Tecnocasa: mercato in contrazione nel secondo trimestre 2012

Nel secondo trimestre 2012 le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per acquisto di abitazioni per un totale di 6.875,45 milioni di euro. Rispetto allo stesso trimestre del 2011 si registra una contrazione delle erogazioni del meno 51,65% per un controvalore di 7.345,40 milioni di euro. Lo rivela l’ultimo report diffuso dal Centro studi di Tecnocasa, in cui si legge che l’andamento delle erogazioni trimestrali, in raffronto ai periodi precedenti, conferma la tendenza alla contrazione già rilevata nel corso dei quattro trimestri precedenti, rafforzando un trend al ribasso già iniziato con le rilevazioni del secondo trimestre 2010.

I volumi, si può leggere nel reposrt, restano influenzati principalmente da una domanda di credito praticamente dimezzata, fortemente condizionata dal calo della fiducia dei consumatori, e da una maggiore attenzione al rischio di credito da parte degli enti eroganti. I costi di approvvigionamento sui mercati interbancari hanno inoltre comportato un aumento del costo prodotto che ulteriormente influenza l’accesso al credito. Inoltre è importante considerare, oltre alla sfavorevole congiuntura socio economica che sta caratterizzando tutta l’Area Euro, che i volumi erogati sono anche in parte influenzati dal continuo rallentamento delle operazioni di sostituzione e surroga che, con gli attuali spread, non risultano sempre convenienti.

Secondo l’Ufficio Studi Tecnocasa, sezione mediazione creditizia, le operazioni di surroga hanno rappresentano nel primo semestre 2012 poco più dello 0,85% dei volumi erogati, mentre esattamente un anno prima si attestavano al 5,78%.

Osservando i numeri degli ultimi dodici mesi (dati erogati da Luglio 2011 a Giugno 2012) riscontriamo che sono stati erogati alle famiglie italiane finanziamenti per l’acquisto della casa per un controvalore di 35.828,74 mln di euro. Il saldo annuo, se confrontato con il medesimo periodo rilevato un anno fa, segna dunque un calo dei volumi pari al -34,83% con -19.149,72 mln di euro erogati in meno. Rispetto all’osservazione sui 12 mesi dello scorso trimestre il calo è stato pari a -17,01%.

Si registra un forte calo della domanda di mutui ipotecari. Secondo CRIF e il suo sistema informativo EURISC nel terzo trimestre dell’anno, le richieste di finanziamento mutui da parte delle famiglie, hanno registrato un calo quantificabile nel -42%. Nel secondo trimestre il calo si era attestato a -41%.

MACROAREE nel II° trimestre 2012

Il calo delle erogazioni nelle Macroaree è comune su tutto il territorio nazionale, con connotazioni differenti in relazione alla singola area geografica ma resta sempre e comunque compreso in un range che va dal -45 al -55%. L’area che ha retto meglio è quella dell’Italia Nord Orientale che ha perso “solo” il -44,27% dei volumi rispetto al medesimo trimestre dello scorso anno. E’ doveroso ricordare che proprio il Nord Est nel trimestre precedente aveva subito la contrazione più pesante, con oltre il -56%. L’area che in questo secondo trimestre ha più ridimensionato le erogazioni è risultata essere l’Italia Insulare con un calo percentuale di quasi 55 punti.

La mappa delle erogazioni sul territorio nazionale vede tornare il Nord Est quale seconda Macroareare per erogazioni, passando dal 18% al 24% di incidenza. E’ preceduta da quella Nord Occidentale, prima con il 35% delle erogazioni, e seguita da quella Centrale che torna dunque ad occupare il terzo posto passando dal 28% del precedente trimestre al 22% dell’ultima rilevazione.

Anche su base annua (Luglio 2011 a Giugno 2012) la Macroarea che più ha ridotto i volumi erogati è stata l’Italia Insulare il cui mercato dei finanziamenti casa si è ridotto di quasi il -40%. Le altre Macroaree restano comprese in quattro punti percentuali, in un range che va da -32% a -36%.

Per ciò che riguarda il peso delle singole Macroaree sul totale delle erogazioni nell’aggregazione sui 12 mesi, si conferma la preponderanza delle erogazioni nella Macroarea Nord Occidentale, 35% delle erogazioni totali con volumi per 12.419,88 mln di euro. Segue la Macroarea Centrale con il 24% dei volumi, pari a 8.769,58 mln erogati. Terza la Macroarea Nord Orientale: 22% del totale e 7.702,88 mln erogati. Chiudono l’Italia Meridionale con il 13%, 4.681,64 mln di euro erogati, e l’Italia Insulare che con i suoi 2.254,77 mln di euro rappresenta il 6% dei volumi nazionali.

REGIONI nel II° trimestre 2012

L’andamento delle erogazioni nel primo trimestre 2012 ha visto tutte le regioni italiane registrare una contrazione delle erogazioni rispetto al medesimo trimestre del 2011. La regione che meno delle altre ha subito il calo di mercato è la Valle d’Aosta con un calo di poco superiore al -36%.

Tra le variazioni negative più sostenute registriamo in assoluto il calo della regione Molise con una contrazione di oltre il -65% dei volumi rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

Leggermente migliore l’andamento degli ultimi 12 mesi: L’Umbria è la regione italiana che più di tutte limita la contrazione, poco più del -23%. Anche Campania e Valle d’Aosta contengono il calo entro il -30% e sono rispettivamente la seconda e la terza miglior regione. Tutte le altre regioni d’Italia hanno cali superiori ai trenta punti percentuali. Il Molise fa registrare la situazione più gravosa di tutte con un calo vicino al -47%.

