Ritorna la Rassegna Stampa della settimana: in un solo articolo vi offriamo la possibilità di accedere alle notizie più influenti relative al mondo dei mercati finanziari. Attraverso questa selezione di notizie sugli aspetti macro e micro dell’economia, il nostro obiettivo è quello di fornire un servizio informativo efficace e completo rivolto agli operatori finanziari.
1.Solidità, i dati resi pubblici da 18 gruppi bancari su 20
Secondo le note diffuse, omogenee al 31 dicembre 2015 (vedi tabella), Intesa supera la richiesta Bce (Srep ratio 2015) di 350 punti con un Cet1 del 13% e Unicredit di 84 punti con il 10,6%; Montepaschi di 125 punti con il 12% e il Banco Popolare di 365 punti con il 13,2%, così come Mediobanca con il 12,4%; l’Ubi scavalca il limite di 283 punti con il 12,1%, la Bpm di 253 con l’11,3%, la Popolare di Sondrio di 124 punti con il 10,5%, Carige di 95 punti con il 12,2% e il Credem addirittura di 680 punti con il 13,8 per cento. Invece la Popolare Vicenzo è sotto l’obiettivo Bce di 360 punti con un Cet1 fermo al 6,7% e Veneto Banca di 302 punti con il 7,2%.
Da Corriere.it/economia e finanza
2. Risparmio gestito, brusca frenata della raccolta fondi. Ma azionari positivi
Il 2016 è iniziato con una raccolta positiva di 6,1 miliardi per l’industria del risparmio gestito, anche se in netto rallentamento rispetto a dicembre (10,9 miliardi) a causa della brusca frenata dei fondi comuni che hanno più che dimezzato le risorse in ingresso rispetto ai 2,9 miliardi di dicembre. Il patrimonio totale è sceso a 1.814 miliardi, dai 1.834 miliardi di fine 2015.
Dalla mappa mensile di Assogestioni emerge infatti che a gennaio nei fondi comuni aperti sono confluiti 1,2 miliardi a fronte dei circa 3 miliardi messi a segno ogni mese da settembre 2015 in avanti.
Se la tendenza sarà confermata, e molti analisti propendono per questa ipotesi, sarà complicato quest’anno per l’industria italana del risparmio gestito ripetere lo stesso exploit del 2015 e del 2014 chiusi con flussi netti pari a 141,7 miliardi e 133,7 miliardi, i migliori risultati dal 2003, ovvero da quando sono disponibili le statistiche complete dell’associazione italiana dell’asset management.
Nei 12 mesi del 2015 la raccolta netta dei soli fondi è ammontata a 94,3 miliardi, ma negli ultimi mesi del 2015 si è assistito a un rallentamento della loro raccolta dopo un periodo di forte boom sostenuto dalla spinta commerciale delle banche che hanno trovato nel risparmio gestito una miniera d’oro per compensare il calo delle commissioni nell’attività creditizia tradizionale.
D’altra parte gli isituti hanno trovato terreno fertile per collocare fondi alle famiglie perché con il calo dei rendimenti i titoli di Stato hanno via via fatto meno concorrenza al risparmio gestito e non a caso dal 2012 in avanti, ovvero da quando lo spread è crollato, i risparmiatori italiani hanno drasticamente diminuito la propria esposizione ai Btp spostandosi appunto sul gestito.
Da Milanofinanza.it
3. Intesa San Paolo: forte crescita della divisione insurance al Dicembre 2015
Grazie a un significativo incremento dei risultati economici e a una robusta solidità patrimoniale, la Divisione Insurance rappresenta uno dei motori di crescita del Gruppo Intesa Sanpaolo, contribuendo al risultato netto del Gruppo per circa il 23%.
