Nel 2022 il totale attivo di Officine Cst è cresciuto più del 75% raggiungendo quota 146 milioni di euro, rispetto a euro 83 milioni del 2021, mentre il patrimonio netto ha raggiunto quota 63 milioni di euro, rispetto ai 51 milioni di euro del 2021 comprensivo dell’utile netto d’esercizio 2022 attestatosi a circa 12 milioni di euro. Lo ha reso noto oggi la società attiva nella gestione di crediti sia performing che non performing, tra cui crediti vantati verso Pubbliche amministrazioni, crediti derivanti da forniture retail e corporate, crediti da procedure concorsuali e crediti non performing bancari (cosiddetti npl).
L’attività di investimento, principalmente in crediti nei confronti di Pubbliche Amministrazioni in stress finanziario, ha trainato il risultato positivo portando l’ammontare del portafoglio crediti acquistati iscritti nell’attivo di bilancio a 117 milioni di euro al 31 dicembre 2022 rispetto ai 54 milioni di euro del 2021, con un volume di crediti acquistati in termini di prezzo di acquisto che ha sfiorato i 90 milioni di euro nel solo 2022. Significativo anche il volume degli incassi sugli investimenti diretti, che ha superato 45 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto al 2021.
Apprezzabili anche i risultati del servicing, dove è proseguita la diversificazione e selezione della base di clientela nei segmenti utilities, telco e bancario/finanziario.
Tra i clienti di Officine Cst ci sono alcune delle maggiori utilities, telco e istituzioni finanziarie italiane, ma anche numerose pmi, specie tra i fornitori della Pa dove è sempre più difficile trovare soluzioni nel sistema bancario tradizionale.
Presente nel mercato del credit servicing ed in particolare nel credito verso la Pubblica Amministrazione fin dal 2004, dal 2018 è attiva come investitore in crediti non performing con acquisti complessivi per oltre € 200 milioni.
“Archiviato un ottimo 2022, anche il primo trimestre 2023 ha confermato il trend positivo intrapreso, con livelli record sia in termini di nuovi acquisti che di incassi sul portafoglio d’investimento. La maggior complessità del contesto di riferimento, dovuto in particolare all’inasprimento delle condizioni finanziarie, rappresenta un’opportunità per gli operatori del distress credit che come noi hanno attuato una crescita oculata e selettiva”, ha dichiarato l’amministratore delegato Paolo Gesa.