I motivi del rallentamento devono essere ricercati nell’aumento della disoccupazione, nel timore di un aggravio fiscale sugli immobili, nell’impatto che gli interventi di stabilizzazione dell’economia varati dal governo hanno avuto sulle tasche degli italiani, ma soprattutto nella drastica diminuzione della concessione del credito da parte delle banche.
“Ad essere colpiti – si legge nell’analisi – sono stati in particolare coloro che hanno avuto necessità di ricorrere a un mutuo per l’acquisto dell’abitazione e che si sono trovati di fronte a un atteggiamento molto selettivo delle banche che ha ristretto le possibilità di accesso al credito. Pur dimostrando di avere i requisiti richiesti per ottenere un finanziamento i potenziali acquirenti hanno comunque dovuto fare i conti con un aumento delle tempistiche di erogazione e con una diminuzione dell’importo di mutuo”.
Il risultato è stato un aumento delle tempistiche di vendita, associato a una maggiore offerta di immobili sul mercato.
“Gli ultimi dati ci dicono che nelle grandi città le tempistiche di vendita si attestano intorno ai 184 giorni contro i 168 giorni registrati a gennaio 2011. Nei capoluoghi di provincia i tempi di vendita hanno una media di 210 giorni contro i 201 di gennaio 2011 e i comuni dell’hinterland delle grandi città hanno fatto registrare 205 giorni come un anno fa”.
Nel secondo semestre 2011 si è registrata una riduzione dei prezzi nelle grandi città del 3,4%. La diminuzione è stata particolarmente significativa nelle metropoli del Sud: Palermo (-6,6%), Bari (-5,2%), Napoli (-3,3%).
Nei capoluoghi di provincia il ribasso è stato invece del 3,2%. “L’analisi per aree geografiche vede un risultato migliore per i capoluoghi del Nord Italia (-2,9%), seguiti da quelli del Centro Italia (-3,3%) e infine da quelli del Sud Italia (-3,4%)”.
L’interesse degli acquirenti si è concentrato principalmente su immobili usati ma in buone condizioni. Ad avere peso nella scelta dei futuri residenti sono il quartiere e il contesto urbano-abitativo in cui è inserita l’abitazione, le spese condominiali, le soluzioni con riscaldamento autonomo.
Il 78% di coloro che hanno acquistato casa nella seconda metà del 2011 si è indirizzata verso l’abitazione principale, il 5,2% ha comprato un’immobile per trascorrere le vacanze, il 16,8% per investimento.
Il 62,6% degli acquirenti ha un’età compresa tra i 18 e i 44 anni, un dato confermato anche dai dati relativi ai mutui erogati dalle agenzie di mediazione creditizia del Gruppo Tecnocasa, secondo cui “l’età media del mutuatario è di 39 anni e quella che viene finanziata maggiormente è compresa tra 30 e 39 anni”.
Ancora, l’analisi della domanda nelle grandi città evidenzia una maggiore concentrazione delle richieste per il trilocale (35,2%), seguito dal bilocale (31,1%). Rispetto ai dati di luglio si registra una crescita delle domande di bilocali, passate dal 30,5% al 31,1%. Discorso analogo vale per i capoluoghi di regione, dove le richieste di trilocali sono pari al 49,1%.
Dall’analisi della disponibilità di spesa nelle grandi città emerge una maggiore concentrazione nella fascia compresa tra 170 e 249.000 euro, con un incremento nella fascia più bassa. Dal lato dell’offerta si registra una maggiore concentrazione di trilocali (32%), seguiti dai bilocali (24,9%) e dai quadrilocali (23,9%).