, dove le banche si sono mostrate molto reattive nel consentirci di raccogliere anche le loro firme, con la medesima modalità. Confidiamo che lo stesso possa avvenire anche lato mutui, giacché stiamo raccogliendo diverse richieste che al momento mettiamo “in frigo” in attesa della fine del lockdown, quando potremo vedere i clienti per raccogliere fisicamente la firma sulla domanda di finanziamento. Ma è importante che il lavoro non si stia fermando e, grazie alle campagne dem, invio di sms, teleselling e attività sui social, l’impegno è notevole.
Un’altra delle priorità del momento è la formazione, che stiamo gestendo tramite webinar: ogni giorno un corso. Abbiamo inoltre attivato una chat che coinvolge tutta la rete e che utilizziamo per diffondere good news, relative ad esempio ai successi che riusciamo a ottenere in questo momento così complesso, per fare in modo che siano più contagiosi del virus che stiamo fronteggiando. Siamo vicini alla rete sia con strumenti di supporto, che con attività centralizzate, acquisto e generazione di leads, anticipazioni finanziarie sulle provvigioni maturate e altro.
Un’altra cosa che stiamo facendo è lavorare con i nostri partner immobiliari: abbiamo creato dei gruppi per scambiare idee, informazioni e altro con gli agenti immobiliari, ai quali, in questo momento particolare in cui sono “chiusi per decreto”, offriamo più che mai la nostra collaborazione.

Scenari futuri
Sarebbe poco realistico non attendersi una flessione del business. Però sono anche convinto che mai come in questo momento avremo riscontro della celebre affermazione di Darwin secondo cui non è il più forte o il più intelligente a sopravvivere ma quello che sa adattarsi meglio. A causa di questa emergenza stiamo vivendo un cambiamento enorme e i professionisti del settore sono chiamati a modificare in modo radicale il loro modo di lavorare, utilizzando nuovi strumenti e nuove tecnologie, con consulenze online, firma digitale, videoconferenze e molto altro. Coloro che riusciranno a farlo prima e meglio degli altri potranno ottenere da questa situazione un vantaggio, facendola diventare una modalità di lavoro da affiancare a quella tradizionale, anche dopo. Auspichiamo che questa spinta obbligata alla digitalizzazione avvenga di pari passo in tutti i settori, per facilitare il nostro lavoro di intermediari e soprattutto per velocizzare le richieste di credito di famiglie e imprese, oggi ancora troppo imbrigliate nei meandri degli eccessi di burocrazia. Sempre sul “dopo” auspichiamo che ci siano aiuti da parte della Bce, dello Stato e delle banche, affinché, ad esempio, non sia pregiudizievole una voce quale la cig in busta paga, piuttosto che una segnalazione in banca dati, dovuta al periodo Covid-19. La garanzia di un fondo di solidarietà, ad esempio, potrebbe aiutare le banche a erogare credito anche in presenza di queste situazioni.

 

Bassani, Auxilia FinanceAuxilia Finance
Roberto Bassani, direttore generale

Operatività
Per fronteggiare la crisi come prima cosa, per i nostri clienti, abbiamo migliorato e affinato il sistema di consulenza a distanza che già avevamo introdotto in precedenza. Stiamo inoltre supportando la rete con una campagna di comunicazione mirata, rivolta sempre ai clienti. Dopo un momento di iniziale spaesamento, dovuto alla situazione assolutamente inedita e imprevedibile in cui ci siamo trovati, i nostri collaboratori stanno reagendo in maniera positiva alle circostanze.
Dal punto di vista dell’erogato, avevamo ipotizzato numeri peggiori di quelli che invece stiamo registrando. In questo ci stanno sicuramente premiando le scelte fatte in passato e la necessità di non doverci recare fisicamente presso gli sportelli bancari per stipulare i contratti. Si può dire che con i principali istituti con cui collaboriamo non abbiamo praticamente avuto un’interruzione dell’operatività.
In questo momento stiamo anche dando spazio alla formazione. Abbiamo chiesto alla rete quali fossero gli argomenti ritenuti più interessanti e, una volta raccolte le risposte, abbiamo stabilito un programma molto articolato che prevede una sessantina di aule virtuali di formazione, strutturate come “tavoli di lavoro” più che come webinar.

