Nei primi nove mesi del 2012 la riduzione delle vendite è risultata pari al 21,4%, sia per il mercato immobiliare nel suo complesso che per il comparto residenziale. I cali tendenziali maggiori hanno riguardato le Isole (meno 24,1%), il Nord-Est (meno 23,5%) e il Centro (meno 22,5%), mentre nel Nord-Ovest (meno 20,9%) e al Sud (meno 17,2%) le flessioni sono risultate più contenute rispetto alla media nazionale. In generale hanno sofferto maggiormente i centri minori (meno 22,3%) rispetto alle città (meno 20,2%).
Anche le compravendite di unità ad uso economico, come uffici, negozi e capannoni, hanno subito una battuta d’arresto, con un meno 25,7%, il dato peggiore dal primo trimestre del 2008.
In questo contesto le concessioni di ipoteche immobiliari a garanzia di mutui, finanziamenti e altre obbligazioni verso banche e istituti di credito hanno registrato una diminuzione del 39,5% rispetto al 2011. La contrazione è stata particolarmente marcata nelle isole (meno 50,6%) e al Sud (meno 42,8%).
Restringendo il campo di osservazione al terzo trimestre si nota che tra luglio e settembre il ribasso è stato pari al 37,8%, con un leggero miglioramento rispetto al 41,2% del secondo.
I prestiti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare accesi nelle due ripartizioni territoriali del Nord-Ovest e del Nord-Est, ha sottolineato l’Istat, hanno coperto più della metà delle convenzioni effettuate nel periodo.
Il maggior numero di convenzioni per mutui, finanziamenti e obbligazioni è stato stipulato nei centri minori (59,3%), in cui tuttavia la variazione tendenziale negativa è stata più accentuata rispetto alle città (meno 38,5% contro 36,8%).
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