Nel I semestre del 2024 i prestiti di banche e società finanziarie alle famiglie siciliane sono aumentati dell’1,3% su base annua, in lieve rallentamento rispetto alla fine dell’anno precedente (1,5% a dicembre del 2023). Il volume dei prestiti per l’acquisto di abitazioni è rimasto stabile, mentre la crescita del credito al consumo si è confermata sostenuta (4,6% dal 5,1% della fine dell’anno precedente), trainata soprattutto dalla dinamica dei prestiti personali e da quelli finalizzati all’acquisto di autoveicoli.
È quanto emerge dal focus della Banca d’Italia dedicato a L’economia della Sicilia, diffuso oggi.
Nuovi mutui -12% nel I semestre. Il 91% a tasso fisso
Il flusso di nuovi mutui erogati nel primo semestre in Sicilia è diminuito di circa il 12% rispetto allo stesso periodo del 2023 ed è stato pari a 746 milioni di euro. Oltre al calo delle compravendite immobiliari, la riduzione “ha riflesso anche condizioni di offerta più prudenti”, precisa il report.
In presenza di un differenziale di costo tra i mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile ancora negativo, le famiglie hanno continuato a sottoscrivere in prevalenza contratti a tasso fisso: nella media dei primi sei mesi dell’anno in corso la quota di mutui a tasso fisso sul totale delle nuove erogazioni è salita al 91%. Il costo dei mutui praticato alle famiglie siciliane è sceso: nel secondo trimestre dell’anno il Taeg medio sui nuovi finanziamenti per l’acquisto di abitazioni è stato pari al 3,9%, in diminuzione di 7 decimi di punto percentuale rispetto alla fine del 2023.
Prestiti diminuiti dello 0,3%
In Sicilia nel primo semestre è proseguita la moderata flessione dei finanziamenti al settore privato non finanziario siciliano, in atto dal settembre del 2023: a giugno i prestiti si sono ridotti dello 0,3% su base annua, in misura simile a quanto registrato lo scorso dicembre. La contrazione ha interessato soltanto le imprese, mentre i finanziamenti alle famiglie hanno continuato a espandersi, seppure debolmente. “Nel complesso la dinamica ha risentito dell’inasprimento delle condizioni di offerta praticate dalle banche. Nei mesi estivi, sulla base di dati provvisori, il calo dei prestiti alle imprese si è intensificato e l’espansione di quelli alle famiglie si è rafforzata”, si legge nell’analisi della Banca d’Italia.
Credito, criteri più restrittivi per famiglie e imprese. Stabili le condizioni sul credito al consumo
Le banche operanti in Sicilia, partecipanti all’indagine sull’andamento della domanda e dell’offerta di credito a livello territoriale (Regional bank lending survey, Rbls), dopo la decisa flessione registrata nel 2023, hanno segnalato una ripresa della domanda di credito delle imprese nel primo semestre dell’anno in corso.” L’espansione, che è stata sostenuta dalle richieste di credito finalizzate alla ristrutturazione di posizioni debitorie pregresse, ha interessato la manifattura e il terziario; nell’edilizia, invece, le richieste di finanziamenti hanno continuato a contrarsi. Nello stesso periodo la domanda di prestiti da parte delle famiglie, dopo il calo del secondo semestre del 2023, è tornata a crescere: l’aumento è stato più marcato per la componente del credito al consumo”, prosegue L’economia della Sicilia.
Dal lato dell’offerta, i criteri applicati dalle banche ai prestiti alle imprese siciliane sono divenuti lievemente più restrittivi, soprattutto nell’edilizia. L’irrigidimento delle condizioni si è manifestato attraverso una richiesta di maggiori garanzie; si sono tuttavia osservati segnali di allentamento in termini di spread e costi accessori mediamente applicati. Anche l’orientamento dell’offerta di prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è stato improntato a una maggiore cautela: il peggioramento delle condizioni ha riguardato in particolare l’entità delle garanzie richieste e il rating minimo per l’accesso al credito, mentre i margini mediamente applicati alla clientela si sono ridotti. Le condizioni praticate sul credito al consumo sono invece rimaste sostanzialmente stabili.
La qualità del credito
In Sicilia il tasso di deterioramento (rapporto tra il flusso dei nuovi prestiti deteriorati in rapporto a quelli in bonis all’inizio del periodo) è lievemente cresciuto nel I semestre 2024, pur mantenendosi su valori bassi: nella media dei quattro trimestri terminanti a giugno del 2024 l’indicatore è stato pari al 2% (1,8 alla fine del 2023). L’aumento ha riguardato in particolare le Amministrazioni pubbliche (3,6%, a fronte del 2,1% a dicembre) e, in misura meno accentuata, le imprese: il tasso di deterioramento è aumentato debolmente nei servizi e nelle costruzioni, mentre nella manifattura si è confermato sullo stesso valore contenuto dell’anno precedente.
Per le famiglie, dopo l’incremento dell’anno precedente, l’indicatore è rimasto stabile.
A giugno scorso la quota dei crediti deteriorati, al lordo delle svalutazioni già contabilizzate dalle banche, sul totale dei finanziamenti è stata pari al 5,2%, in lieve aumento rispetto alla fine del 2023 (5%).
Considerando i soli prestiti in bonis alle imprese, “nel primo semestre dell’anno in corso l’incidenza dei finanziamenti che dal momento dell’erogazione hanno registrato un significativo incremento del rischio di credito (classificati allo stadio 2 previsto dal principio contabile IFRS 9) è scesa dal 12,9 al 12,1 per cento, un valore in linea con la media italiana e inferiore di quasi un punto percentuale rispetto al periodo pre-pandemico”, conclude la Banca d’Italia nel focus su L’economia in Sicilia.