Dopo oltre 10 anni di attività nel settore del credito su pegno, Fincentrale è pronta a scalare l’attività su parte o su tutto il territorio nazionale attraverso l’apertura di filiali e corner ed attraverso l’individuazione di un partner finanziario interessato a entrare nel business del Prestito su Pegno.
Lo annuncia l’azienda fondata nel 1987 e con sede a Messina, intermediario finanziario ex art. 106 dal 2006, e che nel 2017 ha ottenuto l’autorizzazione all’esercizio dell’attività di concessione di finanziamenti nella forma di prestito su pegno, attività che nel 2024 ha generato un margine d’intermediazione (Mintr) di circa il 26%.
“Siamo pronti ad ampliare la nostra attività, grazie a un piano di aperture da sviluppare nei prossimi 5/6 anni a seguito dell’identificazione del partner più idoneo, sia mediante il reperimento di capitale, sia in forma di debito che, eventualmente, di equity; per questa ricerca e selezione ci siamo affidati ad un advisor. In questi anni di attività abbiamo maturato esperienza da mettere a disposizione del partner che stiamo ricercando: la società ed il suo gruppo di lavoro sono pronti ad una trasformazione per uno sviluppo anche di tipo nazionale, rispettando sia norme che regolamenti richiesti per operare sul mercato di riferimento, ed anche dal punto di vista della governance che verrà poi allineata in base alle esigenze dell’eventuale futura partnership”, dichiara Anthony Greco, Ad e Presidente del CdA di Fincentrale.
Cosa è il Prestito su Pegno
L’attività del Prestito su Pegno, considerata ad alto valore sociale in quanto evita l’usura, consiste nell’erogare prestiti di piccolo importo a persone fisiche sulla base del valore del bene che viene rilasciato a garanzia, con la possibilità di rientrare in possesso del bene una volta restituito il finanziamento erogato con i rispettivi interessi. Il più delle volte, nei casi di bisogno di liquidità urgente, si decide di vendere o addirittura di “svendere” i propri preziosi (oro, argento, orologi importanti, ecc.). Il Prestito su Pegno evita proprio questo: permette di mantenere la proprietà dei preziosi dati in garanzia, tant’è che chi si rivolge a tale finanziamento lo fa avendo l’intenzione di riscattare i beni dati in garanzia. Il prestito viene erogato in pochi minuti e senza lungaggini burocratiche: inoltre, nel tempo, il bene viene riportato più volte in pegno… in un primo momento si da in pegno per avere il prestito; successivamente si rimborsa il prestito e si riprende la disponibilità del bene per poi ridarlo in futuro in pegno per una nuova necessità di liquidità.
Pegnocash
Dal 2014 la società è attiva nel prestito su pegno con una filiale, situata a Messina, utilizzando il brand Pegnocash. Abbiamo intercettato un bisogno, organizzato un servizio con un costo assolutamente sopportabile, tant’è che la bassa percentuale di pegni non riscattati che vanno in asta, solo il 4%, garantisce la bontà del prodotto: il cliente prende il prestito in pochi minuti e poi paga il debito. Il cliente del Pegno ha una grande redemption di fidelizzazione creando un rapporto con il personale che lavora allo sportello.
Tra le attività collaterali del prestito su pegno vi è anche l’organizzazione di aste pubbliche (con cadenza trimestrale) dapprima tenute con pubblico in sala, diventate successivamente on line per effetto del Covid. Ad oggi sono 41 le aste bandite e realizzate. “Le Aste si tengono per vendere lotti eventualmente non riscattati dai clienti – aggiunge Anthony Greco – e ad oggi registriamo un invenduto pari a zero, questo per sottolineare come il prestito su pegno sia una attività quasi a rischio inesistente: il prestito viene garantito da un bene reale; qualora il cliente non riscattasse il bene lo stesso viene venduto in asta. Infine qualora fosse invenduto in asta viene addebitato al perito”
Il piano di sviluppo
Ad oggi tale attività viene praticata da 18 soggetti autorizzati e vigilati da Banca d’Italia: intermediari finanziari ex art. 106 del testo unico bancario ed istituti di credito: c’è tanto margine per realizzare la crescita che Fincentrale si propone: 9 regioni e 69 province non hanno uno sportello di prestito su pegno.
Il piano di sviluppo 2025 di Fincentrale si basa su due direttrici:
- maggiore presidio dell’attuale territorio di riferimento (Sicilia);
- espansione interregionale o nazionale mediante apertura di filiali, corner e la creazione di una rete commerciale composta da un numero ristretto di agenti già strutturati in altri settori del credito dislocati sul territorio.
L’ampliamento della rete partirà dalle regioni ad oggi poco presidiate dal mercato e nelle quali la domanda di prestito su pegno non è soddisfatta da un’offerta adeguata, e cioè Calabria, Trentino, Sardegna, Alto Adige, Marche, Puglia.
L’Italia rappresenta uno dei paesi con il più alto indice di patrimonializzazione familiare, che risulta però costituito principalmente da asset illiquidi (i.e. immobili, attività finanziarie, etc.). In questo contesto, il credito su pegno risulta essenziale per rispondere ad eventuali necessità monetarie immediate;
Di seguito alcune caratteristiche che rendono l’attività del credito su pegno un’alternativa più che valida alle fonti tradizionali di credito:
- Anti ciclicità: assenza di influenza da parte di scenari macro economici/geopolitici ed eventi negativi che causano una contrazione dell’offerta del credito tradizionale;
- Indipendenza da rischio paese: la maggior parte delle garanzie è rappresentata da oro e/o metalli preziosi, di conseguenza il rischio paese risulta mitigato;
- Generalmente, il 96% dei beni impegnati viene riscattato, mentre solo il 4% finisce all’asta. Il mercato è estremamente dinamico e caratterizzato da un’intensa attività di aggregazione e consolidamento.
I partner più adatti per affiancare Fincentrale nel percorso di crescita
Per supportare la crescita della società, Fincentrale individuerà un partner interessato a entrare nel proprio capitale tra banche, intermediari finanziari e gruppi di imprenditori.
Il candidato ideale per questa operazione, spiega la società:
- è attivo nel settore dei crediti, da quelli tradizionali a quelli alternativi (ad esempio, cessione del quinto, prestiti personali, mutui, ecc.);
- dispone di una struttura in grado di coprire anche solo una parte del territorio nazionale;
- è in grado di fornire o garantire un accesso privilegiato al mercato dei capitali;
- ha intenzione di ampliare il proprio portafoglio di servizi.
“Il credito su pegno permette di coprire un segmento di clientela principalmente non bancabile, o che abbia bisogno immediatamente di un prestito, senza lungaggini burocratiche e senza dover attendere i tempi per ottenerlo, con un ritorno sull’impiegato fino a 5 volte più alto e sicuro delle forme tradizionali, in quanto contro-garantito – conclude Anthony Greco – e, vista la clientela molto polverizzata, consentirà attività di cross selling per altri finanziamenti e/o servizi assicurativi proposti dal partner”.
Contatti: pegno@fincentrale.it