Il 2020 è stato senza dubbio un anno complicato per il settore della mediazione creditizia. Il rallentamento dell’economia ha colpito famiglie e imprese, con ripercussioni dirette sulle richieste e l’erogazione di credito. Gli operatori del settore hanno reagito tentando di mettere in campo strategie e strumenti innovativi per fronteggiare le difficoltà dovute all’emergenza in corso. Qual è però, in concreto, il bilancio quantitativo delle imprese e dei professionisti presenti sul mercato alla fine di questo anno così problematico? A rispondere a questa domanda è stato il direttore generale dell’Oam (organismo agenti e mediatori), Federico Luchetti nel corso del convegno sulla mediazione creditizia organizzato questa mattina a Roma dalla Fimaa, la Federazione italiana mediatori agenti d’affari.
“I nostri dati mostrano che nel corso dell’anno vi è stata una generale stabilizzazione degli iscritti agli elenchi dell’Organismo – spiega Luchetti -. Più precisamente i numeri dicono che sono rimasti stabili i collaboratori di agenti persone fisiche, mentre sono leggermente aumentati i collaboratori dei mediatori e degli agenti persone giuridiche”.
Osservando i dati nel dettaglio, a fine 2020 sono 287 i mediatori iscritti all’Oam, con una crescita dell’1% su base annua. I loro collaboratori sono in tutto 6.879, in aumento del 17%.
Gli agenti persone giuridiche sono 980 (+3%), mentre i loro collaboratori sono 6.862 (+5%).
Gli agenti persone fisiche sono invece 5.271 (+1%), i loro collaboratori sono 640 (-1%).
Infine gli agenti degli istituti di pagamento persone giuridiche sono 156 (+3%) e i loro collaboratori 2.988 (-4%); gli agenti degli istituti di pagamento persone fisiche sono 1.489 (+12%) e i loro collaboratori sono 131 (+14%).
“Il trend che questi dati mostrano indica una presenza sempre più significativa di operatori ‘importanti’ – sottolinea Luchetti – che per stare sul mercato ramificano la propria struttura per presidiare più da vicino il territorio”.