
In particolare, le coperture assicurative sulla Cessione del V vengono equiparate nella norma alle altre tipologie di CPI. A Elio Migliardi, direttore tecnico di Net Insurance, abbiamo chiesto qual è la posizione della suo gruppo a tal proposito?
La nostra società ha condiviso lo sforzo della Vigilanza di calmierare i ricarichi provvigionali sui prodotti di protezione dei finanziamenti ad adesione facoltativa. L’Isvap si è preoccupata di svincolare il consumatore dal rischio che l’istituto mutuante, a cui viene presentata la richiesta di finanziamento, si possa avvalere della propria posizione dominante nei confronti del soggetto debole, che è colui che richiede il finanziamento: il pericolo, infatti, è che l’istituto mutuante, in veste di intermediario assicurativo, imponga una copertura con provvigioni troppo elevate e comunque superiori alle medie praticate dalla rete distributiva classica. Davanti a questa giusta preoccupazione sollevata dall’Autorità, gli operatori hanno però eccepito che, se da una parte è vero che il costo di queste polizze era gravato da provvigioni mediamente superiori agli standard del settore assicurativo, dall’altra parte è altrettanto vero che l’istituto mutuante, in qualità di buyer di prodotti assicurativi, può ottenere dalle Compagnie di riferimento condizioni vantaggiose per i consumatori. In questo contesto, Net Insurance ha presentato all’Isvap le motivazioni che potevano legittimare una valutazione diversa relativamente alle coperture “caso morte” connesse a prestiti rimborsabili attraverso cessione di quote di stipendio e/o di pensione rispetto a quanto previsto dalla Vigilanza per le polizze a protezione delle altre forme di finanziamento.
Che differenza quindi nella CQS?
I valori provvigionali praticati dal nostro gruppo e più in generale dagli operatori che operano nella cessione del V sono distanti dai livelli di retrocessione provvigionale riconosciuti nel settore della Credit Protection in generale: il rischio di una distorsione dell’approccio con il consumatore è praticamente inesistente nelle coperture assicurative della cessione del V. Nella CQ la copertura assicurativa del credito è obbligatoria e l’istituto mutuante deve essere beneficiario dell’indennizzo. A fronte di ciò abbiamo fatto presente all’Isvap che, stante l’obbligo di mantenere tale beneficio di indennizzo in capo all’istituto mutuante e al fine di prevenire ogni rischio di conflitto di interesse, Net Insurance era disponibile ad azzerare ogni retrocessione provvigionale, dando così continuità al servizio assicurativo e prevenendo ogni possibile rischio di distorsione nei rapporti con i consumatori, che devono avere il livello di massima tutela nella fase pre-contrattuale e contrattuale.
L’Isvap ha però sottolineato che un’intermediazione assicurativa non ha ragione d’esistere senza un compenso provvigionale e quindi ha ritenuto nel suo provvedimento di non fare alcuna eccezione per la cessione del V. Quale soluzione avete adottato nel prendere atto del pronunciamento dell’Isvap?
Sul tema del conflitto d’interessi la posizione dell’Isvap ha penalizzato le Compagnie che operano nella Cessione del V. Noi rispetteremo le istruzioni dell’Autorità e riteniamo che a questo punto l’unica soluzione praticabile sia quella che l’istituto mutuante si faccia carico del costo della copertura assicurativa: in questo modo, venendo meno sia l’imputazione del premio a carico del consumatore sia la presenza di compensi provvigionali, non sussistono più le condizioni per le quali l’art. 3 comma 3 del Regolamento 5 configura la presenza di un’attività di intermediazione assicurativa nell’ambito di una contraenza collettiva in capo all’istituto mutuante. Al momento stiamo divulgando la nostra proposta presso i nostri partner commerciali e ci sembra di percepire condivisione nei confronti di una soluzione che, ribadisco, appare come l’unica strada percorribile per rispettare le istruzioni di vigilanza.
Inevitabilmente, gli istituti mutuanti dovranno rivedere i propri costi industriali.
Certo, soprattutto quelli distributivi, infatti dovranno poter sostenere costi che prima venivano trasferiti sul consumatore. Ritengo che assorbire questi costi sia agevolmente sostenibile per quanto riguarda i prestiti al lavoratore dipendente, tenuto conto dell’esiguità del tasso assicurativo, mentre viceversa appare più impegnativo per le coperture relative ai prestiti ai pensionati. Nelle prossime settimane cercheremo di capire quali riscontri avrà sul mercato la nostra proposta; se effettivamente essa risulterà l’unica soluzione praticabile ci daremo da fare per essere pronti a dare continuità all’attività assicurativa nel rispetto del calendario fissato dall’Isvap.
Net Insurance intende consultarsi anche con l’Autorità in merito alla proposta che state presentando, oppure ritenete non sussistano problemi regolamentari per la soluzione che proponete?
Per il momento non riteniamo necessario rivolgerci all’Isvap perché pensiamo sia corretta e giusta la nostra soluzione. Ci sarà sicuramente di conforto il riscontro che le funzioni di compliance di banche e società di credito al consumo ci forniranno in merito a quanto proposto e, ripeto, mi sembra già di avvertire consensi unanimi: non credo quindi sia necessario un apposito interpello della Vigilanza. Aggiungo che per il modello assicurativo che abbiamo ipotizzato, ci siamo preoccupati di fornire al consumatore un set documentale di informativa pre-contrattuale e contrattuale il più possibile chiaro ed esplicativo, sia per rispetto della normativa sulla privacy sia per dare massima trasparenza all’operato dell’istituto mutuante.
Quanto da voi proposto prevede un cambiamento sostanziale nelle modalità di collocamento delle polizze di Cessione del V e, probabilmente, avrà anche implicazioni gestionali e informatiche non trascurabili. Pensa ci potrà essere resistenza da parte degli istituti mutuanti che dovranno allineare le proprie procedure alla nuova modalità di proposizione?
Le criticità risiedono in buona parte nel fattore costo che obbligherà gli operatori del settore a sfoltire ulteriormente i ricarichi distributivi sul prodotto di finanziamento. Come ha giustamente osservato ci saranno anche problematiche da un punto di vista di gestionale e sarà necessario rivedere alcuni processi. Confidiamo, però, che i termini di entrata in vigore del provvedimento siano sufficienti per completare il processo di allineamento. L’impatto del cambiamento sarà doloroso nel breve termine, ma in prospettiva si semplificheranno ulteriormente i processi relativi al settore della cessione del V. E questo rappresenta sicuramente un’opportunità.