Il ruolo svolto dalle banche e dagli altri intermediari finanziari è ben noto e indispensabile allo sviluppo dell’economia locale e nazionale. L’attività svolta ha una valenza sociale, tanto che gli intermediari, e quindi anche la Capitalfin S.p.a., sono stati sottoposti a un particolare regime di vigilanza per garantirne trasparenza, solidità ed equilibrio, per una sana e prudente gestione così come stabilisce Banca d’Italia, organo di vigilanza degli intermediari stessi. L’azione di controllo di Banca d’Italia su gli attori coinvolti è da sempre fondata su tre fondamentali principi: la governance, la gestione dei rischi, la disponibilità di capitale.
Negli ultimi anni la crisi ha evidenziato le criticità della governance. Nella maggior parte dei casi di crisi dichiarata o di difficoltà, il deterioramento degli equilibri aziendali è dovuto a carenze nel governo della banca e nel processo dell’erogazione del credito. Su queste figure si è concentrato un terzo dei provvedimenti dell’organo di vigilanza emanati nel 2013. Nonostante una vera e propria evoluzione nella normativa, sia comunitaria che nazionale, a favore di un diverso stile di governance, riconoscendo nel governo societario il fondamentale fattore di una sana e prudente gestione dell’intermediario, norme più stringenti sono state emesse per le banche, via via mutuate nei sistemi normativi relativi a tutti gli altri intermediari. Attualmente, quindi, il contesto normativo è più o meno uguale per tutti, salvo il principio della proporzionalità, ove tutti gli intermediari debbono dotarsi di un medesimo modello organizzativo e di Governance: la struttura, l’operatività, l’ampiezza devono essere “proporzionati e proporzionali” alle dimensioni dell’intermediario.
La Capitalfin ha ben chiara la linea strategica da seguire per l’adeguamento e la trasformazione societaria necessaria all’iscrizione al nuovo albo unico art. 106 T.u.b. da realizzare entro febbraio 2016 e prosegue attuando un radicale riassetto organizzativo con la presenza di operatori esperti nel settore per rispettare i requisiti economico-organizzativi richiesti dal legislatore. L’efficienza nei processi, la formazione continua nei ruoli e nelle mansioni delle singole risorse umane al fine di raggiungere standard elevati.
Il sistema di governo della Capitalfin non riguarda solo la tutela degli azionisti, ma in primis il miglioramento del sistema di gestione del rischio e conseguentemente del sistema dei controlli interni. In secundis il consolidamento della compliance e l’attenzione focalizzata sui clienti, in particolare sui consumatori e in genere su tutti gli stakeholders, in una nuova visione etica dell’attività bancaria e finanziaria. Sulla composizione del consiglio, la Società ha puntato sulla diversificazione: per professionalità, per area geografica, per genere, per età, garantendo un’efficace rappresentanza di tutte le forze presenti in assemblea.
Cambia di fatto la figura del presidente, che non è più un “primus inter pares”, ma assume la veste di un arbitro, un negoziatore, che garantisce l’equilibrio delle diverse componenti, media e concilia posizioni in evidente dissenso. Ogni consigliere, attualmente, oltre ad una specifica conoscenza del business dell’intermediario, dimostra un’adeguata disponibilità di tempo e impegno nel seguire le attività societarie. Da tutto ciò deriva, così, la figura di “consigliere professionale”, cioè un soggetto che svolge questa attività in maniera quasi continuativa, essendo chiamato a rispondere a 360 gradi della gestione dell’intermediario. Altre novità sono rappresentate dal funzionamento del consiglio di amministrazione, come la nomina dello stesso effettuata in maniera trasparente secondo le norme statutarie, rappresentando l’intera compagine azionaria.
Ne conseguono alcuni aspetti fondamentali. La formulazione di un efficace modello di sistema dei controlli, articolato sui due o tre livelli, che Banca d’Italia richiede a seconda dell’intermediario per svolgere con efficienza ed efficacia la sua funzione è indispensabile un sistema di gestione e distribuzione dei flussi informativi interni in grado di fornire al management tutte le informazioni sull’andamento aziendale, in maniera completa e soprattutto in tempi brevissimi. La società, infatti, ha provveduto alla stesura di regolamenti per tutti i flussi informativi, consentendo a tutti l’accessibilità delle informazioni, in modo da poter prendere decisioni in maniera consapevole, competente, tenendo presente l’autonomia di giudizio nell’interesse societario. Anche il modello di vigilanza di Banca d’Italia è profondamente cambiato in questi ultimi anni e da vigilanza di tipo esclusivamente sanzionatorio si è passati ad una vigilanza di tipo collaborativo, dove il controllore aiuta il controllato a migliorare il suo sistema organizzativo e di governance. Questa nuova visione, positivamente considerata dalla CapitalFin, ha richiesto non solo l’adesione alle normative vigenti, ma anche alla stesura di principi e azioni per una sana e prudente gestione societaria. Questo è l’obiettivo di Banca d’Italia, nonché della stessa Capitalfin.