Presentato a Milano il libro di Ranieri Razzante “Il riciclaggio come fenomeno transnazionale: normative a confronto”

Ranieri RazzanteAl Circolo della stampa di Milano, lo scorso 26 giugno, il professore Ranieri Razzante ha presentato il suo libro Il riciclaggio come fenomeno transnazionale: normative a confronto.

Ranieri Razzante, presidente dell’Aira (Associazione italiana responsabili antiriciclaggio), ha con l’occasione ufficializzato la sua collaborazione con Aubay Italia, sponsor dell’evento, che ha portato alla creazione di una nuova soluzione operativa, Horus, che permette alle aziende un efficace governo dei rischi e un completo adempimento degli obblighi normativi.

L’incontro, moderato da Alessandro Galimberti del Sole24 Ore, è stato anche un momento di riflessione sullo stato delle cose, sulla normativa nazionale ed europea e sulle nuove prospettive nella lotta al riciclaggio.

I numeri relativi al riciclaggio in Italia ci lasciano sconcertati – ha spiegato il professore Razzante -. Le segnalazioni delle operazioni sospette sono state 65mila nel 2012, 67mila nel 2013 e, a livello previsionale, saranno oltre 70mila nel 2014”.

Il panorama è preoccupante, anche perché oltre il 92% di tali segnalazioni giungono dalle banche. “I notai cominciano a svegliarsi solo ora perché hanno iniziato a ricevere le visite della Guardia di Finanza – ha aggiunto Razzante -. Ma gli studi professionali, in particolare avvocati e commercialisti, continuano ancora oggi a contribuire in maniera irrisoria alla segnalazione di operazioni sospette all’Unità di informazione finanziaria (Uif). Solo il 3,5% nel 2012 e circa il 4% nel 2013”.

Secondo il docente di legislazione antiriciclaggio dell’Università di Bologna, dunque si rende necessario l’adozione di un testo unico in materia e soprattutto di una maggiore armonizzazione della legislazione europea. Perché il riciclaggio è un fenomeno che ormai trascende i confini nazionali. È tutto il mercato finanziario internazionale ad essere stato infettato da questo virus criminale, anche perché abbiamo a che fare con un reato che “non si vede”. In altre parole, ha continuato Razzante, “la globalizzazione della finanza ha globalizzato anche il crimine che si è evoluto e diffuso negli ambienti finanziari sani, quelli spesso rappresentati dai salotti buoni della finanza e della politica. È oggi fin troppo facile per la mafia, che ha fatto studiare all’estero i propri rampolli e li ha fatti rientrare in Italia con un Knowhow di altissimo livello, costruire imprese, banche e fare affari via internet con costi contenuti e ridotte necessità di capitali. La criminalità organizzata “redige” norme, contratti, schemi operativi: crea mercati e promuove affari che coinvolgono le economie mondiali, i loro imprenditori, i regolatori. Tutto ciò in sostituzione delle autorità preposte, costringendo queste ultime a inventare dei contro-modelli che annullino quelli natura illecita”.

D’accordo con Razzante è anche Stefano Trippetti, vicepresidente Aubay: “I governi e le istituzioni, al fine di arginare e limitare la crescente minaccia della criminalità, delle reti di terrorismo e l’anonimato dei flussi finanziari, hanno nel tempo emanato una serie di disposizioni di legge estremamente vincolanti. Queste si orientano in modo rilevante al controllo e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, richiamando l’attenzione degli intermediari finanziari sulla necessità di un’analisi delle relazioni commerciali che comportano dei rischi di natura economica e reputazionale. È quindi necessario sviluppare regole di business corrette, etiche e basate su relazioni commerciali sane”.

In tal senso, le nuove tecnologie Aubay rappresentano non solo una soluzione, ma anche la riprova di come l’utilizzo dei nuovi sistemi, come Horus, possano essere al servizio delle aziende per favorire il contrasto ai fenomeni di malavita e riciclaggio che minano la coesione sociale.