Secondo la disciplina precedentemente in vigore, i contribuenti che avevano acceso un mutuo per l’acquisto della prima casa potevano detrarre gli interessi passivi su questo prestito nella misura del 19% fino a un tetto di 4.000 euro, per un totale massimo di 760 euro.
La versione della Legge di stabilità adottata dal Consiglio dei ministri nelle scorse settimane aveva abbassato la soglia da 4 a 3.000 euro, non solo per la detrazione sugli interessi passivi del mutuo, ma anche per tutte le detrazioni fiscali.
Il provvedimento era stato aspramente criticato dalle associazioni di consumatori per le conseguenze negative che avrebbe avuto sulle già provate tasche di singoli e famiglie, costretti a fonteggiare continui aumenti di tasse, imposte e accise.
I relatori in commissione alla Camera, Pier Paolo Baretta (del Pd) e Renato Brunetta (del Pdl), stanno ora lavorando per eliminare il nuovo tetto di 3.000 euro, che in base all’attuale formulazione della norma sarebbe raggiunto con la sola spesa per i mutui, impendendo di fatto di portare in detrazione altre spese documentate.
Ulteriore proposta avanzata al governo è quella di abolire la franchigia sulle spese sanitarie, mutui e istruzione, che al momento potrebbero essere portate in detrazione solo per la quota eccedente i 250 euro.
@RIPRODUZIONE RISERVATA