Al giorno d’oggi ottenere un prestito personale in Italia è un’impresa titanica, difficilmente coronata da successo. Poca trasparenza, privacy a rischio e nessuna possibilità di assenso in mancanza di una polizza: sono secondo un’inchiesta condotta da Altroconsumo, i principali problemi con cui si scontrano i soggetti che vorrebbero ottenere un finanziamento.
“Il 100% delle banche visitate – spiega l’associazione – impone di aprire un conto corrente presso la propria filiale; il 63% degli sportelli tra tutti gli operatori non consegna il modulo informativo precontrattuale, il Secci, obbligatorio per legge perché determinante per confrontare le offerte; il 94% non consegna il contratto prima della firma; il 35% concede il prestito solo se insieme si acquista la polizza, salatissima, che essi stessi vendono, banca o finanziaria che sia: una violazione del Codice del Consumo.
Pratiche scorrette e comportamenti oltre la norma che Altroconsumo ha rilevato dall’indagine condotta in 9 città e che segnalerà a Banca d’Italia, all’Autorità garante della Concorrenza e del mercato, all’Ivass e al Garante della privacy.
L’inganno è smascherato, ma quanti consumatori ancora ci cascano? Come evitare le offerte opache di soldi troppo facili, che arrivano a compensare l’accesso ai prestiti difficili per i consumatori, fotografato nell’indagine?
L’appuntamento è a Ferrara per la seconda edizione del Festival Altroconsumo, il 16, 17, 18 maggio. Qui il programma e gli eventi della tre giorni dedicata ai consumatori e agli utenti che non si fanno ingannare.
Intanto sveliamo il trabocchetto dietro la proposta vincolata dei prestiti personali: la polizza costa in media 771 euro, ma si arriva anche a richieste per il premio di oltre i 1.800 euro a Verona, oltre 1500 a Genova. Non consegnando il Secci al cliente di fatto gli si benda gli occhi: non lo si mette nelle condizioni migliori per fare una scelta consapevole. Se poi gli si chiede anche di fornire dati reddituali e personali lo si obbliga a dare informazioni non necessarie in fase precontrattuale, facendo firmare al cliente l’autorizzazione all’utilizzazione dei dati per accesso alle Centrali rischi private lo si mette in condizione di non poter più procedere con altre richieste di informazioni e offerte da confrontare. Non è necessario in questa fase avviare una preistruttoria, perché il cliente potrebbe scegliere altri prodotti. In questo modo è vincolato; altro che libertà di confronto e scelta”.