Usb annuncia 180 esuberi. Sindacati chiedono chiarezza e tutela dei lavoratori

First Cisl, logoFabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin insieme per chiedere chiarezza in merito alla strategia aziendale di Usb, che ha avviato una procedura di riorganizzazione che comporta ricadute sul personale per un numero di 180 suddivisi tra 18 dipendenti di Ubs Fiduciaria e 162 dipendenti di Ubs Ese.

La decisione, sottolineano i sindacati, arriva a soli 3 mesi dalla partenza della nuova realtà, periodo in cui lavoratrici e lavoratori hanno mostrato grande responsabilità, dedicandosi al processo di integrazione, in un contesto caratterizzato da un aumento esponenziale dei carichi di lavoro, dalla creazione di nuove strutture, dall’apprendimento di procedure e dalla conoscenza di nuova clientela, venga deciso che si può fare a meno di quasi un terzo delle persone dell’azienda.

Rinunciare a 180 fra lavoratrici e lavoratori è non considerare che le persone rappresentano la vera forza ed il vero motore di una società, è non riconoscere il ruolo sociale che ogni azienda ha nel territorio, nel contesto economico e geografico in cui opera – si legge in un comunicato stampa congiunto -. Sappiamo che la natura di queste decisioni in una società estera risiedono nella volontà della casa madre e ne abbiamo già conosciuto purtroppo le conseguenze anche negli altri paesi coinvolti. In questi mesi ci siamo confrontati con la responsabile delle risorse umane nelle fasi che hanno accompagnato il lungo processo, in un contesto di dialogo e di ricerca di soluzioni, ed auspichiamo che con la stessa responsabilità si affronti ora una situazione così drammatica”.

I sindacati di categoria Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin annunciano la convocazione, nelle prossime settimane, di un’assemblea per parlare con tutti i lavoratori coinvolti e un incontro con l’azienda per conoscere la strategia aziendale e la conferma dell’utilizzo di tutti gli strumenti che il contratto mette a disposizione per la salvaguardia e la tutela dell’occupazione, a partire dalla riqualificazione interna e dall’uso del Fondo di Solidarietà. Nonché la riduzione degli esuberi dichiarati e la volontarietà.