Reviva: aste immobiliari, sceso del 20% il numero e il valore degli incanti nel 2023

Nel 2023 è diminuito del 20% il numero e il valore complessivo delle aste bandite. Nel dettaglio, nel corso dell’anno l’andamento è stato costante, mediamente ci sono state 13.800 aste/mese, il 20% in meno rispetto alle 17.400 del 2022, per un totale di 152.303 incanti (rispetto ai 191.253 del 2022). A renderlo noto è Reviva, che ha analizzato i dati del Portale ministeriale delle vendite pubbliche del ministero della Giustizia.

Il report della società specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari evidenzia come nell’anno in corso il valore economico del comparto si sia attestato a 18 miliardi, in calo rispetto ai 22,6 miliardi del 2022 e ai 23,7 miliardi del 2021.

Diminuiscono le procedure esecutive ma resta alto lo stock dei crediti deteriorati

Il calo, secondo l’azienda proprietaria del portale immobiliallasta.it, è da attribuire alla diminuzione delle procedure esecutive pendenti nei tribunali in corso da anni, passate dalle 240.000 del 2018 alle 138.000 di fine 2022. Una flessione che non è proporzionale al un calo dello stock di crediti deteriorati nel sistema, passato dai 342 miliardi del 2018 ai 306 miliardi di fine 22. “Questo fenomeno è dovuto al fatto che nella maggior parte dei casi, con la vendita di un immobile in asta e la conseguente chiusura della procedura esecutiva, non viene recuperato integralmente il credito ma solo parte di questo, lasciando ancora un credito residuo estremamente difficile da recuperare, il cosiddetto deficiency claim”, si legge nel report.

“Oggi il settore delle aste si trova in una fase calante. Dal post-covid le aste sono state in crescita, un trend interrotto nel 2022 dove la crescita si è fermata, per poi vedere un calo nel 2023. Tuttavia nonostante il calo degli immobili posti in vendita giudiziaria pensiamo che ci sia una grande opportunità per aumentarne le vendite, in quanto il vantaggio economico che si può ottenere è più attraente di sempre in questo momento storico del mercato immobiliare, per questo abbiamo deciso di investire molto per sviluppare immobiliallasta.it, che punta ad essere il portale di riferimento per gli immobili in asta, dichiara Ivano De Natale, ceo e co-founder di Reviva.

L’inefficienza delle vendite in asta ha un costo, che stanno pagando sia i creditori- non recuperando totalmente il credito- e sia i debitori che restano debitori della banca per la cifra residua non coperta dalla vendita dell’immobile in asta. La nostra missione è proprio quella di rendere più accessibile e diffuso questo tipo di acquisto e far sì che gli immobili in asta vengano venduti in maggior misura, in favore di creditori, debitori, acquirenti e tutto il mercato immobiliare”, aggiunge Giulio Licenza, cbdo e co-founder di Reviva.

Le caratteristiche degli immobili all’incanto

Secondo l’analisi, la componente principale, in termini di tipologia di immobili in asta, resta quella residenziale con un volume di immobili che rappresentano il 55% del totale contro il 34% dei non residenziali. Il valore economico principalmente, invece, è concentrato negli immobili non residenziali (48,7%) contro il 42% dei residenziali (che hanno recuperato quote negli ultimi anni) e il 9,3% dei terreni.

Continuano ad aumentare le vendite telematiche, che si attestano al 41% per la modalità esclusivamente telematica (sincrona/asincrona), in ulteriore aumento dal 38% dell’anno precedente, mentre solo il 32% si è svolto in modalità mista e il 27% presso il venditore. Questo trend tuttavia non è favorevole al mercato, in quanto le aste puramente telematiche risultano complicate e quindi il rischio che l’asta vada deserta e l’immobile perda valore è molto più alto.  La modalità più indicata per favorire l’utenza dovrebbe essere, invece, quella mista.

Prosegue, inoltre, il trend di riduzione delle aste al Nord in favore di un aumento della componente di aste fissate al Sud e Isole che, seppure con lieve aumento rispetto all’anno precedente, sono aumentate significativamente dal 2019 ad oggi, a fronte di un calo di quelle del Nord. Questo è dovuto alla maggior lentezza dei tribunali delle aree del Sud e Isole, che quindi impiegano più tempo a concludere le procedure esecutive e concorsuali.