Speciale 2013. Le rappresentanze sindacali: sarà un anno di grandi cambiamenti. Lavoriamo per costruire percorsi condivisi con le istituzioni e gli addetti ai lavori allo scopo di tutelare gli operatori e i consumatori

“Il momento che stiamo vivendo è particolarmente complicato”, sottolinea Marcello Frasca, segretario nazionale della Fenamec, Federazione nazionale mediatori creditizi. “I mutui sono crollati, il credito al consumo è in contrazione e le banche non concedono denaro. La somma di questi fattori fa sì che gli intermediari del credito siano costretti ad affrontando un periodo di magra che non ha precedenti. E tutto questo sotto la pressione della riforma, con quello che ha comportato dal punto di vista dell’aumento dei costi e della nuova e più stringente disciplina”. Per la Fenamec i mediatori sono consapevoli della situazione e hanno assunto un atteggiamento più flessibile rispetto ai mesi passati. “La decisione relativa al contratto dei collaboratori, ad esempio, è stata obtorto collo digerita, così come la perdita di autonomia derivante dall’obbligo dei mediatori di costituire società di capitali”. Questo però non significa che le preoccupazioni non manchino: “Non si deve dimenticare che il grande esercito dei collaboratori rappresenta una forza lavoro necessaria e imprescindibile, che va difesa e tutelata. Noi non siamo impensieriti tanto dal contratto di lavoro, ma dal lavoro in sé, che rischia di scomparire se non verranno prese le decisioni giuste e adottati gli opportuni provvedimenti”.

Timori condivisi da Roberto d’Andrea, segretario nazionale Nidil-Cgil: “Il vero problema che dobbiamo affrontare è decisamente più ampio e complesso di quello che si è aperto con la riforma. Il fatto è che al momento il Paese è completamente fermo e se non si rimette mano in tempi estremamente rapidi alla riforma del mercato del lavoro ripartire è impossibile”. Intanto, però, si potrebbe cominciare a esaminare i nodi non sciolti dal D.Lgs 141. “Serve un monitoraggio che ci dica quali sono le reali condizioni in cui versa il settore della mediazione creditizia. Per questo auspichiamo che il Ministero promuova un tavolo nazionale tra aziende, parti sociali, addetti ai lavori e rappresentanti delle istituzioni per discutere attraverso un confronto aperto e sereno cosa accadrà, quali scenari è lecito attendersi e quali risposte dare a chi si rivolge a noi in cerca di chiarimenti”.

Meno conciliante è Piero Antonio Billò, segretario nazionale dell’R12-Uilca, il Sindacato intermediari del credito, per il quale la riforma continua a rappresentare la principale spina nel fianco dell’intera categoria. “Dopo le elezioni abbiamo intenzione di proporre una revisione del D.Lgs 141 alle commissioni di Camera e Senato. Le lacune da colmare sono ancora tante e di tale entità che la necessità di tempestive modifiche ci sembra evidente”. Billò critica anche l’Oam, al quale il suo sindacato vuole chiedere “di rendere pubblici i suoi costi si gestione, qualcosa che avrebbe già dovuto fare ma a cui non ha ancora provveduto”. Per tutelare i lavoratori dalla situazione di grande incertezza normativa che si trovano a vivere l’R12 avvierà una campagna di revisione gratuita di tutti i contratti di lavoro. “Vogliamo verificare che la nuova disciplina sia stata correttamente applicata. Questo per evitare che le società di mediazione possano, qualora ne avessero intenzione, fare la parte dei leoni con i collaboratori approfittando della loro condizione”.

Anche il Simedia, Sindacato dei mediatori e degli agenti in attività finanziaria, è pronto a lavorare in questo senso. “Il numero dei nostri iscritti è aumentato negli ultimi mesi”, spiega il presidente Severino Oliva. “La riforma avrebbe dovuto portare chiarezza, ma il mancato pronunciamento dell’Oam su una serie di questioni ancora aperte e gli ultimi pareri del Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno generato insicurezza e timori. E questo vale in primo luogo per la grande massa dei collaboratori, che ancora ignorano quale destino li attende con esattezza”. Ulteriore complicazione è collegata alla scadenza del contratto nazionale degli agenti lo scorso 31 dicembre. “All’interno di questo contratto sono inquadrati al momento tutti i collaboratori e gli agenti in attività finanziaria. Noi come sindacato stiamo cercando di sederci a un tavolo con le altre parti interessate per ottenere un inquadramento contrattuale ad hoc, ma non è semplice, specie in questa situazione di confusione giuridica e normativa”. A cui si aggiunge l’ulteriore incognita della vigilanza cui dovrebbero essere sottoposti gli intermediari, per la quale Oliva prevede “un ulteriore rinvio perché è ormai impensabile che si possa arrivare a definire la questione entro il 31 marzo”.

Una nota positiva arriva da Fabio Picciolini, presidente del Consumers’ forum, associazione indipendente di cui fanno parte le più importanti associazioni di consumatori, centri di ricerca e numerose imprese industriali e di servizi e le loro associazioni di categoria. “Il 2013 non sarà un anno di ripresa. Ma almeno possiamo dire che abbiamo toccato il fondo. Ora possiamo solo risalire. E se si osserva con attenzione si possono notare alcune iniziative interessanti che fanno ben sperare per la ripresa dell’economia, non nell’immediato, certo, ma nel corso del prossimo anno”. La mediazione creditizia è chiamata in questo senso a giocare un ruolo importante. “Il momento attuale è molto difficile. L’intermediario del credito deve essere un professionista preparato e capace di sostenere singoli e famiglie in scelte che possono rivelarsi complesse e da cui può dipendere il loro futuro. Il consumatore non deve essere visto come un soggetto estraneo, quanto piuttosto come un interlocutore con cui costruire un percorso condiviso. Auspichiamo che la riforma della mediazione possa andare esattamente in questa direzione”.