Scenari Futuri
Come azienda abbiamo iniziato a ragionare su scenari di breve e di lungo periodo. Dato che i mutui per acquisto avranno verosimilmente dei tempi di ripresa abbastanza lunghi, abbiamo intenzione di diversificare sempre di più i prodotti veicolati dalla nostra rete, concentrandoci su cessioni del quinto e prestiti personali in primis, considerate anche le esigenze di liquidità che singoli e famiglie avranno al termine dell’emergenza.
Altro dato importante è la nostra sinergia con la Fiaip, che ci porta a lavorare a stretto contatto con il mondo immobiliare, in modo da favorire una ripresa reciproca in tempi rapidi.
Uno dei nostri timori è che alcuni istituti di credito, soprattutto quelli maggiormente legati all’operatività sul territorio, abbiano bisogno di tempi più lunghi per ripartire una volta finita l’emergenza, rallentando il lavoro dei collaboratori. Anche per questo abbiamo iniziato da alcuni giorni a lavorare con degli istituti di credito per utilizzare procedure completamente digitali, che consentano di non perdere alcuna opportunità.

 

Baldassin, CredipassCredipass
Mauro Baldassin, amministratore delegato Credipass

Operatività
Attualmente i nostri dipendenti stanno svolgendo tutti le loro mansioni direttamente da casa, in modo da garantire assistenza completa all’intera rete che opera principalmente in smart working. Condizione questa che, nonostante il brutto momento che stiamo vivendo, risulta essere meno difficoltosa del previsto grazie agli investimenti in tecnologia fatti dalla nostra azienda in passato. La rete si è strutturata per fare video chiamate con i clienti grazie alla piattaforma Meet compresa nella nostra casella di posta, in aggiunta i nostri collaboratori si avvalgono di uno strumento importante e prezioso che Credipass utilizza ormai da tempo: la firma digitale.
Ovviamente le criticità e i rallentamenti non mancano ma, osservando i dati delle pratiche caricate fino ad oggi, possiamo ritenerci ampiamente soddisfatti: l’anno scorso a marzo abbiamo caricato circa 1.100 pratiche di mutuo, quest’anno siamo attorno alle 950-980, quindi stiamo perdendo solo il 10%, che in questo momento dal mio punto di vista è un risultato straordinario. Abbiamo un rallentamento un po’ più accentuato per quel che riguarda le erogazioni, dovuto soprattutto alla difficoltà nell’effettuare le perizie e alla chiusura di alcuni studi notarili; al tempo stesso, però, questo mese faremo il nostro record di erogato di cessioni del quinto.
Nonostante il momento difficile che stiamo attraversando, non “abbandoniamo” la nostra rete. Negli ultimi mesi abbiamo erogato più di 400.000 euro di anticipi provvigionali e ci stiamo strutturando per somministrarne altri.
Approfittiamo di questo momento di “stasi” per dedicarci alla formazione attraverso una serie di webinar gestiti tramite la nostra piattaforma, che ci permette di erogare formazione in contemporanea a tutti i nostri 750 collaboratori.
Stiamo anche completando alcuni passaggi interni per importare la tecnologia di iRealtors (società di proprietà della capogruppo Hgroup), che ci permetterà a breve di identificare il cliente a distanza e, quindi, di essere in grado di completare tutto il processo di identificazione cliente e raccolta firma indipendentemente dalla lontananza.

Scenari futuri
Questa situazione, volente o nolente, ci porterà a cambiare il nostro modo di vivere e di lavorare. Il cambiamento fa parte della nostra evoluzione e bisogna saperlo cavalcare e sfruttare nel miglior modo possibile. Per la ripresa abbiamo ipotizzato tre date: primo maggio, primo giugno o primo luglio, ovviamente con riflessioni diverse per gli impatti che questo stop determinerà sul mercato. La speranza è che si possa tornare parzialmente alla normalità a partire dal mese di maggio e che nel mese di giugno si ricominci a lavorare a pieno regime. Nel frattempo, come azienda, ci concentriamo maggiormente su attività commerciali con “campagne” mirate per i nostri clienti e nella generazione di lead da assegnare ai nostri collaboratori, per permettere loro di fare attività, anche se in modo diverso, e di generare fatturato nei prossimi mesi.

