Sondaggio elezioni Oam 2021, diritto di voto: mediatori e collaboratori su fazioni opposte. Aspettative sul nuovo board

Votare o non votare, questo è il dilemma! Quando si parla di diritto di voto agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi si trovano su posizioni diametralmente opposte rispetto ai propri collaboratori. L’occasione della contesa sono le elezioni per il board dell’Oam (Organismo agenti e mediatori), che si tengono in questi giorni e in occasione delle quali solo i primi sono chiamati ad esprimere il proprio parere.

Lo scorso 29 aprile SimplyBiz ha voluto indagare con un sondaggio il livello di soddisfazione per il nuovo meccanismo elettorale, le aspettative sul nuovo board e il desiderio di un presidente rappresentativo del mondo dell’intermediazione creditizia. Ne è emersa una forte volontà dei collaboratori di far sentire la propria voce.

Aumenta la voglia di partecipazione e rappresentanza dal basso

Con qualche eccezione, i collaboratori di agenti e mediatori che hanno risposto al sondaggio hanno dichiarato di non sentirsi rappresentati dall’attuale sistema elettorale e che vorrebbero prendere parte alle elezioni. Per contro, agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi hanno sostenuto l’opposto: non desiderano la partecipazione dei collaboratori.

Chi ha risposto

Hanno risposto al nostro sondaggio 150 persone. Di queste, complessivamente il 51,4% sono agenti e mediatori e il 40% collaboratori. Nel dettaglio, hanno partecipato al sondaggio collaboratori di mediatori creditizi (34,3%), seguiti da agenti in attività finanziaria persone fisiche (25,7%), mediatori creditizi (14,3%), agenti in attività finanziaria persone giuridiche (11,4%), collaboratori di agenti in attività finanziaria (5,7%), compro oro e cambiavalute (entrambi 2,9% e associazioni e federazioni partecipanti Oam (2,8%).

 

Sistema delle elezioni chiaro per il 68% dei partecipanti al sondaggio

Il 68% di chi ha risposto al sondaggio ha dichiarato di avere chiaro il metodo di elezione del comitato di gestione dell’Oam. Non era chiaro per l’11,4% e non ha approfondito il 20%.

In linea con quanto dichiarato, le risposte riguardanti le categorie ammesse al voto hanno presentato degli errori: l’8,6% di chi ha risposto riteneva che potessero votare anche compro oro e cambia valute, il 5,7% pensava che potessero votare i collaboratori di agenti in attività finanziaria e l’8,6% anche i collaboratori di mediazione creditizia. Così non è.

 

Il 45% si sente rappresentato dal sistema elettorale e il 42% non vuole che votino i collaboratori

In linea con la prevalenze di partecipanti appartenenti alla categoria di agenti e mediatori, la maggioranza ha dichiarato di sentirsi rappresentato dal sistema elettorale e di non desiderare la partecipazione dei collaboratori.

Nel dettaglio, il 45,7% dei rispondenti si sente rappresentato dal sistema, il 28,6% non si sente rappresentato, il 14,3% non sa e l’11,4% non è interessato. Complessivamente, dunque, il 25,7% non ha un’opinione in proposito.

Quanto alla partecipazione, il 42,9% dei rispondenti non vorrebbe che partecipassero anche i collaboratori alle elezioni, il 28,6% non vorrebbe che partecipassero, il 14,3% non sa e il 14,3% non è interessato. Complessivamente, il 28,6% non ha un’opinione in proposito.

Aspettative sul nuovo board

Nel nostro sondaggio avevamo chiesto quali fossero le aspettative riguardo al nuovo board e avevamo proposto tre opzioni di risposta: continuità con il passato, maggiore rappresentanza della categoria, maggiore indipendenza. E abbiamo lasciato la possibilità di suggerire altro.

I partecipanti hanno chiesto principalmente continuità con il passato (45,7%), maggiore rappresentanza della categoria (37,1%) e maggiore indipendenza (8,6%).

Tra le richieste extra, maggiore rappresentanza dei collaboratori (2,9%), lotta alla concorrenza sleale (2,9%) e altre istanze (2,8%).

La provenienza del presidente

Abbiamo chiesto, infine, ai partecipanti se desiderano un presidente proveniente dalla categoria dell’intermediazione del credito. Il 40% ha risposto di no, il 37,1% ha detto di sì e il 22,9% ha risposto non so.