A ottobre la somma media che gli italiani sono riusciti a ottenere per l’acquisto di una casa è stata di 117.000 euro, con un deciso passo indietro rispetto ai 122.000 euro rilevati ad aprile.
Analizzando le richieste di preventivo di mutuo registrate a ottobre 2013 sui portali Mutui.it e Facile.it e confrontandole con quelle di aprile, l’Ufficio Studi di Mutui.it ha osservato che in sei mesi si è ridotto tanto il valore medio richiesto (-7%), quanto il valore erogato (-4%) e, anche, il valore medio dell’immobile che si intende acquistare (-5%, pari a 223.000 euro). Questa contrazione generalizzata va a ridurre, anche se di poco, il divario tra la somma media richiesta e quella effettivamente erogata, che passa dall’8% al 5%. Il cosiddetto loan to value, vale a dire la percentuale erogata in rapporto al valore dell’immobile, resta stazionaria al 52%.
“Se i dati di Crif ci hanno fatto ben sperare, visto che per tre mesi consecutivi hanno mostrato un segno positivo davanti alla domanda di mutuo degli italiani – ha spiegato Lorenzo Bacca, responsabile della business unit mutui dell’azienda – le risultanze della nostra analisi rivelano come gli italiani abbiano ormai livellato verso il basso le loro richieste di finanziamento, puntando ad immobili meno costosi. Da segnalare che, per la prima volta negli ultimi quattordici mesi, il valore medio degli immobili è sceso sotto i 230.000 euro, segno che la crisi del mattone sta facendo veramente scendere i prezzi“.
Il mutuo prima casa
Se questi sono i dati complessivi, cosa cambia quando si prendono in considerazione solamente le richieste e le erogazioni di mutui per l’acquisto della prima casa? Dopo la leggera crescita rilevata nello scorso semestre in relazione all’ammontare richiesto, ad ottobre si cala nuovamente e si passa da 137.000 a 129.000 euro in sei mesi (-6%). La cifra media erogata, però, cresce e torna ai livelli di un anno fa, circa 127.000 euro (+2%): in breve, assistiamo ad una progressiva riduzione del divario tra richiesta ed erogazione, complice anche una migliore disponibilità delle banche, più pronte a finanziare una percentuale maggiore dell’immobile. Non a caso, il loan to value torna ai livelli di un anno fa e si assesta al 62%.