Dal punto di vista dell’incidenza rispetto al totale erogato, la Lombardia è la regione che maggiormente contribuisce ai volumi nazionali restando stabile con il 23,90%, seguita dal Lazio 14,03% in crescita e il Veneto stabile con l’8,99%.

Da rilevare che l’aggregato di queste tre regioni incide per quasi il 47% dei volumi erogati a livello nazionale. Valle d’Aosta, Molise e Basilicata contribuiscono rispettivamente per il 0,22%, 0,23% e 0,33%, per ragioni legate alle dimensioni.

ASPETTI CONGIUNTURALI

ANDAMENTO DELLE CONSISTENZE

In Italia registriamo nel 2012 un calo dello stock delle consistenze mutui in essere, che passa a 304.319 rilevati nel II trimestre 2012 rispetto ai precedenti 305.806 mln di euro del primo trimestre 2012. Un calo di poco più dello 0,5%. La contrazione nelle consistenze mutui non è un fenomeno ricorrente: l’ultima contrazione registrata in precedenza è stata quella che ha caratterizzato il passaggio tra il primo e il secondo trimestre nel 2008. In quell’occasione, dopo il calo trimestrale, i volumi dello stock mutui hanno poi ripreso ad aumentare fino a raggiungere il volume record di 317.599 milioni di euro nel quarto trimestre 2011.

IMPORTO MEDIO DI MUTUO

Attraverso la base dati interna all’Ufficio Studi Tecnocasa è stata analizzata la tendenza rispetto alla quantificazione media dell’importo di mutuo. Tale indicatore è da intendersi riferito alle media delle operazioni erogate nei dodici mesi antecedenti la data di rilevazione.

Nel secondo trimestre del 2012, a livello nazionale, è stato rilevato un buon incremento del ticket medio di mutuo rispetto a quanto era stato rilevato durante il precedente trimestre.

Il ticket medio nazionale si è attestato a circa 124.000€. Rispetto a quanto rilevato nel primo trimestre 2012 (121.900€) si è dunque riscontrata una maggiore quota media erogata per singolo finanziamento. La differenza è pari a circa +2.100€ (+1,72%). Tale incremento trova giustificazione dalla sempre minor presenza dei prodotti di surroga nel campione analizzato e quindi la conseguente preponderanza del prodotto per acquisto che ha importi medi decisamente più elevati.

Il ticket medio di mutuo visto a livello regionale continua ad essere per ragioni socio economiche difforme sul territorio nazionale. La regione con il valore più alto è risultata il Lazio con un ticket medio pari a 135.900 euro in crescita del +5,76% rispetto al trimestre precedente. Il ticket medio più basso è stato registrato in Basilicata dove il mutuo medio è risultato di 85.000 euro appena, in calo del -10,53% rispetto al I trimestre 2012. Tendenzialmente i valori medi più elevati si confermano nelle regioni del centro e del nord e quelli più bassi nelle regioni Meridionali e Insulari.

TASSI D’INTERESSE

Le dinamiche economico finanziarie che hanno influenzato l’Area Euro a partire dall’agosto 2011 hanno spinto la Banca Centrale Europea a ritoccare più volte al ribasso il Tasso di Riferimento BCE.

Gli interventi da parte di quest’ultima hanno avuto inizio a partire dal novembre 2011 con un taglio di -25bps, per ripetersi nel successivo mese di dicembre 2011 con altri -25bps, e si sono, per ora, conclusi lo scorso mese di luglio 2012 con ancora -25bps.

In meno di nove mesi, l’indice è stato così dimezzato allo scopo di ridare slancio all’economia del vecchio continente. Come di consueto il tasso Euribor (3 mesi) ha seguito la tendenza degli interventi della BCE: dai massimi degli ultimi due anni; 1,60% nel luglio 2011, ha iniziato una parabola discendente che lo ha portato rapidamente alla sua quotazione media mensile minima di sempre proprio durante lo scorso mese di ottobre 2012 quando ha fatto registrare una quotazione di 0,21%.

L’Eurirs (20 anni) ha iniziato una nuova fase ribassista nel mese di aprile 2011, allora l’indice quotava 4,05%, arrivando a scendere al suo minimo nel giugno 2012 quando ha fatto registrare una quotazione di 2,13%. Da segnalare che, contrariamente all’Euribor, l’Eurirs negli ultimi quattro mesi rilevati ha fatto registrare un piccolo rimbalzo al rialzo passando a quotare 2,35% di media nel mese di ottobre 2012.

Stando alle dinamiche dei tassi di fine ottobre 2012, ipotizzando di dover sottoscrivere un nuovo mutuo ipotecario dell’importo di 120.000 euro per una durata di 20 anni, ad uno spread medio indicativo di mercato pari a 3,30 bps, se scegliessimo un mutuo a tasso fisso, sosterremmo una rata mensile di 836 euro. Se optassimo invece per un mutuo a tasso variabile, avremmo un risparmio pari a 139 euro mensili, in quanto la rata ammonterebbe a 697 euro.

Nella seconda metà del 2011 la convenienza della rata a favore del tasso variabile si stava assottigliando fino ad arrivare agli 88 euro nell’ottobre 2011. Con i primi mesi del 2012 è invece iniziata una nuova fase di crescita della forbice con una risalita della differenza di rata a favore del tasso variabile.

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