Dal suo punto di vista privilegiato come vede il mercato del credito in Italia?
I prestiti delle banche alle famiglie hanno mostrato in Italia una crescita superiore alla media dell’eurozona, in riferimento al periodo settembre 2010-2011; in particolare, riguardo ai soli mutui, si registra un aumento del 5%. Proprio per venire incontro alle esigenze dei cittadini è opportuno evitare che vi sia un eccesso di regolamentazione che, invece di portare loro benefici, abbia l’effetto contrario, quello di irrigidire il mercato del credito e rendere più difficile la concessione di un prestito.
Secondo lei cosa si potrebbe fare per migliorare il mercato dei mutui?
La scelta di acquistare un immobile e accendere un mutuo è una delle scelte più importanti nella vita di ognuno di noi, per cui lo spirito con il quale ci si rivolge agli istituti di credito dovrebbe essere diverso e più consapevole data l’importanza della scelta che non va affrontata con leggerezza. Ma questo non credo si possa regolamentare con una direttiva o un regolamento, riguarda il buon senso di ognuno di noi.
Cosa dovrebbe fare invece la Direttiva europea sui contratti di credito relativi a immobili residenziali?
Quello che è nostro dovere è far sì che il consumatore sia posto nelle migliori condizioni possibili per valutare le proposte ed effettuare la scelta. Vanno chiaramente evitate pratiche che hanno portato alla concessione del credito a soggetti sprovvisti di requisiti. Il consumatore va tutelato ed è fondamentale che, nel momento in cui decida di chiedere un prestito ipotecario, sia messo nelle migliori condizioni possibili per quanto riguarda informazione e chiarezza delle procedure.
È questa la direzione scelta dalla Commissione?
La Commissione ha presentato una proposta di Direttiva che pone maggiori tutele nei confronti del cittadino, il cui testo dovrebbe essere sufficientemente dettagliato da non consentire alle Autorità Nazionali di introdurre discipline particolari che andrebbero a neutralizzare l’obiettivo della armonizzazione. Il fine è quello di evitare gli effetti distorsivi sul mercato dei mutui e superare la disparità concorrenziale.
Come europarlamentare e relatore ombra della direttiva Carrp sui contratti di credito per gli immobili residenziali si sta battendo per qualcosa di specifico?
A mio giudizio occorre escludere, totalmente o parzialmente dal campo di applicazione, alcuni tipi di mutui concessi a categorie protette o attraverso accordi specifici, come i mutui per le giovani coppie sostenuti dal Governo, da alcune regioni e dalla stessa Abi. Il mio messaggio è quello di stare attenti dunque a non danneggiare categorie che rischiano esclusione. Inoltre il diritto del consumatore alla risoluzione anticipata deve essere riconosciuto legalmente, unitamente a un corrispettivo determinato o determinabile in favore del creditore.
Cosa ne pensa della valutazione del merito del credito?
È fondamentale, deve essere effettuata in modo scrupoloso, ma dovrebbe essere lasciata al creditore che ha tutto l’interesse a concedere il credito se considera che il debitore sia in grado di onorare il debito. Inoltre, specialmente nei sistemi come quello italiano, fondati sulla fiducia e sul rapporto personale tra banca e cliente, il richiedente ottiene il credito, anche perché la banca si basa su una conoscenza e sul rapporto fiduciario, pur non essendoci, a volte, sulla carta i requisiti; per esempio un mutuatario con un contratto di lavoro flessibile garantito da soggetti (come i genitori) ampiamente affidabili. E sono queste le categorie che vanno maggiormente tutelate e sostenute.