Promotori finanziari, si riapre la partita sulla doppia iscrizione

Seimilatrecentodue. È questo il numero dell’emendamento che riapre la partita sulla cosiddetta doppia iscrizione dei promotori finanziari, da mesi ormai al centro di aspre polemiche da parte dei professionisti del settore. La proposta di modifica al D.Lgs 141/2010, che ha riformato la mediazione creditizia introducendo l’obbligo per i promotori finanziari, già iscritti a un proprio albo e sottoposti alla vigilanza della Consob, di iscriversi anche all’Oam, l’Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi, è arrivata mercoledì scorso dalla senatrice del Pd Maria Leddi. L’emendamento è stato trasformato in ordine del giorno su richiesta della relatrice Fioroni del ddl sulle professioni non organizzate, e successivamente l’aula lo ha approvato all’unanimità (con 244 voti). Il presidente della X commissione Industria, Cursi, si è impegnato ad inserirlo nel Decreto sviluppo 2.0.

“Signora presidente, con l’emendamento 6.302, a mia prima firma, intendo richiamare l’attenzione su un problema specifico, in relazione al quale vorrei esprimere una preoccupazione che riguarda l’intero disegno di legge al nostro esame”, ha spiegato all’aula la senatrice Leddi. “La mia preoccupazione è che questo disegno di legge non vada esattamente nella direzione della semplificazione e della sburocratizzazione, che sembrerebbero essere il denominatore comune teorico di tutti noi”.

Leddi ha sottolineato che in Italia sono attualmente presenti 30.000 promotori finanziari, di cui “22.000, già iscritti all’albo”, e ora gravati da un “obbligo di iscrizione a un ulteriore nuovo organismo, cui devono accedere anche con esame di ammissione”.

“Dal 2007 – ha aggiunto la senatrice – sono sottoposti a una terza registrazione presso un altro organismo, il Rui (Registro unico degli intermediari), con un ulteriore onere. Abbiamo quindi 30.000 persone che per esercitare una professione, volendo essere regolamentate e vigilate, hanno l’obbligo di iscrizione a tre organismi diversi, con tre autorità di vigilanza”.

 

La modifica proposta dalla senatrice, firmata anche dai colleghi Costa (Pdl), Gardiello (Pdl), Gallo (Pdl) e Lannutti (Idv), inserisce nel decreto 141 la seguente aggiunta: “Non costituisce esercizio di agenzia in attività finanziaria la promozione e il collocamento di contratti relativi alla concessione di finanziamenti o alla prestazione di servizi di pagamento da parte dei promotori finanziari iscritti nell’albo previsto dall’articolo 31 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58”.

In questo modo, se l’emendamento venisse approvato, i promotori finanziari non sarebbero più obbligati a iscriversi all’Oam per esercitare la professione.

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