“Un prestito d’onore è come una palla al piede che ti porti dietro fino alla tomba”, ha spiegato William Brewer, presidente dell’associazione degli avvocati che si occupano delle dichiarazioni di bancarotta dei consumatori, sottolineando che, mentre gli altri debiti possono essere azzerati tramite una dichiarazione di “bancartotta individuale”, per gli student loan una simile opzione non è prevista.
Uno studio della Fed di New York pubblicato a inizio marzo spiega che il debito degli studenti è cresciuto del 2,1 per cento nell’ultimo trimestre 2011, passando da 852 a 870 miliardi di dollari. Cifre decisamente più elevate rispetto ai 730 miliardi di crediti sull’auto e ai 693 miliardi di quelli sulle carte di credito.
La banca centrale Usa ha calcolato che mediamente uno studente americano arriva alla fine del suo corso di studi portandosi sulle spalle debiti per 23.000 dollari; per il 10% questo fardello arriva addirittura a 54.000 dollari. Tradotte in termini di ammortamento queste pendenze obbligano gli ex studenti a pagare rate mensili di 200-400 dollari per 20 o anche 30 anni
Per tentare di rimediare almeno in parte al problema, un deputato democratico dell’Illinois, Richard Durbin, ha presentato un progetto di legge che prevede la possibilità di dichiarare bancarotta anche sugli student loan contratti con istituzioni private. Se la nuova disciplina dovesse entrare in vigore i contraenti saranno comunque obbligati a pagare il 10 per cento del proprio reddito per 20 anni ma successivamente vedranno totalmente cancellato il proprio debito. In ogni caso le nuove regole non troverebbero applicazione per i debiti contratti con le istituzioni federali, che dovrebbero comunque essere ripagati per intero.