Nel secondo trimestre del 2016 continuano a diminuire i ritardi gravi nei pagamenti, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese. Secondo l’ultima versione dello “Studio Pagamenti”, aggiornato a fine giugno 2016, realizzato da Cribis D&B, la società del Gruppo Crif specializzata nelle business information, attualmente la percentuale di ritardi gravi è pari al 13,1%, in calo rispetto al 14,4% dello stesso periodo del 2015.
L’analisi mostra che il 35,4% delle imprese, dati aggiornati a fine giugno 2016, paga alla scadenza, il 51,5% entro un mese di ritardo. Una situazione, quella dei pagamenti, in fase di miglioramento, anche se rispetto al 2010 i ritardi oltre il mese di ritardo segnano un più 138,2%, mentre i pagamenti alla scadenza sono diminuiti del 5,6%.
“Le aziende italiane, dopo anni di ristrutturazioni e ridefinizione di mercati, prodotti e obiettivi, sembrano avere oggi più fiducia nelle proprie capacità, anche se non ancora nel contesto economico più generale – ha sottolineato Marco Preti, amministratore delegato di Cribis D&B -. Il calo dei ritardi gravi nei pagamenti è un ottimo segnale per le imprese e lascia spazio a un cauto ottimismo per il futuro. Le imprese hanno infatti affrontato la crisi concentrandosi soprattutto sulla ricerca di nuovi mercati e sulla ridefinizione delle strategie di gestione della clientela. Come Cribis D&B, possediamo un osservatorio privilegiato per valutare entrambi gli aspetti, essendo il leader in Italia sulle informazioni sulle aziende estere e fornendo informazioni e servizi per la gestione del credito e del portafoglio clienti. In particolare, le aziende che hanno ottenuto le migliori performance sono quelle che hanno utilizzato la gestione del credito come uno dei parametri di segmentazione della clientela, in sinergia con le esigenze e gli obiettivi commerciali. La puntualità dei pagamenti è quindi diventata uno degli elementi chiave per ottimizzare i flussi di cassa e individuare i clienti da fidelizzare e su cui investire. Non stupisce che nella gestione del credito la priorità sia divenuto il monitoraggio costante della clientela, l’adozione di strategie per la riduzione degli insoluti e l’efficientamento delle procedure. Adesso, in questo clima di maggiore fiducia, le aziende devono continuare a investire nella gestione del credito per non disperdere il patrimonio di competenze e di risultati ottenuto. I segnali di miglioramento non devono però fare abbassare la guardia”.
L’ANALISI DELLE AREE GEOGRAFICHE: IMPRESE DEL NORD EST PIÙ AFFIDABILI
Le imprese del nord est sono le più puntuali d’Italia nei pagamenti. Il 44,2% paga alla scadenza, mentre i ritardi gravi sono solo del 7,6%. Situazione opposta per il sud e le isole, dove solo il 22,4% è virtuoso e ben il 22,2% fatica a saldare i debiti. con i fornitori. Bene anche il nord ovest (41,3% di pagamenti alla scadenza, 8,8% oltre il mese di ritardo), situazione intermedia per il centro Italia (31,2% di imprese puntuali, 15,8% i cattivi pagatori). Entrando nel dettaglio delle singole Regioni invece è il Veneto ad aggiudicarsi il primo posto in fatto di puntualità con il 45,3% di imprese virtuose. Seguono per completare le prime posizioni l’Emilia Romagna (45,2%) e la Lombardia (45,1%). In fondo alla classifica troviamo la Sicilia con solo il 19,1% di pagamenti regolari contro un 23,9% di gravi ritardi. Male anche Calabria (20,4%) e Campania (20,8%).
Sondrio si conferma ancora una volta la provincia più puntuale d’Italia. Seguono Bergamo, Lecco, Brescia, Treviso, Belluno, Trento, Vicenza, Mantova e Cremona. In fondo alla classifica Trapani preceduta da Agrigento e Enna.
Continua la crisi del commercio al dettaglio. Solo il 25,6% delle imprese che operano in questo settore è infatti puntuale, il 21,2% invece fatica a saldare i debiti. Situazione opposta per i servizi finanziari, puntuali nel 45,8% dei casi, a fronte di ritardi gravi pari al 9,5%.
L’analisi dei pagamenti per dimensione aziendale sottolinea la puntualità nei pagamenti delle micro realtà, virtuose nel 36,5% dei casi. Puntuali si, ma spesso anche in difficoltà nell’onorare gli impegni concordati con i fornitori. Il 14,5% infatti paga con ritardo, allungando i tempi oltre il mese. Situazione opposta per le grandi realtà. Virtuose solo nel 14% dei casi, ma anche meno in difficoltà nel saldo delle fatture oltre il mese di ritardo, con una percentuale pari al 6,3%.