 

Ferrara, MonetyMonety
Antonio Ferrara, amministratore delegato

Operatività
Tutto il personale sta lavorando in modalità smart working al fine di garantirne la sicurezza e la salute, preservando l’operatività. Avendo la società una struttura molto agile, siamo riusciti a organizzarci nel giro di poco tempo continuando ad assicurare comunque il servizio ai nostri clienti, il tutto senza ritardi nonostante le numerose difficoltà.
Abbiamo fornito delle linee guida ai collaboratori per indirizzarne l’attività in questo momento così complesso.
Il dialogo con le banche è chiaramente quotidiano e stiamo cercando di capire se è possibile digitalizzare alcuni dei processi che ancora necessitano dell’incontro fisico con i clienti.

Scenari futuri
Al momento è difficile capire quando cesserà l’emergenza. Nel frattempo stiamo cercando di individuare le forme migliori di operatività, implementando i processi digitali e prevedendo delle forme di supporto nei confronti dei collaboratori, che stanno vivendo un momento di oggettiva difficoltà nonostante il grande impegno profuso nel portare avanti il proprio lavoro.

 

Chidini, Più Mutui CasaPiù Mutui Casa
Carlo Chidini, presidente

Operatività
Nel momento in cui si è determinata l’emergenza abbiamo provveduto a chiudere i nostri uffici e a mettere tutto il personale in modalità smart working, per poter continuare a operare al 100 per cento in completa sicurezza. Lo stesso abbiamo fatto con i nostri collaboratori. Le procedure della società sono state riviste per consentire di lavorare a distanza senza interruzioni del servizio.
Abbiamo inoltre avviato una campagna di recall dei clienti, per garantire alla rete nuove opportunità di business, e iniziato un’attività di formazione con seminari online su prodotti bancari, prodotti assicurativi, tecniche di comunicazione, uso dei canali social e altro. Questo anche per continuare ad aver un rapporto quotidiano con la rete, cosa che reputiamo fondamentale in questo periodo così complesso e dalle prospettive incerte.

Scenari futuri
Fare previsioni in questo momento è estremamente complesso. Una differenza importante la farà anche l’atteggiamento delle persone una volta superata l’emergenza: potrebbero decidere che è il momento giusto per acquistare casa e spendere oppure, viceversa, che è meglio rimanere in attesa e vedere cosa succede. Sicuramente ci aiuta il fatto di avere alle spalle una rete immobiliare molto ben strutturata sul territorio, che garantirà in ogni caso un minimo di produzione.
Se vogliamo ipotizzare dei numeri, il nostro obiettivo è riuscire a raggiungere tra settembre e dicembre almeno il 60 per cento di quanto ottenuto l’anno scorso. Abbiamo chiuso febbraio con un più 10 per cento sul 2019. Chiuderemo marzo con un meno 10 per cento. E da aprile in poi staremo a vedere quello che succederà, pronti a fare il possibile per ripartire appena ce ne saranno le condizioni.

 

Barba, PrestitoSìPrestitoSì
Vincenzo Barba, presidente Holding H2B, gruppo PrestitoSì

Operatività
Di fronte a questa emergenza la nostra prima preoccupazione è stata quella di garantire la sicurezza delle persone che lavorano per noi. Per fare questo abbiamo innanzitutto chiuso le nostre sedi fisiche e abbiamo iniziato a operare in modalità smart working, per continuare a offrire servizi e prodotti ai nostri clienti. È stato inoltre stanziato un plafond di 300.000 euro per anticipi provvigionali alla rete ed è stata potenziata la generazione di lead a disposizione dei collaboratori. Ancora, abbiamo organizzato una serie di webinar per la formazione sui prodotti e su altri aspetti centrali per il lavoro della rete.

Scenari Futuri
Considerato che formulare ipotesi in questo momento è estremamente complicato, possiamo ipotizzare che, se questa emergenza verrà risolta nell’arco di tre mesi, il settore dell’intermediazione subirà dei danni ma riuscirà gradualmente a riprendersi. Questo discorso vale in special modo per le cessioni del quinto e i prestiti, tenuto anche conto che le famiglie potrebbero avere una maggiore esigenza di liquidità per tutelarsi in caso di problemi economici.
Invece, nel caso in cui il contenimento non dovesse ottenesse gli effetti sperati e la crisi si protraesse più a lungo, le conseguenze sull’economia sarebbero molto gravi. Si avrebbero chiusure di aziende e di esercizi commerciali, elevata disoccupazione e un calo generalizzato della domanda di credito. In questo contesto si potrebbe anche andare incontro a una grande recessione, come quella che abbiamo vissuto tra il 2008 e il 2013.


