Plusvalenza Superbonus 110%, le proposte di modifica di Fimaa, notai, geometri e costruttori

Fimaa Italia, logoStabilire che l’importo dell’imponibile non possa superare quello dell’incentivo goduto; escludere dalla tassazione quegli immobili per i quali il preliminare è stato registrato prima del 1 gennaio 2024; tassare la plusvalenza sulla base delle “rate” di Superbonus effettivamente percepite; applicare la tassazione della plusvalenza ai soli immobili ceduti entro 5 anni dal completamento dei lavori. Sono le richieste contenute in un documento firmato da Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari), Consiglio nazionale del Notariato, Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati e Ance (Associazione nazionale costruttori edili).

Il documento è stato redatto al termine di un incontro a porte chiuse, promosso ieri dalla Fimaa per analizzare e confrontarsi sulle ripercussioni che la tassazione delle plusvalenze sulla vendita di immobili che sono stati oggetto di Superbonus 110% sta evidenziando sul mercato. Alla riunione hanno preso parte anche Alberto Luigi Gusmeroli, presidente Commissione attività produttive della Camera; gli onorevoli Andrea de Bertoldi, Mauro Del Barba e Emiliano Fenu, componenti della Commissione finanze della Camera; e la senatrice Lavinia Mennuni, della Commissione bilancio del Senato.

Le criticità individuate

La norma che prevede la tassazione delle plusvalenze presenta, secondo la Fimaa, diverse lacune, come:

  • la difficoltà in taluni casi di commisurare correttamente le plusvalenze;
  • l’incertezza dei reali fattori che hanno determinato la rivalutazione di un immobile ad iniziare dalle oscillazioni del mercato, più che dagli interventi svolti, così come dal tempo trascorso dall’acquisto dell’immobile;
  • la tassazione delle plusvalenze a seguito di lavori condominiali oggetto del beneficio che non hanno però riguardato il singolo immobile oggetto di vendita;
  • la criticità in cui si trova chi ha stipulato un contratto preliminare di compravendita registrato e trascritto prima della Legge di Bilancio 2024 (Legge 213/2023), con un onere imprevisto che va a penalizzare la vendita.

“Le criticità emerse, sono state anche altre e si palesa la necessità di apportare almeno delle modifiche per intervenire su una norma che non esisteva al momento della richiesta di usufruire di questo Superbonus – dichiara Maurizio Pezzetta, vicepresidente vicario della Fimaa. È necessario pertanto apportare dei correttivi, per rendere questa misura più equa. Altrimenti si rischia di provocare evidenti ripercussioni all’interno del mercato immobiliare, determinando una contrazione nell’offerta e un aumento ingiustificato dei prezzi. Questo scenario penalizzerebbe la popolazione e quindi il mercato immobiliare stesso”.

Le modifiche proposte

Tra le misure suggerite per correggere la normativa figurano:

  • la necessità di stabilire che l’importo dell’imponibile non possa superare quello dell’incentivo goduto;
  • la richiesta di escludere dalla tassazione quegli immobili per i quali il preliminare è stato registrato prima del 1 gennaio 2024 – quindi prima dell’entrata in vigore della misura – anche se il contratto definitivo è stipulato successivamente;
  • la proposta di tassare la plusvalenza sulla base delle “rate” di Superbonus effettivamente percepite (l’incentivo infatti viene spalmato su più anni d’imposta e è subordinato alla presenza di redditi imponibili);
  • la richiesta di applicare la tassazione della plusvalenza ai soli immobili ceduti entro 5 anni – e non 10, come prevede attualmente la norma – dal completamento dei lavori.