Riforma banche di credito cooperativo, il governo pone la fiducia alla Camera

Bcc LogoIl governo ha posto alla Camera la questione di fiducia sul decreto che riforma le banche di credito cooperativo e istituisce una garanzia pubblica sulla cartolarizzazione delle sofferenze.

L’inizio delle dichiarazioni di voto è previsto alle 10,30 di domani, alle 12,00 partiranno le votazioni. Il via libera definitivo è atteso in settimana, dopo di che il decreto passerà al Senato, dove dovrebbe essere convertito in legge entro il 7 aprile.

Nel corso dell’esame in Commissione alla Camera sono stati concordati alcuni emendamenti per rendere più efficaci entrambi i provvedimenti. Il ministero dell’Economia potrà emettere la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs) non solo a favore delle banche ma anche di “altri intermediari finanziari”. Una modifica avallata dall’esecutivo che ha l’obiettivo di ampliare il numero di soggetti interessati ad acquistare i non performing loans.

Parallelamente le risorse stanziate per far fronte agli oneri potenziali della garanzia salgono a 120 da 100 milioni. Un altro emendamento stabilisce che le sofferenze possano essere trasferite per un importo non superiore al loro valore contabile netto alla data di cessione.

Le banche che desiderano restare indipendenti dalla capogruppo avranno 60 giorni di tempo per esercitare la ‘way out’, con decorrenza  dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge. La possibilità di way out è riconosciuta agli istituti con almeno 200 milioni di patrimonio netto al 31 dicembre 2015 e a chi decide di associarsi con una banca che rispetta questo requisito.

La Bcc dovrà conferire l’azienda bancaria a una società per azioni versando allo Stato “un importo pari al 20% del patrimonio netto”. Le banche di credito cooperativoaltoatesine potranno formare un gruppo a parte.

Un fondo temporaneo, promosso dall’associazione nazionale del credito cooperativo, sosterrà il processo di aggregazione.

Da ultimo il ministero dell’Economia potrà ridurre per decreto a meno del 51% la quota di controllo delle Bcc, qualora vi fosse la necessità di reperire capitali freschi sul mercato.