L’approccio al mercato assicurativo continua ad avere dei chiaro-scuri: non c’è un vero e proprio antagonismo, ma persiste una forma di resistenza verso un mondo che, complesso da decodificare, porta spesso al paradosso di attivare meccanismi difensivi nei confronti degli strumenti di difesa. È quanto emerge da una ricerca commissionata dalla mobile bank N26 e svolta da Doxa su un campione di oltre 1.000 individui della popolazione italiana di età compresa tra i 25 e i 55 anni a settembre 2021.
Secondo l’analisi, le polizze temporanee risentono alcuni aspetti strutturali: la loro conoscenza è per lo più nominale, ma quando sono ben note sembrano essere in grado di sviluppare un buon grado di interesse. E gli italiani se da un lato continuano a nutrire un bisogno di consulenza, dall’altro manifestano un desiderio di autonomia nella scelta in ambito assicurativo.
“I risultati della ricerca svolta insieme a Doxa ci mostrano quanto gli italiani abbiano il desiderio di acquisire maggiore autonomia nella gestione dei pacchetti assicurativi e che questa comporti la necessità di una maggiore semplificazione dell’approccio delle aziende verso i consumatori, anche esplorando i canali di interazione online – afferma Andrea Isola, general manager Italy & Southeast Europe di N26 -. N26, che nel maggio scorso ha lanciato un’offerta assicurativa per il mercato italiano fondata proprio su principi di semplicità ed interamente gestibile via app, si è posta proprio questo obiettivo, ovvero affiancare le persone in un percorso di conoscenza e di consapevolezza verso il mondo insurtech, affinché possano sentirsi sicure e protagoniste di scelte informate al momento della sottoscrizione di un prodotto assicurativo”.
“Lo studio commissionato da N26 ha consentito di individuare, sulla base di un auto-profilo su attitudini di vita, orientamento alla prevenzione o al rischio e percezione di autonomia in ambito assicurativo – afferma Sara Galli, business account manager finance & utilities di Doxa -. Pro-active, minimal, overconfident, peripheral: questi i nomi individuati per i quattro diversi idealtipi individuati, quattro diversi approcci alla sfera assicurativa, che svelano anche contesti di maturazione socioculturali ed esperienza di ciclo di vita diversi e che richiedono, quindi, approcci altrettanto differenziati, ma che vanno nella stessa direzione: l’abilitazione alla comprensione dell’offerta assicurativa”.
Scenario generale
La metà del campione intervistato nell’ambito dell’indagine Doxa è preoccupato per il futuro, atteggiamento inasprito dall’esperienza della pandemia da covid19.
Il 78% degli italiani si dichiara cauto e non impulsivo di fronte a scelte o acquisti da fare. Tuttavia, ciò non preclude ad una apertura alla novità: il 71% ama le novità e sperimentare.
Tra i maggiori timori verso le possibili difficoltà il 68% mette al primo posto, prevedibilmente, il dover far fronte a furti o danni alla propria casa. Segue (62%) il trovarsi in difficoltà per avere assistenza medica quando si è in viaggio.
Competenza in ambito assicurativo
Il 40% del campione si dichiara abbastanza competente, solo il 5% molto competente. Come mostrato da studi di sistema, è molto probabile che il 40% nasconda una certa overconfidence o difficoltà ad ammettere dei limiti.
Quando si deve fare una scelta in ambito assicurativo 32% dichiara di muoversi sempre in autonomia, 51% per la maggior parte in autonomia.
Autonomia e bisogno di consulenza
Dalla ricerca commissionata da N26 alla Doxa emerge come il 75% degli intervistati quando ha un’esigenza assicurativa confronta l’offerta di due o più compagnie/istituzioni finanziarie, ma solo per un 29% questa è una prassi consolidata. Al di là delle dichiarazioni di autonomia e del desiderio di autonomia, il 64% sente comunque il bisogno di un ancoraggio al consiglio o quanto meno alla verifica con una persona di fiducia (agente, referente finanziario) per ciò che concerne le scelte assicurative.
Vicinanza all’assicurazione
La maggior parte riconosce un ruolo importante all’assicurazione: per il 70% degli intervistati l’assicurazione è un valido supporto per proteggere sé, la famiglia e i propri beni. Resta tuttavia il dubbio che ci sia sempre qualcosa di non completamente trasparente: il 68% ha la sensazione che ci sia sempre qualcosa di non detto, clausole nascoste.
Conoscenza delle polizze on-demand
Secondo l’analisi la conoscenza delle polizze on-demand è ancora contenuta. Solo un 17% dichiara di conoscerle bene, il 45% dichiara di averne solo sentito parlare ed un 38% di non conoscerle affatto. Il 64% le ritiene interessanti, in particolare il 18% le trova molto interessanti (l’interesse elevato cresce al 37% fra di chi dichiara di conoscerle molto bene) una buona fetta di popolazione si dichiara propensa a esplorare questa formula assicurativa.