Spiezia, We-UnitWe-Unit
Angelo Spiezia, amministratore delegato We-Unit

Operatività
La prima cosa che abbiamo fatto è stato mettere i lavoratori in smart working. Essendo la nostra un’azienda con una forte propensione verso il canale e gli strumenti digitali, siamo riusciti a riorganizzarci in pochissimo tempo senza bloccare l’operatività. Il passo successivo è stato quello di avviare un imponente piano di formazione per la rete, che abbiamo chiamato “We-Learn”. Il programma prevede due sessioni giornaliere, una la mattina e una il pomeriggio, finalizzate ad accrescere le competenze e le conoscenze dei nostri consulenti, con approfondimenti sui singoli prodotti, sulle metodologie di vendita e su molte altre tematiche. La nostra rete era già abituata alla formazione tramite webinar e sta reagendo con entusiasmo a quello che viene evidentemente percepito anche come un’iniziativa di vicinanza alle persone da parte della società.
Dal punto di vista dei numeri, registriamo ovviamente una contrazione, che stiamo cercando di rendere il meno marcata possibile attraverso una serie di strumenti digitali e online, offrendo ai clienti servizi a distanza, come ad esempio le consulenze.


Scenari futuri
Se il business dovesse riprendere a maggio, la riduzione dei numeri che tutto il settore sperimenterà sarà comunque rilevante. Chiaramente sono stati persi i mesi migliori, marzo e aprile. E bisognerà comunque fare i conti con gli effetti negativi che questa pandemia avrà sull’intera economia e con il clima generale di sfiducia che si verrà a determinare. In questo scenario ci auspichiamo degli interventi significativi del governo in favore delle imprese e delle famiglie che si troveranno in difficoltà. Importante sarà anche il sostegno alle banche. Gli intermediari saranno chiamati a giocare un ruolo importante, perché quella del credito è una leva che, se ben utilizzata, può agevolare consistentemente il rilancio dell’economia.
Nella malaugurata ipotesi in cui la crisi dovesse protrarsi ulteriormente, allora gli interventi da parte del governo dovranno essere ancora più imponenti e si renderà necessario che tutta la filiera del credito metta in atto una strategia per favorire la ripresa in tempi rapidi.

 

Moscariello, 24Finance24Finance
Rino Moscariello, amministratore delegato

Operatività
Quando si è venuta a determinare questa emergenza abbiamo riunito l’intera squadra e chiarito che la cosa di cui noi e tutto il Paese avevamo bisogno per uscire il prima possibile da questa situazione non erano eroi ma persone con grande senso di responsabilità. Un’altra cosa che abbiamo sottolineato è stata la necessità di acquisire consapevolezza del cambiamento che stiamo vivendo, che interessa i giorni attuali ma che probabilmente avrà strascichi anche nel futuro.
Per evitare l’inerzia abbiamo attivato immediatamente meccanismi e procedure di operatività a distanza. Tutti i dipendenti sono stati messi in smart working, in modo da poter continuare a offrire supporto e servizi alla rete e ai clienti. Per i collaboratori abbiamo inoltre attivato un servizio quotidiano di formazione e messo a disposizione un sistema per garantire ai clienti una consulenza a distanza in linea con le normative vigenti.

Scenari futuri
In uno scenario in cui la ripresa della normale attività può essere collocata intorno a fine maggio inizio giugno, non vediamo significativi cambiamenti nella nostra operatività. In sostanza sarebbe come aver vissuto una sorta di pausa estiva anticipata; andremmo a fare in estate quello che non è stato fatto nei mesi dell’emergenza, contando anche sul fatto che si potrebbe determinare un accumulo di domanda di credito e una voglia di ripartire da parte dell’intero Paese.
Nell’ipotesi in cui la pandemia si prolungasse fino a settembre, allora dovremmo fare i conti con un cambiamento radicale della nostra operatività, rimodulando gli investimenti previsti, con una significativa attenzione verso gli strumenti tecnologici e online. Si tratterebbe in pratica di ricominciare a lavorare in uno scenario completamente diverso, con regole differenti da quelle a cui siamo stati abituati fino a questo momento.