Oam: 254 provvedimenti sanzionatori nel 2023. I margini di miglioramento per mediatori e agenti

Campanello (Foto Jack Gardner su Unsplash)Nel 2023 l’Oam (Organismo agenti e mediatori) ha emesso 254 provvedimenti sanzionatori, la maggior parte dei quali è sfociata in sanzioni pecuniarie. Mancato adempimento all’obbligo di aggiornamento professionale e mancato riscontro alle richieste dell’Organismo le violazioni principali individuate lo scorso anno. È quanto emerge dalla relazione annuale 2023 dell’Oam, che riporta il bilancio delle decisioni adottate dal comitato di gestione su proposta dell’ufficio affari legali.

Nel dettaglio, su 254 provvedimenti adottati, 145 sono sanzioni pecuniarie, 76 richiami scritti, 16 sospensioni sanzionatorie mentre 17 sono archiviazioni.

Nel report l’Organismo fa anche il punto sul comportamento di agenti e mediatori, che, pur mantenendosi nel complesso aderenti alla normativa di settore, presentano “margini di miglioramento” su “molti fronti”: sistemi di controllo interni, trasparenza delle condizioni contrattuali e dei rapporti con la clientela, rispetto del principio di indipendenza per i mediatori; rispetto dell’obbligo di monomandato, per gli agenti in attività finanziaria.

Violazioni sanzionate: su 431, oltre l’80% dovuto a mancati aggiornamento professionale e riscontro alle richieste

Delle 431 violazioni sanzionate il 40,1% (173 casi) ha riguardato il mancato aggiornamento professionale e il 40,6% (105 casi) il mancato riscontro alle richieste dell’Organismo.  Seguono a distanza la mancata o tardiva variazione dei dati (28 casi; 6,5% del totale); violazioni concernenti i collaboratori (17 casi; 3,9% del totale); trasparenza (10; 2,3%).

Violazioni sanzionate, agenti, mediatori, compro oro, operatori in criptovalute

Violazioni sanzionate

Totale

Percentuale sul totale

Aggiornamento professionale

173

40,1%

Cessione o ricezione segnalazioni

7

1,6%

Incompatibilità agente / mediatore

3

0,7%

Mancata / tardiva variazione dati

28

6,5%

Mancato riscontro alle richieste

175

40,6%

Mancata trasmissione flussi

3

0,7%

Monomandato

6

1,4%

Polizza assente o non commisurata al fatturato

4

0,9%

Sistema dei controlli interni

5

1,2%

Trasparenza

10

2,3%

Violazioni concernenti collaboratori

17

3,9%

Totale

431

100%

Fonte: Relazione annuale 2023 dell’Oam.
Nota: Le sanzioni riportate nei provvedimenti possono essere riferite a più violazioni.

Rispettati i requisiti per l’iscrizione agli elenchi

Dall’attività di vigilanza, propedeutica a quella sanzionatoria, emerge una sostanziale adesione degli iscritti alle norme relative al possesso dei requisiti richiesti per il mantenimento dell’iscrizione.

I controlli sul requisito di onorabilità di soggetti già iscritti, svolti su 7.001 soggetti tra persone fisiche ed esponenti e collaboratori di persone giuridiche, hanno evidenziato 2 casi di mancato possesso del requisito richiesto. Positivo anche il bilancio sulle verifiche relative alla professionalità: a valle di 385 controlli sul possesso del titolo di studio sono state avviate procedure sanzionatorie nei confronti di 6 società e 16 procedure di cancellazione per altrettante persone fisiche.

Aggiornamento professionale: avviata procedura sanzionatoria su 9 società e 104 persone fisiche

Gli iscritti hanno dato un riscontro positivo per il rispetto dell’obbligo di aggiornamento professionale: nel 2023 su 135 persone giuridiche controllate solo per 9 si è dovuta avviare una procedura sanzionatoria. “Soddisfacente” anche l’esito delle verifiche sulle persone fisiche: solo per 104 soggetti, su un totale di 1.330, è stata avviata la procedura sanzionatoria.

Nel dettaglio, per le 135 società 106 aziende hanno fornito riscontro, mentre per 20 sono emersi marginali profili di criticità, che hanno dato luogo all’invio di raccomandazioni. I restanti 9 soggetti non hanno fornito alcun riscontro o hanno trasmesso un riscontro parziale, con conseguente procedura sanzionatoria.

Relativamente alle 1.330 persone fisiche, 1.080 soggetti hanno infatti fornito riscontro all’Organismo risultando in regola con quanto prescritto, consentendo di archiviare la loro posizione; per 146 soggetti sono emersi marginali profili di criticità relativamente ai quali sono state inviate raccomandazioni. Mentre 104 persone non hanno fornito alcun riscontro o hanno fornito un riscontro parziale, facendo scattare la relativa procedura sanzionatoria.