Diversi modi di affrontare rischio e protezione
In assenza di percorsi educativi sui prodotti finanziari e a fronte di un’offerta, cui va riconosciuto uno sforzo negli ultimi verso la semplificazione (in un contesto fortemente normato), i meccanismi messi in atto dagli individui assumono declinazioni differenti indotte dai diversi contesti culturali, sociali e di ciclo di vita. Tali declinazioni sono rappresentate dagli idealtipi sintetizzati dallo studio commissionato da N26 alla Doxa:
Pro-active: estimatori dell’assicurazione
Il prio tipo sintetizzato dalla Doxa è il pro-active. Si tratta di una persona di età matura, che ha già costruito i suoi riferimenti assicurativi e che guarda all’assicurazione come un presidio di sicurezza necessario. Ha un atteggiamento generalmente positivo e sicuro di sé: ama le novità, è indipendente economicamente e si sente persone di successo. Ritiene di avere una discreta competenza assicurativa e di conoscere le caratteristiche delle polizze sottoscritte; guarda all’assicurazione come ad un presidio di sicurezza necessario, che richiede però la consulenza di una figura di fiducia. Il suo amore per le novità ed atteggiamento positivo verso le assicurazioni la porta ad apprezzare l’idea delle polizze temporanee, ad oggi ancora poco conosciute. Anche a fronte di prodotti semplici, permane un certo bisogno di ancoraggio a una forma di consulenza.
Su questo target l’assicurazione on-demand rischia di entrare in conflitto con i prodotti tradizionali: sarà quindi importante far emergere i tratti differenzianti e abilitanti alla sicurezza anche in ambiti diversi da quelli già coperti, con linguaggi che puntino a trasmettere, grazie all’immediatezza, anche consulenza. L’inserimento nel pacchetto c/c risponde alla concretezza del target. Dal punto di vista socio demografico presenta età matura, professione autonoma e figli grandi.
Minimal: assicurazione qb (quanto basta)
Il secondo idealtipo individuato dalla Doxa è il minimal, che ha un approccio all’assicurazione “quanto basta”: avversa il rischio e si ritiene autonomi nelle scelte. I minilam non necessitano di consulenza e si orientano ai canali online, dove confrontano le offerte cercando value for money, ma selezionano molto quel che ritengono davvero utile e ciò che reputano superfluo. Sono estremamente pragmatici e questo tratto potrebbe essere la porta per l’avvicinamento delle polizze on-demand di cui va valorizzata la dimensione di temporaneità. Dal punto di vista socio demografico presentano un’età centrale, professione dipendente e sono single o coppie giovani senza figli.
Overconfident: l’assicurazione non presa in carico
Il secondo idealtipo individuato dalla Doxa per la ricerca commissionata da N26 è l’overconfident. Si tratta di persone che hanno costruito un quadro di riferimento proprio, si sentono affrancati in termini di competenza assicurativa ma tendono a avvicinare la sfera assicurativa con una certa diffidenza, salvo quando questa esce dagli ambiti di copertura di rischi più diffusi e va ad interessare ambiti più perimetrati e legati al lifestyle: coperture circoscritte, che aiutino a vivere meglio il quotidiano e non richiedano eccessivo sforzo di comprensione, ovvero, polizze su misura di bisogno e di capacità di decodifica, per appagare l’auto-percezione di competenza.
“Sembrerebbero avere uno stile di vita giovanile e urban, con ricorso allo sharing e cura di animali domestici. Ciò li porta a preoccuparsi per l’utilizzo di mezzi in sharing e per i danni che possono essere arrecati dagli amici a quattro zampe. Affermano di conoscere le polizze temporanee, ma queste generano in loro tiepidi interessi, anche se sono aperti all’idea di polizze inserite nel pacchetto di conto corrente”, precisa l’analisi.
Secondo la Doxa, li si può avvicinare valorizzando alcuni aspetti: polizze che guardano al life style dell’individuo più che ad una protezione a 360° del nucleo e con una comunicazione molto semplice che appaghi la loro ‘autopercezione’ di competenza.
Dal punto di vista socio demografico sono per lo più uomini, giovani, residenti al Sud e nelle Isole e hanno figli piccoli.
Peripheral: lontani dall’assicurazione
L’ultimo idealtipo individuato dalla ricerca è il peripheral. “Sono individui che per dotazioni economiche e culturali si tengono ai margini del sistema assicurativo, avversano il rischio a cui, in assenza di altri strumenti, reagiscono con atteggiamenti fatalistici e con scarsa self confidence – spiega l’analisi -. Vorrebbero avere atteggiamenti prudenti che stridono, però, con un certo fatalismo. Hanno molti pregiudizi nei confronti del mondo assicurativo, preferiscono proteggersi con i risparmi piuttosto che investire in sicurezza. Quando si avvicinano all’assicurazione hanno bisogno di una figura di fiducia perché non hanno gli strumenti di decodifica dell’offerta: il linguaggio assicurativo non è per nulla semplice”. La Doxa precisa che si tratta del target più difficile da avvicinare perché oltre a barriere culturali hanno anche barriere di tipo economico e sociale. Dal punto di vista socio demografico sono per lo più donne, non diplomati, non attivi professionalmente e vivono in provincia.