Rassegna stampa: la settimana in cinque notizie | n.2

Ritorna  la Rassegna Stampa della settimana: in un solo articolo vi offriamo la possibilità di accedere alle notizie più influenti relative al mondo dei mercati finanziari. Attraverso questa selezione di news sugli aspetti macro e micro dell’economia vogliamo offrire un servizio informativo efficace e completo rivolto agli operatori finanziari.

1. Intesa, nuova governance

Dopo l’assemblea di venerdì scorso a Torino, Intesa Sanpaolo è avviata verso una nuova fase della propria storia. A breve uscirà dalla struttura operativa Giovanni Bazoli, l’uomo che più di ogni altro ha contributo alla creazione, alla crescita e al successo di Intesa Sanpaolo, partendo dal disastro dei primi anni Ottanta quando, dopo il crack legato a Roberto Calvi, iniziò a costruire sulle macerie di quanto avuto in dote.

La banca oggi cerca nuovi equilibri, soprattutto una forma di governance più agile. Dopo la fusione tra Intesa e San Paolo, il gruppo ha conquistato una posizione di leadership in Italia che l’attuale consigliere delegato, Carlo Messina, ha saputo sfruttare adeguatamente, come dimostrano i 2.739 milioni di utile netto contabile che sintetizzano l’attività del 2015 e che hanno portato a una maxi cedola da 2,4 miliardi cash. I nuovi equilibri di governance, che si raggiungeranno nel corso delle prossime settimane, partono da un punto saldo. Se Bazoli verrà probabilmente coinvolto in attività di rappresentanza (per lui pare pronta la carica di «presidente emerito») sarà Messina il tratto della continuità.

Da Corriere.it/economia e finanza

2. Société Générale, 10 titoli che rendono più del 4,5%

1) Repsol. Il dividend yield stimato per l’esercizio 2016 della compagnia petrolifera iberica, che capitalizza 12,3 miliardi di euro, è 6%, in crescita al 9% nel 2017 a fronte di un dividendo pari rispettivamente a 0,60 e 0,90 euro. Il titolo tratta a 35,5 volte l’utile 2016 e 9,4 volte quello del prossimo anno. Negli ultimi tre mesi ha lasciato sul terreno il 25%. Il rating è hold (mantenere).

2) Basf. Il gigante chimico tedesco, che capitalizza 54,4 miliardi di euro, ha un rendimento della cedola 2016 del 4,7%, in aumento al 4,8% nel 2017. Il focus resta sul contenimento dei costi e sulla liquidità, che supporterà il dividendo previsto 2,90 euro nel 2016 e 2,95 nel 2017. Il titolo, che merita il rating buy con target price 76 euro, tratta 13,5 volte l’utile 2016 e 12 volte quello del prossimo anno.

3)  Eni. Il dividend yield 2016 della compagnia petrolifera (45 miliardi di euro di capitalizzazione) è stimato 6% sia nel 2016 che nel 2017, a fronte di una cedola di 0,80 euro. Alle quotazioni attuali il titolo ha un p/e 2017 di 14,5, mentre il target price è 15 euro. Negli ultimi tre mesi ha perso a piazza Affari il 15%.

4) Llyods banking group. Il rendimento della cedola dell’esercizio 2016 è stimato 6,8%, in crescita a 7,9% nel 2017 (cedola rispettivamente di 5 e 5,75 pence) mentre il prezzo obiettivo è 98 pence. E’ una delle banche favorite dagli analisti in Europa. Il titolo, che capitalizza 44,5 miliardi di sterline, tratta con un p/e 2016 di 9, in calo a 8,8. Negli ultimi tre mesi ha perso il 3% sul listino di Londra.

5) Axa. Il colosso assicurativo francese, che capitalizza 47,6 miliardi di euro, offre un dividend yield 2016 del 6,1% che sale al 6,9% nell’esercizio 2017 a fronte di un dividendo rispettivamente di 1,28 e 1,43 euro. Resta una delle top pick del settore insieme ad Aviva grazie al potenziale di crescita superiore alla media. Il rating è buy con target price di 32 euro. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 4 maggio.

6) Engie . La politica dei dividendi della multi-utility quotata a Parigi, che capitalizza 33 miliardi di euro, assicurerà secondo gli analisti un dividendo di 0,70 euro sia nell’esercizio 2016 sia in quello successivo, con un conseguente rendimento della cedola del 5%. I risultati annunciati per il 2015 sono stati in linea con le attese, ma le previsioni per il 2016 sono leggermente più basse. Il rating resta tuttavia buy (acquistare) con prezzo obiettivo 16,5 euro.

