Usare lo Spid come sistema di riconoscimento per sottoscrivere i contratti con firma digitale. Quello che fino a qualche tempo fa sembrava futuribile è già diventato realtà. Nel 2019 l’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale), con l’avviso numero 17, consentiva agli utenti di richiedere un certificato di firma digitale utilizzando la propria identità Spid e di poter firmare in questo modo atti e contratti non solo con la Pubblica Amministrazione ma anche con i fornitori di servizi privati, permettendo così di sostituire la firma autografa nella quasi totalità dei casi. Oggi in Italia tre certificatori offrono questa possibilità. In pole position c’è Intesi Group, che si è attivata per accreditarsi come service provider non appena è stato possibile avviare l’iter burocratico.
“Si tratta di una vera a propria rivoluzione: una vasta platea di cittadini può già di fatto firmare contratti online, saltando la fase del riconoscimento de visu. L’identità Spid è infatti diffusa tra quasi un terzo della popolazione italiana. Secondo gli ultimi dati dell’Agid al 13 aprile ne erano state erogate 19.567.008, a fronte di una popolazione si attesta a 59.641.488 persone, secondo i dati dell’Istat aggiornati al 1° gennaio”. Così Stefano Scagni, head of business development di Intesi Group, spiega la portata della novità.
Cosa cambia di fatto?
Cambia completamente il paradigma per rilasciare le firme elettroniche, perché si può saltare la parte onerosa del processo, che è quella dell’identificazione. L’Agid ha chiarito che l’identificazione tramite Spid consente il rilascio anche dei certificati qualificati, quelli che una volta si chiamavano “per la firma digitale”, anche se è una terminologia solo italiana. I certificati qualificati sono quelli che forniscono valore legale erga omnes, sono equivalenti alla forma scritta, e garantiscono l’inversione dell’onere della prova.
Questo cosa significa?
Quando si deve disconoscere una firma su un documento cartaceo si nega di averla apposta e si chiama in causa un perito, che effettua una perizia della firma calligrafica. Nel caso della firma qualificata c’è l’inversione dell’onere della prova: è il firmatario che deve dimostrare come è stato possibile che qualcuno abbia firmato al proprio posto. La firma elettronica ha quindi un valore probatorio estremamente vincolante. E offre, tra virgolette, uno svincolo di responsabilità per la società che deve identificare un cliente. Se devo identificare una persona per fornirgli un certificato che gli permette di firmare, ho una parte di responsabilità nella catena che ha portato alla firma elettronica. Se l’identità del cliente viene certificata da un soggetto terzo, che è la rete di provider Spid, di fatto elimino anche questa incombenza e la responsabilità che ne deriva.
Oltre alla diminuzione delle responsabilità, quali vantaggi comporta per mediatori creditizi e agenti in attività finanziaria?
Per agenti e mediatori, e in generale per qualunque soggetto che deve far sottoscrivere un contratto a un cliente, la firma elettronica con identità Spid comporta vantaggi a diversi livelli: velocità, efficacia, minori risorse dal punto di vista umano e minori costi. I vantaggi risultano evidenti soprattutto nei casi in cui non c’è un rapporto continuativo con il cliente, come nel caso in cui serva una firma per un contratto che cade una volta nella vita, in un anno o nell’arco di un periodo molto lungo. Nei contesti nei quali la formalizzazione di un contratto avviene una tantum o a distanze temporali estremamente ampie, infatti, l’impatto dell’identificazione del cliente diventa onerosa: per firmare un singolo contratto è necessario mettere in atto una procedura che coinvolge un operatore e prevede una videochiamata e/o un incontro de visu. Eliminare questa parte e sostituirla con processo automatizzato di autenticazione Spid, uno strumento che ormai i cittadini usano anche per la dichiarazione dei redditi, garantisce un vantaggio assoluto in termini di tempo, di risparmio dei costi, di velocità, di sicurezza dei dati.
Come funziona operativamente?
È molto semplice: il cliente deve solamente autenticarsi con le proprie credenziali Spid, come farebbe su di un qualsiasi sito della Pubblica Amministrazione, quali l’Inps o l’Agenzia delle Entrate. Questo processo di autenticazione fornisce i dati anagrafici essenziali per il rilascio del certificato di firma digitale, che avviene immediatamente dopo, consentendogli di essere operativo in pochi istanti. L’unico requisito è che il cliente sia in possesso di credenziali Spid di livello 2, in modo da poter dimostrare con certezza la sua identità: ma il livello 2 è di fatto quello che hanno oggi tutti i cittadini dotati di Spid, perché corrisponde ad avere un pin e una otp (one time password).
Esistono problemi di privacy?
I dati collegati allo Spid sono dei dati anagrafici tendenzialmente basilari, non contengono informazioni sensibili. In più l’accesso non è consentito a chiunque. Per utilizzare la modalità di autenticazione e identificazione tramite Spid occorre qualificarsi come service provider, quindi sottoscrivere una convenzione con l’Agid, a seguito di un processo di verifica. In questo senso c’è un meccanismo di controllo dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che rende disponibili sul proprio sito i nominativi dei service provider qualificati. In ogni caso, senza essere qualificati non è possibile accedere ai dati dal punto di vista tecnico e operativo, perché occorre essere inseriti in una lista di soggetti a cui gli identity Provider rispondono.
Gli operatori attualmente qualificati si contano sulla punta delle dita, pensa che il fenomeno si espanderà?
Il servizio è arrivato da poco sul mercato un po’ per tutti i player. Intesi Group ha iniziato il processo di qualificazione per diventare service provider Spid lo scorso autunno e, al netto tempi burocratici, si è qualificata come service provider all’inizio di quest’anno. Immagino che da qui a sei mesi, un anno, molti altri si adegueranno. Ma non tutti avranno le risorse e la volontà di accreditarsi come service provider, perché farlo comporta l’essere soggetti agli audit dell’Agenzia e una serie di requisiti e impegni nel tempo. L’azienda di mediazione del credito e le società che desiderano sottoscrivere contratti online troveranno verosimilmente più pratico rivolgersi a un soggetto terzo che si è accreditato e funge da aggregatore.