Ricerca: il mercato degli intermediari dopo le comunicazioni Oam

Simplybiz minilogoSimplyBiz chiude il 2013 con una ricerca dal titolo: “Il mercato degli intermediari creditizi dopo le comunicazioni Oam”, avviata nel mese di ottobre e terminata pochi giorni fa. Il campione su cui si basa l’analisi è costituito da 520 soggetti, così suddivisi: il 43% mediatori creditizi, il 31% agenti in attività finanziaria, 15% collaboratori di mediatori creditizi, il 5% istituti finanziari, il 2% istituti di assicurazioni, il 2% banche e l’ultimo 2% fornitori di servizi Itc.

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La prima domanda che è stata rivolta ai soggetti interessati è pertinente al bilancio del 2013. La situazione riscontrata non è affatto negativa: solo il 22% dichiara che l’anno è andato male,mentre per il 57% la valutazione degli ultimi sei mesi si può considerare positiva.

Confrontando i dati delle precedenti ricerche è possibile notare che ad aprile solo l’8% degli intervistati riteneva la situazione positiva, un valore salito al 20% a maggio e al 37% a settembre.

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I successivi quesiti sottoposti all’universo dei rispondenti erano pertinenti all’utilizzo delle piattaforme informatiche.

“Ha utilizzato una piattaforma informatica nel 2013?” è la prima domanda posta sul tema. Come si evince dal grafico sottostante, la grande maggioranza degli intervistati (esattamente il 78%) utilizza una piattaforma, contro un 22% che ne fa a meno.

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A quel 22% è stato chiesto se abbia intenzione in futuro di utilizzarla. Il 42% ha risposto“no”, il 25% “forse”, un altro 25% “sì” e il restante 8% “non so”.

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Al 78% degli intervistati che ha dichiarato di utilizzare la piattaforma sono state poste due ulteriori domande. Alla prima, dove veniva chiesto il vantaggio riscontrato dall’utilizzo della piattaforma, il 37% dichiara di riscontrare un vantaggio nella gestione documentale, il 21% nell’archiviazione e controllo, un altro 21% nella gestione rete, il 16% nel Crm e il restante 5% nell’antiriciclaggio.

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A seguire è stato chiesto al campione di indicare anche eventuali limiti della piattaforma utilizzata. Per il 74% degli utilizzatori tali strumenti non hanno problemi di alcun tipo; il 22% dichiara che sono troppo macchinose e dispendiose in termini di tempo; il 2% che se ne fa un uso poco intelligente e il restante 2% che la loro funzionalità è limitata alla sola archiviazione dei documenti.

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La terza parte della ricerca è quella specificamente dedicata alle comunicazioni dell’Oam.

Alla domanda: ”Ritiene giusta la decisione dell’Oam di cancellare dal primo ottobre 2013 i soggetti iscritti come non operativi dagli elenchi?” il 61%di ha risposto “sì”, il 22% “no” e il 17% “in parte”.

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A questo punto è stato chiesto ai soggetti di motivare la risposta. Il 44% ritiene giusta la decisione dell’Oam per rispetto di coloro che hanno diligentemente adempito ai vari oneri previsti dalla legge; il 24% dichiara che è giusta perché ritiene che chi non è operativo non ha interesse a essere iscritto;per il 12% è giusta perché serve chiarezza per il consumatore e gli investitori; un altro 12% la ritiene non giusta perché le norme non indicano un limite temporale; il 4% condivide la decisione dell’Oam perché i non operativi operano su canali non regolamentati. Da segnalare un ultimo 4% che ritiene addirittura che l’Oam dovrebbe chiudere.

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Successivamente è stato chiesto al campione di fornire una valutazione della comunicazione n.2/13 dell’Oam, prima in tema co-mediazione e poi in tema di consulenza.

Il 56% degli intervistati ritiene che la comunicazione n.2/13 in tema di co-mediazione sia chiara, a fronte di un 44% che la giudica poco comprensibile.

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Al 44% degli intervistati che ha dichiarato che la comunicazione n.2/13 dell’Oam in tema di co-mediazione non è chiara è stato chiesto di indicare il motivo. Per il primo 29% questa non è chiara perché non segue le esigenze dei clienti, per un altro 29% non è chiara nella scrittura e nella forma, per il 21% lascia spazio a interpretazioni contraddittorie.Un 14% ritiene che la co-mediazione non dovrebbe neppure esistere, in quanto si torna alle vecchie prassi. Anche in questo caso esiste una piccola percentuale (il 7%) che ritiene che l’Oam dovrebbe chiudere.

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Posto di fronte alla domanda “Come valuta la comunicazione n.2/13 dell’Oam in tema di co-mediazione?” il 43% ritiene che non cambi nulla, il 31% che sia un segnale di apertura e il restante 26% che sia viceversa una misura restrittiva.

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Situazione simile è stata riscontrata nelle risposte alla domanda“Come valuta la comunicazione n.2/13 dell’Oam in tema di consulenza?”. Anche in questo caso per la maggior parte degli intervistati(43%) non cambia nulla, per il 31% è segno di apertura e per il 26% è restrittiva.

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Ai componenti del campione è stato chiesto a questo punto cosa pensassero della consulenza. Per il 44% si tratta di un’attività da porre in essere a prescindere dalla mediazione; per il 30% è una parte inscindibile della mediazione stessa e per il 26% è un’attività a sé stante che può rientrare nella mediazione.

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Proseguendo è stato chiesto se le ultime comunicazioni dell’Oam chiarissero il problema segnalazione tra mediatori creditizi e intermediari finanziari. Per il 59% dei rispondenti la risposta è “sì”, per il 41% è “no”.

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Chiusa la parentesi Oam è stato chiesto al campione cosa pensi del chiarimento del Mef in merito alla raccolta delle firme. Per il 37% potrebbe causare seri problemi ai mediatori creditizi, per un altro 37% è restrittivo ma corretto, per il 15% non cambia nulla e per il restante 11% è troppo restrittivo.

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L’ultima parte della ricerca è incentrata su opinioni più personali degli intervistati. In prima battuta è stato chiesto quali potessero essere le possibili soluzioni per chiarire il problema tra mediatori creditizi e intermediari finanziari ex articolo 106. Per il 67% del campione la soluzione è la liberalizzazione, per il 17% l’allineamento dell’operatività dell’Ivass con quella dell’Oam e per il 16% sarebbe necessario obbligare gli istituti di credito a considerare gli iscritti Oam come unici autorizzati a presentare richieste di finanziamento.

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In ultimo abbiamo interrogato i soggetti sulle aspettative per il prossimo anno. Un primo 22% non si aspetta nulla, un altro 22% una ripresa, il 15% normative più chiare, il 9% apertura del credito da parte delle banche, il 7% una revisione del D.Lgs. 141, un altro 7% la sparizione del 50% dei mediatori, il 6% comunicazioni più esaurienti da parte dell’Oam e il restante 12% un intervento dell’Oam nei confronti delle ex 106, l’abolizione delle società di mediazione senza mandati, l’abolizione del monomandato e un mercato stabile come questo anno.

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