7) Imi. Il gruppo industriale Uk sta portando avanti, secondo gli analisti, la giusta strategia nei mercati più critici, assicurandosi così un vantaggio competitivo. Il rendimento della cedola è elevato: 4,5% nel 2016 e 4,8% nel 2017, a fronte di un dividendo rispettivamente di 39,4 e 41,4 pence. Il rating del titolo, che capitalizza 2,3 miliardi di sterline, è hold (mantenere) con prezzo obiettivo 920 pence.

8) Gecina. Il dividend yield stimato per l’esercizio 2016 della mid cap francese, che capitalizza 7 miliardi di euro, è 4,5%, in crescita al 4,6% nel 2017 a fronte di un dividendo pari rispettivamente a 5,10 e 5,30 euro. Il titolo tratta a 19 volte l’utile 2016 e 18 volte quello del prossimo anno. Il rating è hold (mantenere) con target price 121 euro.

9) Jupiter Fund Management. La small cap Uk, che capitalizza 2 miliardi di sterline, ha un rendimento della cedola 2016 del 5,7%, in aumento al 6,3% nel 2017. Il dividendo è previsto 23,8 pence nel 2016 e 26,1 nel 2017. Il titolo, che merita il rating buy (comprare) con target price 460 pence, tratta 15 volte l’utile 2016 e 14 volte quello del prossimo anno.

10) Ferrovial. Il dividend yield 2016 della società di engineering iberica (13,3 miliardi di euro di capitalizzazione) è stimato 4,5% nel 2017, a fronte di una cedola di 0,74 euro. Alle quotazioni attuali il titolo ha un p/e 2017 di 25, mentre il target price è 25,2 euro con rating buy (comprare). I risultati del primo trimestre saranno pubblicati a maggio.

Da Milanofinanza.it

3. La Bce chiede un nuovo piano a Carige, che chiude in rosso per 101 milioni

La Bce chiede un nuovo piano a Carige, che chiude in rosso per 101 milioni
La Bce ha chiesto a Banca Carige un nuovo piano di finanziamento e un nuovo piano industriale che “tenga conto del deterioramento dell’attuale scenario rispetto alle previsioni originarie”. La notizia non è piaciuta al mercato e il titolo ha aperto in netto ribasso a Piazza Affari, segnando un -9,59% a quota 0,57 euro in apertura dopo il balzo del 6,4% di ieri.

Lo ha comunicato ufficialmente l’istituto di credito in una nota a Borsa italiana ieri sera. Il 19 febbraio scorso Carige aveva ricevuto una lettera da parte della Banca centrale europea “nella forma della cosiddetta draft decision” con la quale si chiedeva di predisporre “un nuovo funding plan entro il 31 marzo 2016″; un nuovo piano industriale.

4. Banca Mediolanum, in due mesi raccolti 1,1 mld (+60%)

Nei primi due mesi dell’anno Banca Mediolanum ha raccolto oltre 1,1 miliardi di euro a fronte dei 666 milioni registrati nello stesso bimestre del 2015, con un incremento quindi del 60%. Nonostante condizioni avverse dei mercati continua a marciare spedita la raccolta delle reti di promotori come Banca Mediolanum . Nel solo mese di febbraio la raccolta è stata di 650 milioni, +50% rispetto a febbraio 2015, come rivelato da Massimo Doris, ad del gruppo, durante la convention annuale.

Da Milanofinanza.it

5. Confcommercio: consumi fermi a inizio anno, pesa incertezza su prospettive a breve

I consumi iniziano il 2016 senza sprint. Reduce dal primo anno di rialzi dal lontano 2007, l’indicatore dei Consumi Confcommercio (Icc) registra infatti a gennaio 2016 un’invarianza rispetto al mese precedente ed una crescita dell’1,4% tendenziale. Il dato rilevato nell’ultimo mese ha determinato una modesta crescita della media mobile a tre mesi, confermando una modesta tendenza al recupero. Anche a dicembre la variazione congiunturale era risultata nulla. Il 2015 si era chiuso con un progresso dell’1,6% dell’indicatore Confcommercio sui consumi, primo rialzo da otto anni.

Da Finanza.com