In via ulteriore, questa tipologia di controllo si è svolta anche in sede ispettiva, esitando in 2 procedure sanzionatorie e 2 raccomandazioni. Inoltre, con riferimento agli accertamenti derivanti dal protocollo Enasarco, è stata pianificata 1 specifica attività di tipo ispettivo da parte dell’Organismo, sono state trasmesse 3 raccomandazioni e archiviate 13 attività istruttorie, poiché prive di criticità”, si legge nel report.

Rispetto della normativa: avviate 59 procedure su 1.139 istruttorie

Anche l’attività di vigilanza relativa al rispetto della normativa che regola i comportamenti di agenti e mediatori offre uno spaccato positivo del comparto: su 1.139 istruttorie portate a termine, ben 952 si sono concluse con l’archiviazione e solo 59 hanno dato luogo all’avvio della procedura sanzionatoria. In 117 casi sono state invece inviate raccomandazioni.

I margini di miglioramento per mediatori e agenti

L’Oam tiene a precisare che “restano tuttavia margini di ulteriore miglioramento su molti fronti: dai sistemi di controllo interni, spesso insufficienti o solo formali, alla trasparenza delle condizioni contrattuali e dei rapporti con la clientela, al mancato rispetto, da parte dei mediatori, dell’obbligo di comunicare al finanziatore il compenso percepito dal cliente per poterlo includere nel calcolo del Taeg/Teg”.

In particolare, le violazioni o le criticità riscontrate nel 2023 riguardano:

  • la non corretta prospettazione dei costi del servizio di mediazione;
  • la fase di informativa precontrattuale incompleta;
  • la mancata consegna al cliente della documentazione informativa precontrattuale (e contrattuale);
  • l’omessa comunicazione del compenso di mediazione (e/o del compenso percepito per l’attività di consulenza quando prodromica all’esercizio dell’attività riservata) alla banca o all’intermediario finanziario erogante.

Le fattispecie in discorso sono state oggetto di 7 procedure sanzionatorie e di 27 raccomandazioni con riferimento alle ispezioni”.

L’attività di vigilanza dell’Oam ha inoltre evidenziato comportamenti non in linea con le norme anche relativamente al rispetto del principio di indipendenza che deve caratterizzare l’attività di mediazione creditizia, di quello relativo alle incompatibilità tra l’esercizio delle attività di agenzia in attività finanziaria e di mediazione creditizia e quelle di agenzia di assicurazione e di mediazione di assicurazione e riassicurazione.

Per gli agenti in attività finanziaria resta “un fronte delicato il rispetto dell’obbligo di monomandato: i controlli hanno evidenziato, tra l’altro, accordi finalizzati a far distribuire ai collaboratori di ciascuna società agente coinvolta, in regime di reciprocità, anche gli omologhi prodotti oggetto dei mandati ricevuti dalle altre società agenti”, precisa l’Organismo.

Le criticità nella cessione del quinto

L’analisi dell’Oam ha infine evidenziato alcune criticità nella distribuzione del prodotto cessione del quinto dello stipendio e/o della pensione con comportamenti che “in caso di estinzione anticipata, rischiano di limitare la libertà del consumatore nella scelta tra diversi finanziatori”.

In particolare, è emerso che gli intermediari del credito svolgono, su mandato o in convenzione con il finanziatore, attività di primo contatto con il cliente e successiva istruttoria per proporre l’estinzione e il contestuale rinnovo di finanziamenti contro cessione del quinto, in un momento significativamente antecedente rispetto al termine temporale minimo imposto dalla normativa. E accompagnano talvolta la proposta con l’offerta di un prestito personale “ponte” per anticipare l’esigenza di liquidità. “Tale condotta è idonea ad escludere la possibilità, per il cliente, di valutare consapevolmente, una volta maturati i termini, la convenienza a rinnovare il finanziamento e le condizioni proposte, mirando in primis a vincolarne la disponibilità al rinnovo”, precisa l’Oam.

L’analisi condotta ha poi confermato il quadro di criticità relativo alle modalità di sottoscrizione, da parte del cliente, di una dichiarazione contenente la revoca del proprio consenso alla ricezione di comunicazioni o contatti a fini promozionali o pubblicitari con il soggetto finanziatore, in caso di operazioni di estinzione anticipata e rinnovo di finanziamenti contro cessione del quinto.

È stato inoltre rilevato il protrarsi di irregolarità connesse ai servizi accessori, “offerti alla clientela dagli intermediari del credito, direttamente o per interposta persona, per il recupero degli oneri non maturati del finanziamento estinto, in sede di rinnovo di operazioni di finanziamento contro cessione del quinto”.

Le fattispecie sono state oggetto di 2 raccomandazioni e 2 segnalazioni alla Banca d’Italia.