Di seguito, alcuni indicatori che fotografano il dimensionamento della divisione:
• Produzione lorda vita a 27.524,1 €/mln (26.680,9 €/mln a dicembre 2014 +3,2%)
• Produzione netta Vita a 12.280,0 €/mln (14.315,5 €/mln a dicembre 2014 -14,2%)
• Investimenti a 134.922,4 €/mln (120.834,8 €/mln a dicembre 2014 +11,7%)
• Riserve tecniche a 85.362,7 €/mln (80.433,3 €/mln a dicembre 2014 +6,1%)2
• Masse unit e index linked a 47.165,0 €/mln (37.755,8 €/mln a dicembre 2014 +24,9%)
• Risultato netto a 630 €/mln (501 €/mln a dicembre 2014 +25,7%)
• Solvency Ratio aggregato delle quattro compagnie Assicurative pari a 166,3% (168,1% a dicembre 2014)
Da Intesa San Paolo
4. I risparmiatori italiani hanno paura e lasciano tutto sul conto corrente
“Sono aumentate di oltre 70 miliardi di euro nel 2015 le riserve degli italiani. La crisi e la paura di nuove tasse frenano i consumi delle famiglie, bloccano gli investimenti delle imprese e congelano la liquidità delle banche”, riporta il documento. Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, il totale delle riserve di famiglie, banche e imprese è passato dai 1.510,9 miliardi di dicembre 2014 ai 1.581,2 miliardi di dicembre 2015 con un incremento di 70,2 miliardi (+4,65%). La liquidità delle banche è salita da 326,6 miliardi a 344 miliardi, in crescita di 17,3 miliardi (+5,32%).
Il saldo dei conti correnti è cresciuto di 86 miliardi, da 808 miliardi a 877 miliardi (+8%), mentre si registra un calo di oltre 20 miliardi per i depositi con durata prestabilita. “I salvadanai delle famiglie sono saliti di oltre 18 miliardi, quelli delle imprese di 26 miliardi, quelli degli istituti di credito di 17 miliardi”, scrive Unimpresa.
I depositi delle aziende sono cresciuti di 26,2 miliardi (+12,56%) da 208,6 miliardi a 234,8 miliardi. Le imprese familiari hanno accumulato maggiori risorse per 4,3 miliardi (+9,51%) e i loro fondi sono saliti da 45,3 miliardi a 49,6 miliardi. Le onlus hanno visto aumentare i depositi di 1,2 miliardi milioni (+5,11%) da 23,5 miliardi a 24,7 miliardi. I salvadanai delle famiglie sono saliti di 18,5 miliardi (+2,08%) da 888,3 miliardi a 906,8 miliardi. Per quanto riguarda il comparto delle assicurazioni e dei fondi pensione, le riserve sono cresciute di 2,6 miliardi (+14,39%) da 18,4 miliardi a 21,1 miliardi.
Secondo i dati Unimpresa, “i conti correnti sono passati da 808,9 a 877,01 miliardi con una crescita di 68,02 miliardi (+8,41%), i pronti contro termine sono saliti di 27,3 miliardi (+22,07%) da 123,9 miliardi a 151,3 miliardi. Saldo negativo, invece, per i depositi rimborsabili con preavviso calati di 1,5 miliardi (-0,51%) da 302,5 miliardi a 301,01 miliardi. In calo anche i depositi con durata prestabilita: quelli fino a due anni sono scesi di 20,7 miliardi (-15,63%) da 132,7 miliardi a 111,9 miliardi; quelli oltre due anni sono scesi di 8,9 miliardi (-6,00%) da 148,9 miliardi a 139,9 miliardi.
Da Milanofinanza.it
5. Confindustria: “Migliora l’industria, nel primo trimestre il Pil accelera”
“Nel 2016 la spesa delle famiglie italiane che dalle vendite al dettaglio pare aver chiuso male il 2015 (-0,4% in volume nel quarto trimestre) sarà sostenuta dai miglioramenti in atto nel mercato del lavoro”. E’ la previsione contenuta nella Congiuntura flash del Centro studi di Confindustria, secondo il quale l’occupazione, sostenuta da “decreto Poletti, decontribuzione e Jobs Act” nel 2015 è migliorata “per entità e composizione” e “innesca un circolo virtuoso, rafforzando sia i bilanci familiari sia la fiducia e la propensione a spendere”.
“Dato il miglioramento della dinamica dell’industria rilevato dal Csc”, con la produzione che a gennaio “è aumentata dello 0,9%”, “si stima che la velocità di aumento del Pil italiano si rafforzerà nel primo trimestre 2016 rispetto a quella registrata dell’ultima frazione del 2015″. Il Centro studi di Confindustria ricorda come Pil (+0,1% congiunturale) e produzione (-0,2%) a fine 2015 abbiano deluso le attese. La risalita, tuttavia, procede, seppur a ritmo lento”.
Da Ansa.it