“Più unica che rara”, così l’ultimo report di Mutuionline.it definisce la situazione dei tassi per le nuove richieste di mutuo a marzo 2023. Secondo i dati disponibili sul comparatore, a marzo i Tan variabili medi (a 20 e 30 anni) sono stati di 4 punti base più alti rispetto a quelli fissi (3,80% vs. 3,76%) e ancora più marcata la situazione delle migliori offerte: 2,99% il fisso, 3,08% il variabile, ben 9 punti base più conveniente l’offerta agganciata all’Eurirs.
“Negli ultimi 10 anni l’unico altro mese in cui i tassi medi variabili avevano superato i fissi era stato settembre 2019, con il fisso a 1,14% e il variabile a 1,23%. Il sorpasso è da attribuire soprattutto ai mutui a 30 anni, visto che l’Irs per quella durata è particolarmente conveniente (2,54%) e permette di mantenere molto bassa la rata rispetto a un mutuo variabile indicizzato all’Euribor a 3 mesi (3,01%) – si legge nell’osservatorio -. La buona notizia è che le misure di politica monetaria, insieme al significativo calo del costo dell’energia, stanno portando gli effetti sperati sul calo dell’inflazione, che nell’Eurozona a marzo si attesta a +6,9%, il dato più basso degli ultimi 12 mesi. Inoltre, le tensioni in atto sui mercati finanziari che hanno portato al fallimento della Silicon Valley Bank e di Credit Suisse mettono in discussione ulteriori aumenti significativi del costo del denaro, portando il consenso degli analisti a immaginare in Europa altri due rialzi di soli 25 punti base entro fine giugno”.
Ipotesi sui prossimi rialzi: gli impatti sulle tasche degli italiani
Mutuionline.it ha analizzato quanto l’aumento del costo del denaro abbia pesato e potrà ancora pesare sulla rata di un mutuo a tasso variabile (indicizzato all’Euribor a 3 mesi) di un 35enne milanese di 160.000 euro a 20 anni con LTV 80%: la migliore offerta oggi prevede una rata di 895 €, +28,4% rispetto a aprile 2022 quando la rata di un prodotto simile era di 697 €. In caso di altri due aumenti da 25 bps attesi nelle prossime riunioni di maggio e giugno della Bce, la rata potrebbe toccare, nel terzo trimestre 2023, quota 936 €, ben il 34,3% in più rispetto ad aprile 2022 e 41 € in al mese rispetto ad oggi.
L’impatto è stato ancora più alto per chi ha scelto i mutui trentennali. Nella stessa simulazione per un mutuo da 160.000 € attualmente la rata della migliore offerta è di 701 €, aumentata di quasi il 50% rispetto ad aprile 2022 quando era di 475 €; con gli ipotetici rialzi da qui a giugno, la rata arriverebbe a 746 €, ben il 57% in più rispetto a un anno fa. Se si pensa che, per gli stessi parametri, la rata di un mutuo a tasso fisso è di 674 €, risulta evidente come al momento questo sia il porto più sicuro.
MutuiOonline.it ha messo a confronto le rate del tasso fisso e del tasso variabile con delle ipotetiche proiezioni anche del tasso fisso, che è invece sostanzialmente stabile da ottobre 2022. Ipotizzando però che il tasso fisso nei prossimi tre mesi subisca gli stessi aumenti del primo trimestre di quest’anno (15 bps sui fissi a 30 anni e 20 bps a 20 anni), a luglio un tasso variabile da 20 anni potrebbe costare il 4% in più di un fisso (936 € rispetto a 903 €) e da 30 anni il 9% in più (746 € rispetto a 687 €).
“Il tasso fisso ha un andamento decisamente più stabile e lineare rispetto al tasso variabile perché quest’ultimo è impattato direttamente dalle decisioni della BCE, mentre il primo non lo è. Attualmente una scelta oculata per chi vuole stipulare un mutuo nei prossimi messi è sicuramente il tasso fisso, che ha ancora condizioni accettabili, rispetto alla serie storica. Nel caso in cui l’inflazione continuasse a calare, anche grazie al calo dei costi dell’energia, e quindi la BCE scegliesse di invertire la politica sui tassi, si potrà sempre ricorrere alla surroga, trasferendo gratuitamente il proprio contratto di mutuo”, ha dichiarato Alessio Santarelli, direttore generale della divisione broking di gruppo Mutuionline e ad di Mutuionline.
Aumentano le richieste degli under36, crescono mutui acquisto
Secondo l’ultimo osservatorio, il tasso fisso è la scelta più frequente tra gli aspiranti mutuatari: 82,1% delle richieste pervenute sul portale sono per questa tipologia di contratto. La situazione di particolare convenienza dei tassi fissi favorisce l’erogazione di surroghe: +135% rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno (sul totale del mix). “Finalmente si notano i primi segnali positivi per i giovani dopo la proroga della normativa introdotta dal Governo Draghi che, tra 2021 e 2022, aveva decisamente dato nuova linfa al mercato: nel primo trimestre si registra un +11% delle richieste di under 36 rispetto all’ultimo trimestre del 2022. Di conseguenza, visto che la normativa prevede agevolazioni sull’acquisto della prima casa e sull’anticipo da versare per richiedere il mutuo, aumentano le richieste per prima casa (+10% rispetto al Q4 2022) e per loan to value superiori all’80% (+24% sempre rispetto al Q4 2022). Gli importi medi richiesti sono in leggero calo rispetto al trimestre precedente (130.707 € vs 132.795 €), praticamente stabili (e più alte) le erogazioni (139.289 € vs 140.022 €)”, conclude l’analisi.