Nell’ambito dell’operazione di contrasto al commercio illecito di oro denominata “Fort Knox”, oltre 300 pattuglie della Guardia di finanza del distretto provinciale di Arezzo e di Napoli hanno eseguito su tutto il territorio nazionale provvedimenti di perquisizione e sequestro emanati dalla Procura della Repubblica di Arezzo nei confronti di 118 persone indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere, riciclaggio e reinvestimento di proventi illeciti, ricettazione, esercizio abusivo del commercio di oro e frode fiscale. Aira ed il suo presidente Ranieri Razzante esprimono gratitudine alla Guardia di finanza e alla magistratura per il brillante intervento.
Come dichiarato dalla Guardia di Finanza, sono attualmente in corso 259 perquisizioni in 11 regioni, concentrate principalmente in Toscana (74), Campania (91), Lazio (30), Sicilia (16), Puglia (16) e Lombardia (7), presso le abitazioni degli indagati e le attività commerciali ad essi riconducibili. Si tratta di negozi “compro oro”, gioiellerie e aziende orafe, ivi comprese 23 società del distretto orafo di Arezzo, 16 del polo campano e 1 di Valenza.
Il volume d’affari ricostruito finora ammonterebbe a 4.500 chili di oro e 11.000 chili di argento, per un controvalore di 183.000.000 di euro.
“Se da un lato si plaude e si apprezzano gli sforzi degli organi di polizia per l’iniziativa – si legge in un comunicato dell’Aira – dall’altro non possiamo non guardare con preoccupazione ad un fenomeno che appare di fatto incontrollato”.
Come denunciato da Ranieri Razzante, consulente della Commissione parlamentare antimafia, attraverso il supporto di dati e fatti concreti, confermati dalla stessa Guardia di finanza durante la recente audizione presso la X Comm. Attività produttive della Camera dei Deputati “è necessario un intervento urgente a livello normativo che sia da un lato risolutorio degli aspetti criminogeni che il comparto attualmente presenta al contempo garante dei diritti dei consumatori e della maggioranza degli operatori del settore che opera onestamente”.
In questa ottica si muove il disegno di legge attualmente di discussione alla Camera dei Deputati a firma di Donella Mattesini di riforma del commercio di oro.
“Il nostro auspicio – afferma l’Aira – è che il legislatore non perda questa ulteriore occasione per rimodulare il settore del commercio di oro con un intervento normativo che risponda all’attuale dimensione del fenomeno denunciato. Servono norme certe per chi opera onestamente e pesanti sanzioni per chi intende contravvenire alla legge: su tutti, i presidi antiriciclaggio previsti dalla normativa vigente. Presto sarà inviato un apposito documento redatto in collaborazione con l’Anopo, Associazione Nazionale Operatori Professionali in Oro al ministro della Giustizia, Paola Severino, e al ministero dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, contenente i dati sul settore e le proposte di Aira e Anopo per la riforma”.
“Ci troviamo davanti all’ennesima azione di contrasto all’illegalità nel settore dell’oro – ha commentato Andrea Zironi, presidente Anopo -. La nostra professione è a rischio. Fenomeni come quello del riciclaggio attecchiscono nel nostro settore perchè la regolamentazione latita e ci troviamo in un’autentica giungla. I tanti operatori onesti soffrono e la malavita ha gioco facile nel lucrare vantaggi da questi traffici illeciti”.
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