Inoperatività protrattasi per oltre un anno, mancanza di requisiti di professionalità legati al possesso del titolo di studio, stato della Pec, non conformità della polizza di assicurazione. Il Bollettino trimestrale di Vigilanza diffuso oggi dall’Organismo degli agenti e dei mediatori ha evidenziato la natura dei controlli effettuati negli ultimi mesi e lo stato di salute del mercato creditizio in materia di compliance.
L’Oam ha messo il piede sull’acceleratore in tema di Vigilanza e, ragionevole crederlo, ancor più lo farà nei prossimi mesi. Il Bollettino ha rilevato che “nei primi due trimestri del 2014 le attività programmate svolte sono state 4.525, mentre sono arrivati all’Organismo 130 esposti: 66 da privati, 26 da fonte anonima, 20 da Intermediari, 11 da altri Enti o Associazioni, 7 da altri soggetti”.
Appariva chiaro da tempo che l’Oam, una volta concesso al mercato il tempo di metabolizzare il decreto legislativo 141 del 2010 e le altre novità normative che hanno investito il settore, sarebbe sceso in campo con maggiore slancio e preteso dagli operatori comportamenti più corretti e trasparenti che fossero in piena sintonia con la vigente legislazione.
L’attività di controllo svolta dall’Oam nei primi due trimestri, si è concentrata sull’accertamento dei requisiti di professionalità e onorabilità anche patrimoniale, sulla verifica della permanenza dei requisiti richiesti in fase di iscrizione, sull’assenza di cause di incompatibilità nell’esercizio della professione, sull’effettivo svolgimento dell’attività, sulla verifica degli obblighi contributivi e informativi, dell’aggiornamento professionale e degli standard dei corsi di formazione. Per avere un’idea più concreta, i controlli effettuati sul possesso del titolo di studio sono stati 245, sulla formazione obbligatoria 65, sulla denominazione sociale 1.482, sui versamenti delle quote 518, sul divieto di coesistenza tra l’attività di mediatore e di agente in attività finanziaria 76, sulla trasparenza e le condizioni contrattuali 130 (vedi tabella che segue).
Va ricordato che risale a soli 3 mesi fa il passaggio dei poteri di Vigilanza in materia di Trasparenza sui mediatori e sugli agenti in attività Finanziaria dalla Banca d’Italia all’Oam. E già in quell’occasione l’Organismo aveva preannunciato una intensificazione non solo dei controlli, ma anche l’avvio dell’attività sanzionatoria fino ad allora rimasta sotto un profilo più basso per non intimidire un mercato che andava alla ricerca di una nuova identità.
“Dal punto di vista sanzionatorio – si legge nel Bollettino – sono state avviate 1.287 procedure sanzionatorie, in seguito ad attività di verifica effettuate sulla base del piano annuale predisposto o in conseguenza di istruttorie per esposti ricevuti da terzi”. Di queste, la prevalenza delle contestazioni è legata al mancato pagamento delle quote annuali e al protrarsi dell’inattività societaria che non può superare un periodo di 12 mesi. Contestazioni effettuate dall’Oam hanno riguardato anche la mancata trasmissione di dati e notizie richieste e la mancata trasmissione di atti e documenti.
Nel primo semestre 2014, l’Organismo ha dovuto confrontarsi anche con una serie di esposti riguardanti i comportamenti non sempre leciti degli operatori. Ancora una volta, a farla da padrone sono stati gli esposti relativi all’esercizio abusivo della professione con 57 denunce. Altri esposti o richieste di informazioni hanno avuto a tema problemi di natura contrattuale, presunta violazione di norme, recessi dei mandati, presunte truffe.
Il Bollettino rilasciato dall’Ufficio di Vigilanza, che d’ora innanzi sarà pubblicato con cadenza trimestrale, fa dunque una prima analisi sullo stato di adeguamento del mercato alle normative e dipinge un quadro a tinte chiaro/scuro sui comportamenti degli operatori. Soprattutto in tema di abusivismo, laddove forse ci si aspettava un maggiore coinvolgimento da parte delle società in termini di denunce e lotta e qualche prima presa di posizione da parte dell’Organismo.
In ogni caso, il percorso è avviato. Terminata la fase di start up e il rafforzamento della sua struttura interna, l’obiettivo dell’Oam è ora quello di rispondere con maggiore efficacia all’esigenza di controllo e trasparenza del comparto degli intermediari del credito.
La diffusione dei dati contenuti nel Bollettino di Vigilanza testimonia una rinnovata apertura in termini di visibilità e comunicazione che ha l’obiettivo di affermare il ruolo dell’Organismo sia nei confronti di chi opera a livello professionale nel mondo del credito che nei confronti del cliente finale.
“Parlarsi per comprendersi – sostiene il direttore generale dell’Oam, Federico Luchetti -. Siamo pronti ad ascoltare tutti e a favorire il dialogo al fine di innalzare il livello di professionalità degli operatori”. Il responsabile della Vigilanza dell’Organismo, Renzo Franzetti è pienamente convinto che “stia accrescendo il senso di responsabilità del settore che deve vivere la vigilanza non come una forma di repressione ma come una forma di dialogo”.